SCRIVEVAMO IL 24.1 ALLE 20.44 CADE PRODI, 161-156 (Mastella non determinante!) - 22.1.2008, CRISI. PRODI (E IN OGNI CASO IL CENTROSINISTRA) PUNTA SUL PdP E SUL PdQ. ORA TOCCA A MARINI. E INTANTO TA-BACCI-NI E IL RESTO
Per reintrodurre la preferenza bastano due settimane
Il 24 gennaio alle 20.44, pochi secondi dopo la notizia della crisi, pubblicavamo il commento che segue Ci sarebbe da dirne a iosa visto e considerato che le cose viste da Sondrio appaiono molto diverse da come ce la contano. Tutti. TV, giornali, leaders e via dicendo. Bisogna però andare a fondo, cosa che faremo nel prossimo numero. Un esempio ci vuole, e riguarda la legge elettorale, quella legge che non si è riusciti a farla in due anni e vorrebbero farci credere che ora la si possa fare in due settimane, o anche in due mesi. Tutti d'accordo nei mesi scorsi a dire che bisognava cambiare. Il guaio è che ciascuno vorrebbe un tipo di legge adatta al suo Partito.
Prendiamo allora un aspetto più volte sottolineato, quello del voto di preferenza che consentirebbe così agli elettori di scegliersi il proprio rappresentante senza votare a scatola chiusa una lista fra quelle confezionate dai diversi partiti. Il Parlamento è in funzione. Presentata questa modifica, nel caso di accordo, nel corso della settimana c'è l'approvazione di uno dei due rami del Parlamento e nella settimana successiva quella dell'altro ramo.
Se veramente si vuole questa modifica si può fare benissimo. Perché a Roma nessuno lo dice, o meglio ci prova?
LA NOVITÀ DALL'UDC
La novità viene dall'UDC da cui è uscito il duo TA-BACCI-NI, il primo deputato e il secondo senatore. Obiettivo "La rosa bianca", in altri termini di mettere insieme un centro, cui pare vada la simpatia di Montezemolo e Pezzotta, e nel quale potrebbero confluire vari spezzoni ex DC e altri moderati. Dini, Mastella, formazioni minori e con la speranza di fungere da polo di attrazione. Un centro che poi in definitiva per qualcuno dovrebbe fare il pendolo fra destra e sinistra e per altri invece dovrebbe permettere un nuovo centro-sinistra con il PD, restando all'opposizione le ali estreme. Si ricorderà l'articolo di Mieli sul Corriere della Sera, specchio del resto delle aspirazioni se non forse delle speranze dei poteri forti prima delle elezioni, quando secondo tutti gli osservatori lo scenario che si profilava era quello di un Berlusconi in rotta. I calcoli risultarono sbagliati e il disegno secondo cui avrebbe dovuto esserci l'inizio di un lungo periodo sotto l'egida del centro-sinistra si rivelò fallace. Dalle urne uscì invece un sinistra-centro fragilissimo e un Berlusconi ricaricato. E anche fortunato perché su alcuni nodi cruciali che per lui avrebbero rappresentato scogli duri, con le proteste in piazza, le castagne dal fuoco toccò a Prodi di toglierle, seppur più o meno bene.
E SE AL VOTO ANDASSIMO CON IL GOVERNO MARINI?
E se ci fosse un'altra ipotesi e cioè un Governo Marini, per legge di soli 12 Ministri, che va alle Camere non per cercare il voto di qualche senatore in vena di protagonismo ma per farsi bocciare e quindi consentire al Presidente della repubblica lo scioglimento del Parlamento?
TORNIAMO ALL'ARTICOLO DEL 26
Torniamo all'articolo del 26 gennaio.
MASTELLA
Che l'on. Mastella fosse al limite lo si era capito. La continua querelle con il collega Ministro Di Pietro, gli attacchi da ogni parte, Grillo compreso, le azioni di alcuni magistrati ("in tanti anni in politica ho avuto un solo avviso di garanzia per ll calcio Napoli; in poco più di un anno da Ministro ne ho avute 10!", dichiarazione in TV), una serrata battaglia a livello locale contro l'UDEUR erano segni che avrebbero dovuto essere premonitori. Poi in Parlamento per la relazione sulla Giustizia, con la "tempestiva" notizia degli arresti domiciliari della moglie (su cui sarà bene guardarci dentro perché se le cose stanno come sembra c'è da vedere come e perché sia intervenuta tale decisione) si è trovato, e non gli è andata giù, con solo il Ministro Chiti sul banco del Governo. Non solo ma la sera per Porta a Porta Vespa ha detto di avere interpellato ben 10 esponenti del Partito Democratico ottenendo 10 rifiuti Solo. E poi la cosa forse politicamente più importante: qualsiasi modifica proposta alla legge elettorale avrebbe significato e significherebbe la sparizione dell'UDEUR non potendo confluire o accordarsi con nessuno degli altri Partiti della coalizione di centro-sinistra.
PRODI SOTTO
Prodi quindi al Senato è sotto nonostante il massiccio o quasi apporto dei senatori a vita (anche se il Presidente della Repubblica aveva detto l'altra volta che la maggioranza doveva essere "politica" quindi a prescindere dal loro voto.
C'È PERÒ IL PdP
C'è però il PdP che potrebbe
:
- o essere alleato di Prodi aiutandolo a non cadere
- o, caduto Prodi, fornire la possibilità di spostare le elezioni dalla primavera all'autunno.
Ma chi è questo PdP? Semplice, il Partito della Pensione. Se si raggiunge l'11 settembre, ahi che data!, è fatta. I parlamentari di prima nomina infatti conseguono a tale data (o forse qualche giorno oltre) il diritto alla pensione. Non la pensione ma il diritto di riceverla una volta raggiunto il 65° anno di età
E POI IL PdQ
Da tenere conto anche del PdQ.
Ma chi è questo PdQ? Semplice, il Partito del Quirinale. Raggiunto l'11 maggio l'elezione del Capo dello Stato nel 2013 toccherà a chi vincerà queste elezioni. Di qui l'interesse del centro-destra con il tempo necessario per le modifiche di carattere istituzionale fra le quali probabile il rafforzamento dei poteri dei Presidenti della Repubblica e del Consiglio.
ELEZIONI SUBITO, MA… NOMI
Gli oppositori vogliono elezioni subito. Possibile. Ma se non fosse così, magari saltando fuori anche la questione della presenza nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU?
Chi allora? Dicono Marini. Qualcuno dice Dini. Qualcun altro Mancino. Ma ci sono anche Draghi e Monti. E Prodi a fare ordinaria amministrazione sino al voto? Poco credibile.
NAPOLITANO
Il Presidente Napolitano ha comunque una bella gatta da pelare. Lui, napoletano, ha espresso la sua sofferenza di fronte a quello che si passa nella sua città e nella sua regione. Lui, italiano non nasconde la sua sofferenza di fronte a quello che si passa nel suo e nostro Paese.
Non è da invidiare.
E SE PRODI CE LA FACESSE ANCHE QUESTA VOLTA?
E se Prodi tirasse fuori dal cappello un altro coniglio sotto forma di un voto di fiducia? Formalmente sarebbe a posto. Politicamente no come dicono autorevoli personaggi del centro-sinistra.
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