Bush alle corde, Berlusconi fa il bis, Casini studia per Palazzo Chigi, IL MILLANTATO CREDITO E in provincia aria di elezioni

di GdS

Bush: Irak e sondaggi - Che
strano: ora occorre l'ONU! - L'ONU comunque ci vuole  - 
Il "tiragiacca" del Presidente del Consiglio  -  Il
millantato credito -

                           
Il bandolo della matassa elettorale in provincia


Bush: Irak e
sondaggi


Bush alle corde su due fronti.

- Da un lato la situazione in Irak in cui a 129 giorni dalla
solenne dichiarazione sulla fine della guerra il Paese é ben
lungi dall'essere normalizzato. Lacune gravi in tutti i settori,
sicurezza precaria, guerriglia attivissima nonostante fosse
stato proclamato che l'uccisione dei figli di Saddam era
necessaria per far cessare le azioni terroristiche. Soldati
americani obiettivo quotidiano, e, se negli ultimi giorni lo
stillicidio dei giovani yankees in divisa é diminuito lo si deve
solo al fatto che girano di meno e spesso con la protezione dei
blindati. La dice lunga del resto il fatto che Blair manderà
altri 1200 soldati.

- Dall'altro la preoccupazione per i sondaggi. Popolarità in
calo, il che in vista delle elezioni del prossimo anno non
appare certamente un buon segnale, tanto più che gli 87 miliardi
di dollari che il Presidente ha chiesto per le missioni a Bagdad
e Kabul in fin dei conti dovranno venire dal portafoglio degli
americani con l'aggravante che dopo la serie di errori a tutto
campo vien fuori che sono state sbagliate anche le previsioni
dei ricavi dal petrolio irakeno, parte dei quali avrebbero
dovuto, ufficialmente, finanziare la ricostruzione ma, in
pratica, consentire agli USA di rifarsi delle spese, secondo
conteggi di cui avevamo riferito prima delle ostilità.



Che strano: ora
occorre l'ONU!
Ci sarebbe poi un terzo fronte ed é quello dell'ONU. Adesso Bush
e i suoi falchi si sono accorti che c'é bisogno dell'ONU "per
stabilizzare il Paese". Ora si dice che l'Irak é un problema di
tutti e quindi tutti devono contribuire. - Prima, quando c'era
da fare la guerra, la questione era di Bush e di Blair che non
avevano esitare a indebolire vistosamente l'Organizzaione delle
Nazioni Unite. Avrebbero fatto da soli. E hanno fatto da soli,
con qualche piccolo manipolo di soldati di altri Paesi, più che
altro una cosa "decorativa", di immagine.

- Adesso, viste le grane, visto che si sono accorti che dando
retta ai falchi il problema si é complicato e il rischio é di
impantanarsi chissà per quanto tempo ci si é ricordati dell'ONU
anche perché lo scacco per Bush di esser costretto a mandare
altri soldati sarebbe gravissimo. Oltre alla perdita di immagine
e ai costi c'é anche un interrogativo non da poco: basterebbe
mandare altri soldati? La saggia Europa sa che non basterebbe
perché comunque quei soldati sarebbero considerati occupanti e
non, come ci si aspettava a Washington, dei "liberatori".



L'ONU comunque ci
vuole
A scanso di equivoci precisiamo che l'ONU é l'unica soluzione.

Sarebbe non solo impolitico ma addirittura stolto un
ragionamento del tipo "avete voluto fare da soli? Ora
arrangiatevi e risolvete, se ne siete capaci, i problemi che
state dimostrando di non essere in grado di gestire".

ONU, come ha detto anche Putin, sotto comando americano.

Oltre Atlantico si batte molto su questo tasto: "ONU si in Irak,
con truppe di vari Paesi ma sotto comando USA". Una posizione
presentata come una specie di conquista o di vittoria, ma vuota
di contenuto reale.

Chi potrebbe infatti pensare che una forza militare patrocinata
dall'ONU possa avere un comando diverso da quello americano?

Gli Stati Uniti hanno 160.000 uomini, un apparato logistico
formidabile, aerei, satelliti, rete informativa, sistema di
comunicazioni e quant'altro.

Potrebbe aspirare al comando l'Italia con i suoi 3000 uomini, o
uno degli altri Paesi che hanno laggiù, o sono pronti a
mandarli, due-tremila soldati o anche meno (c'é qualche Paese
che ne ha poche decine)? Ma neppure la Gran Bretagna, che pure
ha là gran parte delle sue Forze armate operative, potrebbe
aspirare a tanto!

L'unica cosa, nell'interesse di tutti, USA compresi, da
auspicare é che gli americani facciano tesoro di quanto é
successo, anni fa, in Somalia. Al Comando non andava il tipo di
comportamento che localmente avevano i soldati italiani. Si é
arrivati ai ferri corti e si é andati avanti come voleva il
Comando USA. Risultato: fiasco solenne e via le tende. Gli
italiani non hanno neppure una centesima parte dell'arsenale
americano ma, finita la guerra, occorre un ben altro arsenale. E
in questo forse qualcuno ha qualcosa da imparare da noi...



Il "tiragiacca"
del Presidente del Consiglio


Dalla "B" di Bush alla "B" di Berlusconi con il codicillo della
"b" di bis. Dopo la cantonata dell'esordio europeo il bis é
venuto con l'intervista ai due giornali, uno inglese e uno di
Rimini, che ha sollevato un putiferio per i giudizi sui
magistrati, con il codazzo di polemiche e l'inevitabile
intervento del Presidente della Repubblica.

Noi siamo fuori dalle contese politiche e quindi ci possiamo
esprimere liberamente, senza il rischio di essere tacciati,
volta per volta secondo le valutazioni, di parzialità politica.

In diverse occasioni, anche per cose di molta minore importanza
come talora sentito in TV, l'on. Berlusconi si é lasciato andare
a valutazioni che non si addicono a chi ricopre un incarico da
numero uno. Vale per qualsiasi Sindaco, Presidente di provincia,
Presidente di Regione e, a maggior ragione, per il Presidente
del Consiglio, chiunque esso sia.

Nello staff di palazzo Chigi evidentemente c'é un vuoto_ manca
la figura del "tira-giacca" (un po' come Marina Doria nei
confronti di Emanuele IV di Savoi, famoso per le sue bufale).
Uno strattone alla giacca quando il Presidente sta per dirne una
delle sue. Ne avrebbe un grosso vantaggio per primo proprio lui,
l'on. Berlusconi.



Il millantato
credito


"B" anche come "balle". Ne sono girate molte durante
tangentopoli. A stare a quello che si é letto i Partiti
avrebbero dovuto essere tanti paperon de' Paperoni e invece,
guarda caso, chi più chi meno erano alle prese con conti che non
tornavano. Il fatto é che su tangentopoli occorrerebbe veramente
una commissione parlamentare, che andasse a fondo. A leggere
quel che si é letto di soldi ne sono partiti tanti, ma é del
tutto improbabile che altrettanti siano arrivati a destinazione
nelle casse dei Partiti. Una frazione, e probabilmente la più
consistente, si "é persa" per strada.

E poi il "millantato credito". Quanti soldi venivano dati
credendo che fossero destinati ai Partiti mentre chi li prendeva
agiva in proprio o per una società in accomandita del tutto
particolare?

Sarebbe interessante che si indagasse.

Anche magari per Telekom Serbia. Noi non vogliamo trarre
conclusioni affrettate, che peraltro spettano da un lato alla
magistratura inquirente e dall'altro all'apposita commissione
parlamentare. Ma non saremmo per nulla meravigliati se ci fosse
stato qualche giro in nome di questo o quell'altro...



Il bandolo della
matassa elettorale in provincia
Ancora "B", questa volta in provincia. "B" come "bandolo della
matassa". Quale matassa? Ma quella elettorale, naturalmente.

Le elezioni sono alle porte, visto che si andrà al voto fra
pochi mesi. Non ci riferiamo a quelle per il Parlamento Europeo,
visto che tutto sommato interessano di fatto solo ai candidati e
alle centrali nazionali dei Partiti. Ci riferiamo a quelle
amministrative. Nei Comuni le soluzioni si trovano per lo più
localmente anche se un qualche interesse maggiore lo ha il voto
di Morbegno, Tirano e Chiavenna (Sondrio e Bormio sono fuori
turno).

Indubbio l'interesse per la Provincia. Il leader della
Margherita Dioli ha recentemente espresso la certezza della
vittoria dell'Ulivo, ma in realtà, allo stato delle cose, il
favore sembra andare ancora al Polo, nonostante l'aria che sotto
sotto tira fra alleati, non proprio "amichevole", come é emerso
recentemente in alcune circostanze e come da voci sussurrate,
quelle voci che ove venissero in superficie sarebbero
immediatamente smentite da chi invece le ha espresse...

Fra le voci quelle relative alla Presidenza. Tarabini e nessun
altro per i Retici che però, non si sa mai, hanno Faggi di
scorta. Su questa linea, si dice, anche l'on. Scherini di Forza
Italia, attuale vice in Provincia. Non sembrerebbero di
quest'avviso più o meno tutti gli altri, sia pure con una
posizione più defilata da parte di AN, che - almeno a parole e
rigorosamente in privato - dicono che prima di ogni altra
valutazione l'attuale Giunta deve presentare il rendiconto di
quanto fatto, con qualcuno che aggiunge anche specificando i
capitoli, "di quanto non fatto".

Lasciamo le voci, per quello che possono valere o non valere e
azzardiamo una previsione: i nodi saranno sciolti nell'ultima
settimana utile. Non é una profezia ma solo una semplice
deduzione logica sulla base di situazione oggettiva e persone in
gioco.
GdS

GdS 8 IX 03 -
www.gazzettadisondrio.it

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