In Afghanistan i talebani hanno tolto (con la dinamite) l'effigie di Budda. In Italia un magistrato ha imposto (con ordinanza) di togliere l'effigie di Cristo.
Simboli - Uno su tutti decide
per tutti - Il magistrato che ha deciso - Per compiacere pochi
si offendono molti - Posizioni assunte: 1) stampa
nazionale - Posizioni assunte: 2) Quotidiano "Il Nuovo" (29.10)
Posizioni assunte: 3) Quotidiani (29.10) Il Giorno e La
Provincia di Sondrio
SIMBOLI:
In Afghanistan i talebani hanno tolto (con la dinamite)
l'effigie di Budda.
In Italia un magistrato ha imposto (con ordinanza) di togliere
l'effigie di Cristo.
UNO SU TUTTI DECIDE PER TUTTI
Con un'ordinanza ex art. 700 - più avanti e a latere in altro
articolo chiariamo il sorprendente ricorso a quest'articolo del
Codice di procedura Civile - un magistrato solitario, non un
Collegio Giudicante, decide per tutti, con le naturali
conseguenze che si sono viste.
Per compiacere
pochi si offendono molti
La questione é stata da pochi ricondotta al dato essenziale.
Non
si é trattato di decidere se mettere ex novo il Crocifisso nelle
scuole. C'é sempre stato. C'era. Adesso si dice: toglietelo.
Il
tenerlo, si dice, lede la laicità dello Stato con una
imposizione per i non cattolici. La realtà é un'altra. E'
togliendolo che si offende la sensibilità dei cattolici.
Toglierlo si compiace a qualcuno, arrivato da poco in Italia
oppure da sempre nel nostro Paese ma di diversa religione
(ebrei, valdesi ecc.,, pochi comunque). Toglierlo però si
offende la sensibilità della stragrande maggioranza.
Non é un caso che contro l'ordinanza non libertaria ma
liberticida del Montanaro del Tribunale dell'Aquila, vi sia un'opinione corrente
dissenziente di credenti praticanti,
credenti non praticanti, agnostici, atei, persino molti di altre
religioni.
Il non cattolico che va a scuola, o negli altri edifici
pubblici, guardi il Crocifisso come un complemento d'arredo.
Perché deve guardarlo come una imposizione? Può dire "mi dà
fastidio, mi offende, levatelo". Libero di dirlo. Il magistrato
che gli dà retta non si pone il problema che toglierlo dà
fastidio a tutti gli altri (e usiamo il termine "fastidio" ma
con significato profondo).
Il magistrato che
ha deciso
Il Magistrato dr. Mario Montanaro. Un suo amico-collega, il dr.
Pesci, su un quotidiano ne traccia il profilo evidenziandone la
grande capacità e la modestia. Arriva al punto di precisare
trattarsi di una persona tanto schiva che ci sono volute le sue
molte insistenze perché si candidasse alle recenti elezioni
dell'ANM. Naturalmente per Magistratura Democratica. Guarda
caso.
Per chi, come noi ma anche come tanti altri, non é mai entrato
nelle questioni interne della Magistratura, rispettando
l'articolazione di posizioni - al di là degli eccessi, in un
senso o nell'altro che però sono sempre questioni individuali -
l'episodio odierno é una cartina di tornasole. Se Magistratura
Democratica, di fatto, si allinea al suo brillante aderente, si
crea un solco, suscettibile di conseguenze in serie, anche
politiche.
Se la sintesi, se la mediazione non sono possibili
resta infatti lo schieramento. Con divisioni inevitabilmente
profonde nelle quali chi é normalmente per la mediazione, per la
sintesi, come chi scrive é da sempre, dovrà essere fra i più
decisi.
Posizioni assunte:
1) stampa nazionale
Ho scritto alcune cose, o pubblicate o in pubblicazione, sulla
questione Crocifisso.
Tre citazioni in sintesi:
1) SIMBOLI: I talebani hanno tolto (con la dinamite) l’effigie
di Budda. Il dr. Montanaro ha disposto di togliere (con
un’ordinanza) l’effigie di Cristo.
2) IL PUNTO. Non si discute se mettere o meno il Crocifisso
nelle scuole e altri posti. Fosse così sarebbe come è stato per
l’aborto. La maggioranza del Parlamento prima e nel Paese dopo
si sono pronunciate diversamente da quanto tanti, compresi il
sottoscritto ma anche tanti laici, sentivano come problema di
coscienza. Qui il discorso è diverso. Ritratta di togliere
quello che c’è, compiacendo pochi e offendendo molti. Quanto
alla sentenza se si applicano le motivazioni interamente al
minimo debbono essere eliminati il Natale, la Pasqua ecc. ecc.
3) Chi si batte perché non si tolga dai muri delle scuole quello
che per alcuni può essere considerato un complemento d’arredo
non rappresentando una minaccia per nessuno, anzi!, deve essere
coerente. Là nel muro c’è quello che ha introdotto la più grande
novità della storia: il precetto Amail tuo prossimo come te
stesso. Nel prossimo ci sono anche gli Adel Smith, per quanto
sia – definizione di un autorevole rappresentante dei musulmani
d’Italia – “un provocatore senza seguito”.
Cordialità
Alberto Frizziero, tessera Ordine Giornalisti Lombardia 56998
La sentenza dell'Aquila presenta aspetti positivi
Perché ribadisce l'esigenza di uno stato laico
Però appoggia, insieme, un altro assolutismo
L'integralismo islamico va allontanato
Nel febbraio del 1908, Leonida Bissolati socialista riformista e
massone presenta alla Camera dei Deputati la seguente
provocatoria mozione, in difesa della laicità della scuola: "La
Camera invita il Governo ad assicurare il carattere laico della
scuola elementare, vietando che in essa venga impartito sotto
qualsiasi forma l'insegnamento religioso". Uno Stato
democratico, per Bissolati, non può favorire l'insegnamento
confessionale, poichè esso dovrebbe escludere.
Giovanni Giolitti, ansioso di ottenere l'appoggio dei cattolici,
si oppone alla mozione, che venne respinta a larga maggioranza,
provocando anche lo scisma più grave e durevole della storia
della Massoneria Italiana, quello tra il Grande Oriente d'Italia
di Palazzo Giustiniani e Piazza del Gesù .
Da allora il laicismo italiano, periodicamente, ha rispolverato
il tema della religione a scuola, ricordando come uno Stato
laico e democratico debba essere di tutti i cittadini senza
distinzioni di credo politico o religioso. Perchè il Concordato;
non basta forse la libertà religiosa garantita egualmente a
tutti dalla Carta Costituzionale? A cosa servono i crocefissi
sulle pareti di aule scolastiche ed uffici pubblici? Perchè
celebrare civilmente le festività religiose? Ma soprattutto, per
quale motivo finanziare la religione con il denaro pubblico, dei
contribuenti? Se la religione è un fatto personale, meno lo
Stato se ne occupa meglio è. Anzi lo Stato dovrebbe occuparsene
solo ed esclusivamente per garantire a tutti la libertà di culto
e tutelare tale libertà dei cittadini dagli attacchi che
potrebbero arrivare da altre religioni concorrenti, violente ed
integraliste. La recente sentenza del Tribunale dell'Aquila, che
intima di rimuovere il crocefisso dalle aule scolastiche al fine
di non ingenerare negli alunni l'idea che il culto cattolico
abbia un valore di verità assoluta, avallata dallo Stato, e che
la struttura scolastica pubblica sia connotata in modo
confessionale e non pluralista, manifesta aspetti al contempo
positivi ed inquietanti.
Sul lato positivo, si potrebbe dire che dopo decenni, secoli, di
battaglie civili per la laicità dello Stato, finalmente essa è
stata recepita anche dalla Magistratura italiana. Ma non
illudiamoci: il lato inquietante è destinato a prevalere. Il
ricorso alla Magistratura è stato promosso in nome di una
religione non meno integralista di quella cattolica, la
religione islamica.
Non siamo in presenza di una ricerca di libertà per tutti, ma
del classico conflitto tra assolutismi e totalitarismi religiosi
che hanno storicamente dato pessima prova di se stessi in
passato, ad esempio con le Crociate, con l'Inquisizione, con
l'intolleranza, con le guerre di religione del seicento europeo
e, più recentemente, con i conflitti indiani tra mussulmani ed
indù, per citare esclusivamente le manifestazioni più note e
deteriori di questi fenomeni religiosi.
Le battaglie illuministe e laiche degli ultimi quattrocento anni
hanno consentito finalmente e faticosamente all'Europa di
conquistare a caro prezzo di sofferenze e di sangue i valori
delle libertà individuali e della tolleranza religiosa. Le
Chiese cristiane sono state costrette, loro malgrado, a
riconoscere i diritti fondamentali dell'individuo e le sue
libertà, prima fra tutte quella di pensiero. Oggi un altro
integralismo, che proviene da un passato medioevale
antilluminista ed antiumanistico, ci si para di fronte: l'Islam.
Certo, come non tutto il cristianesimo fu violento ed
integralista, neppure tutto l'Islam fu ed è tale, ma, ben si sa,
i peggiori prevalgono sempre sui migliori.
È bello pensare che le religioni cerchino di valorizzare la
spiritualità umana, ma purtroppo non è così. Siamo ancora in
attesa di una religione che dia libertà agli altri culti quando
è maggioritaria e possieda anche il potere politico. Speriamo
ancora invano che una qualche Chiesa rivendichi libertà non per
se , ma per tutti. Dall'Islam mi aspetterei che consentisse ai
cristiani di costruire chiese là dove è maggioritario o, più
semplicemente, consentisse, a chi lo desidera, di bere
tranquillamente vino o birra nei territori da esso dominati,
senza incorrere in sanzioni anche penali, prima di pretendere
una libertà in Europa, che i singoli mussulmani, in quanto
esseri umani, si meritano, ma che l'Islam, in quanto religione
assolutista, non merita. Se la Turchia ha oggi qualche cosa di
moderno lo deve a Mustafà Kemal, detto Ataturck, ma quanti
Ataturck ci sono negli stati islamici?
Purtroppo, ancora una volta in Italia la libertà sembra arrivare
nel modo e nei tempi sbagliati, sulle ali di neppure troppo
celati pericoli di fondamentalismi, di integralismi e di
totalitarismi anche peggiori di quelli vissuti nel passato.
Forse si deve con tristezza condividere il pensiero di Bertrand
Russell ed estenderlo: "I nove decimi delle attività di un
governo moderno sono dannose, dunque, peggio sono svolte meglio
è".
*Morris Lorenzo Ghezzi è docente di Sociologia del diritto
all'Università Statale di Milano
28 ottobre 2003)
Posizioni assunte:
2) Quotidiano "Il Nuovo" (29.10)
Oltre i due trattati c'é un terzo assolutismo, ed é, sia
consentito, quello "laico" che taluni chiamano "laicista".
Ricordo che nessuno nella storia, tranne Quello lì in croce, ha
predicato "ama il prossimo come te stesso" (si accosta solo
Gandhi con la "non violenza")
I talebani hanno tolto (con la dinamite) l'effigie di Budda.
Sintesi conclusiva:
Il dr. Montanaro ha disposto di togliere (con un'ordinanza)
l'effigie di Cristo.
Alberto Frizziero Sondrio Ord. Giorn. Lomb.Tessera 56998
Posizioni assunte:
3) Quotidiani (29.10) Il Giorno e La Provincia di Sondrio
Via, per sentenza, il Crocifisso dalle scuole, ma allora, in
base alla stessa motivazione della sentenza aboliamo il Natale,
la Pasqua, la festa patronale e magari anche le domeniche!
Il giudice Montanaro – un famoso detto vuole il montanaro di
scarpe grosse e cervello fino – del Tribunale dell'Aquila ha
disposto la rimozione del crocifisso esposto nelle aule della
scuola statale Silveri di Ofena frequentata dai due figli del
ricorrente, Adel Smith, presidente dell'Unione Musulmani
d'Italia.
Interessante la motivazione in quanto, fra altre perle, in un
significativo passaggio codifica che “la presenza del crocifisso
nelle aule scolastiche comunica un'implicita adesione a valori
che non sono realmente patrimonio comune di tutti i cittadini.
Presume un'omogeneità che, in verità, non c'è mai stata e,
soprattutto, non può sicuramente affermarsi sussistere oggi,
ecc. ecc.”.
Una posizione di questo genere non può essere limitata solo ad
un fatto particolare come la presenza del Crocifisso nelle
scuole, ma ovviamente deve valere in assoluto. Di qui, per fare
un solo esempio, va tratta dal parto del “cervello fino” una
inevitabile conseguenza: il Natale, La Pasqua, Ognissanti,
persino la Festa del Patrono ecc. sono da abolire, perché
rappresentative di “valori che non sono realmente patrimonio
comune di tutti i cittadini”.
Quanto al promotore della vertenza giudiziaria, Adel Smith,
presidente di una delle organizzazioni e cioè dell'Unione
Musulmani d'Italia, peraltro sconfessato nel TG1 persino da
altro alto rappresentante dei musulmani del nostro Paese, forse
gli può essere utile conoscere quanto è avvenuto a Dubino, in
provincia di Sondrio. Una zelante responsabile scolastica ha
proibito la tradizionale benedizione delle aule da parte del
parroco. Nelle polemiche seguite è intervenuta la madre dei due
soli bambini musulmani frequentanti la scuola che oltre a
dichiararsi del tutto estranea alla vicenda ha anche informato
che mandava regolarmente i suoi due figli all’oratorio a lezione
di catechismo. Non per convertirsi ma perché, pur restando
musulmani, essendo i suoi figli ospiti in Italia a suo giudizio
era giusto che fossero pienamente informati anche delle cose
religiose degli italiani.
Due poli: il fondamentalismo di Smith, terreno fertile per il
razzismo, e il buon senso di una semplice madre, senza titoli ma
con tanta saggezza, esempio di lungimirante e serena convivenza
(potrebbe essere utile anche al giudice Montanaro rifletterci
sopra…).
Alberto Frizziero
GdS 28 X 03 -
www.gazzettadisondrio.it