Torniamo per lo SCI in sicurezza su cui il Governo ha le orecchie tappate
Riproponiamo un recente articolo il cui titolo è tutto un programma: “IL NO DEL GOVERNO ALLO SCI AFFONDA L'INTERO ARCO ALPINO”. Se il Governo non guarda neppure il protocollo uscito dall'intesa tra Regioni e impiantisti come si può pensare che vi sia una qualche speranza che finalmente laggiù si rendano conto della situazione quassù? La sequela di prese di posizione anche autorevoli non serve a niente. Purtroppo. Tutto perduto dunque, e magari anche con la prospettiva di riapertura degli impianti a metà gennaio come qualcuno pensa? Probabilmente si se però si entra nell'ordine di idee che le diverse proteste in casa nostra, a Bolzano, in Piemonte lasciano il tempo che trova e si imbocca la strada giusta. Quale sia ci permetteremo di proporla perchè un punto di vantaggio potrebbe averlo. (GdS)
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E ora la riproposizione dell'articolo citato che non è passato inosservato...
“IL NO DEL GOVERNO ALLO SCI AFFONDA L'INTERO ARCO ALPINO” - “Sembra di vedere un Regno delle Due Sicilie con S.M. Il Re Conte, la sua corte di ben quattro ministri campani due dei quali di Napoli, il Sigillo della Corona degli altri nove
Il problema dell'apertura delle piste di sci richiede un esame della composizione del Governo: Sorprendente? Certo, in prima battuta, ma poi dimostreremo che il nesso c'è e come.
I Ministri sono 21. Di questi 12 sono meridionali e unendo il romano salgono a 13. quindi 14 con il Premier
Da Roma in su, ben più di mezza Italia geograficamente, assai assai assai di più economicamente vede in tutto otto suoi figli su 21. Non è ancora finita ma il bello – si fa per dire – deve ancora venire. Di questi 8 ministri infatti solo tre sono dicasteri di un certo peso: Infrastrutture e Trasporti, Difesa, Beni Culturali e Turismo (bene ha fatto il Ministro per la Cultura, evanescente per il Turismo).
E gli altri? Quasi tutti fior di un certo peso la pandemia avendone attribuito anche a Dicasteri normalmente di minore rilievo politico o economico. Basta scorrere l'elenco ufficiale: Interno, Esteri, Economia e Finanze, Sviluppo Economico, Ambiente, Lavoro, Istruzione. Salute e via dicendo. Sembra di vedere un Regno delle Due Sicilie con S.M. Il Re Conte, la sua corte di ben quattro ministri campani due dei quali di Napoli, il Sigillo della Corona degli altri nove
Una sproporzione gigantesca che però vuole una premessa prima di tirare le somme. Per il mio vissuto, in comportamenti (anche istituzionali nel periodo i cui rivestivo incarichi nazionali), in scelte, in scritti, in relazioni, in frequentazioni in quella parte così copiosamente rappresentata nel Governo non posso certo essere accusato di antimeridionalismo. Nè avanzo metodicamente rivendicazioni Cencelliane applicandole alla bilancia. No. Prendo invece atto, e prego tutti di prendere atto di un dato éclatante.
Con il NO allo sci, sommato agli altri NO di categorie varie collegate SI AFFONDA L'INTERO ARCO ALPINO e qualche altra, però delimitata, zona Appenninica.
Chi è nato, cresciuto studiando nelle Università laggiù, impiegandosi laggiù, mettendo famiglia laggiù, vivendo dunque a un migliaio di km e oltre può persino essere comprensibile che non abbia capito niente della questione SCI. Intanto della terribile foto degli sciatori di mesi fa che non c'entra niente, oggi sarebbe tutto diverso e lo capirebbero perfino quei 13 Ministri se venissero in qualche località dell'Arco Alpino. Troverebbero tutti pronti IN SICUREZZA e con la garanzia che questa non potrebbe venir meno perchè oltre ai controlli delle Istituzioni ci sarebbe addirittura in primis l'interesse degli operatori. Scoprirebbero un mondo loro in gran parte sconosciuto, quello delle seconde case, in gran parte utilizzate da chi non va per sciare, non va in discoteca, conosce l'etica della montagna. Troverebbero tanti controllori, anche da rinforzare per intervenire con rigore se necessario e non solo col minimo, per quanto già alto, delle sanzioni, tra Finanza, Carabinieri, Polizia, Polizia Locale. Ma almeno si eviti una scelta alla carlona.
Gran parte degli operatori dell'Arco Alpino sono stati già duramente penalizzati con “ristori” lontani, talora lontanissimi dalle botte sonore ricevute per le scelte del Governo – viene il dubbio se non ci sia anche uno zampino politico - che nei confronti degli autonomi ne ha commesse più di Bertoldo. Milioni di autonomi, di partite IVA, di professioni e mestieri i più diversi, esterrefatti nel vedere disfare domani quel che si era costruito oggi non per sfizio ma per obbedire agli ordini venuti da Roma.
Ci sarebbe da andare avanti per parecchio anche perchè, seppur per ora contenendola per senso civico, la rabbia c'è e c'è per un NO allo sci, terribile botta all'intero Arco Alpino, deciso con enorme superficialità senza andare a vedere se è vero che si può procedere IN SICUREZZA. Se non lo si fa allora il dubbio che la scelta sia politica diverrebbe certezza.
Alberto Frizziero