Caduti in Irak: grande cuore d'Italia

di

Ci hanno
restituito il vero volto dell’Italia e degli italiani.

Nei cromosomi le radici della nostra cultura che viene da un
tempo lontano.

Roma, faro di civiltà che non respingeva gli altri ma li
assimilava, rispettandone credenze, costumi, abitudini e
concedendo loro quanto più ambito ci fosse: con il “cives romaus
sum” la cittadinanza imperiale.. Altre civiltà vi sono state
nella storia ma nessuna di esse con il respiro e la grandezza di
quella romana.

Venezia, con un ordinamento circolare, l’unico e senza uguali in
tutto il corso della storia.

Gli stessi Borboni ingiustamente vituperati dal malvezzo della
storia che premia i vincitori e colpisce gli sconfitti. Borboni di una
grandezza che risulta ancora in gran parte sconosciuta.

La grandezza di quel centro Italia che non si chiama solo
Firenze ma ha intorno una magnificenza che giunge sino alle
piccole Signorie come quella di Urbino.

La singolarità culturale della Sicilia, le Corti Estense, di
Parma e Piacenza, di ..

E poi il respiro di Roma, anche in alcune contraddizioni dello
stesso Papato.

Non c’è solo un patrimonio architettonico, di reperti
archeologici, di mattoni, muri, dipinti, sculture, incunaboli.
C’è un’orma indelebile, c’è, si direbbe oggi, un timbro, almeno, DOCG.

Ed è quello che ci ha fatto grandi senza la supponenza degli
inglesi, la vocazione alla grandeur dei francesi, il rigore
tedesco meraviglioso nell’efficienza ma altrettanto terribile se
male diretto, la monetizzazione esasperata degli americani.
Grandi per e
con una nostra vocazione permanente all’umanità con il nostro
gesticolare, con il nostro sorridere, talora con il nostro
urlare, anche con le nostre confusioni, con il nostro fare
talvolta trasandato, ma avendo assimilato, più dì ogni altro e
tutti, credenti e no, il messaggio d’amore che da una Croce in
Palestina è giunto, scegliendo come sede di propagazione, anche
nel martirio, le
rive del Tevere, scegliendo gente portata a far suo quel
messaggio.

C’eravamo dimenticati accanto ai nostri difetti all’onore delle
cronache di avere anche grandi virtù.

Sono emerse, tutte d’un colpo, quasi a sorpresa.

Un saggio scrisse che i venti soffiano sempre più forte sulle
cime più alte.

Il vento ha soffiato, forte, anzi fortissimo, e ci siamo accorti
che le nostre cime erano e sono le più alte. Popolo di
navigatori, di santi, d’eroi?

Popolo grande, senza attributi,
grande perché di grande, grandissima umanità.

Ci ha fatto piacere la presenza anche di qualche voce,
straordinariamente minoritaria oltre ogni immaginabile
previsione, dissonante, fuori dal coro. Ci ha fatto piacere
perché ha evidenziato in maniera clamorosa il valore autentico
che ha accomunato la stragrande maggioranza degli italiani in un
modo che nessuno avrebbe immaginato.

Pietas per i Caduti, onore al popolo italiano.

Alberto Frizziero

GdS 18 XI 03 -
www.gazzettadisondrio.it

Alberto Frizziero
Editoriali