E TRE! SPIONI NEI QUARTIERI ALTI: IL GRANDE VECCHIO (CHI E’?) COLPISCE ANCORA E AL MOMENTO GIUSTO. MA SI E’ PENSATO DA DOVE E’ VENUTO L’ESEMPIO? VE LO SPIEGHIAMO

Sono andati a vedere i conti privati del Presidente della Repubblica, del Presidente del Consiglio, dell’ex Presidente del Consiglio e di un po’ d’altra gente come niente fosse. E abbiamo sentito dire che “le password le avevano tutti”. Come an

E TRE!

E tre. Intercettazioni SISMI, intercettazioni CALCIO. In pochi mesi il classico proverbio voleva la conferma: non c’è due senza tre. E il tre è arrivato proprio nel momento più difficile per Prodi da quando è tornato a Palazzo Chigi

Il fatto che non abbia funzionato non cambia i connotati della vicenda. Non ha funzionato perché prima sono trapelati i nomi di Prodi, moglie, Napolitano, ma poi è saltato fuori che nei 128 c’erano Berlusconi, i figli, gente di ogni tipo. Non ha funzionato nonostante il tentativo fatto da Fassino di richiamara la responsabilità “politica” del Governo precedente. Non ha funzionato perché ormai è quasi una sorta di abitudine entrata nella vita pubblica, e privata, italiana.

Il Grande Vecchio ha cioè fallito. Pensava di ottenere un risultato e invece non lo ha ottenuto. Ma, si dirà, chi è il Grande Vecchio. Tutti e nessuno.

L’informazione è potere. Avere le informazioni giuste è importante. Magari per sé non servono ma servono ad altri. Si può farle girare gratis per ragion politica nel pubblico, per altri motivi nel privato, dal Gotha finanziario sino alla vendetta di chi scopre di essere cornuto. Si possono fornirle ai giornali, ai quali non fanno certo schifo. In regalo?

Come andavano le cose al Palazzo di Giustizia di Milano?

“Poco da scandalizzarsi” c’è da dire a molti che si stracciano le vesti e che tuonano contro queste cose, certamente tanto ma tanto “barbine”. Le esortazioni lasciano spesso il tempo che trovano, non così gli esempi, nel bene come nel male. Facciamo il caso del Palazzo di Giustizia di Milano. Per anni i verbali segreti di interrogatori, altri documenti, finivano regolarmente sui giornali, con tanto di virgolette, qualche volta addirittura in foto. Non sarebbe stato difficile venire a capo di questo strano fenomeno della permeabilità delle pareti del palazzo. C’erano situazioni note a un paio di magistrati, a un paio di cancellieri, alla dattilografa. Come pensare a loro? E allora? La donna delle pulizie? Forse no per via della scarsa conoscenza del diritto. E allora chi? Già, chi? Abbiamo sentito ripeterci fino alla noia dell’obbligatorietà dell’azione penale. Ma la violazione del segreto istruttorio non è reato? E quante indagini sono state promosse dal dr. Borrelli o chi per esso per andare a scoprire chi faceva il passacarte verso l’esterno visto che all’uso della telepatia non crediamo proprio?

Se tanto mi dà tanto…

Se tanto mi dà tanto… Se “spionaggio” infatti esisteva nel tempio milanese della Giustizia (il caso più éclatante quello dell’avviso di garanzia al Presidente Berlusconi quand’era impegnato a Napoli nel summit mondiale e di corsa perché stava uscendo il Corriere della Sera con la notizia in prima pagina) perché allora non metterlo in atto anche altrove, devono essersi detti in tanti. E via ad attingere informazioni da usare poi al momento giusto.

Visco. E chi si fida?

In base alle norme pensate dal viceministro (tale di nome, ma in realtà superministro delle Finanze) Visco i conti correnti bancari saranno controllabili. Siamo per tagliare le mani agli evasori che fanno pagare a noi che evasori non siamo molti soldi in più ma questa strada è pericolosissima e sotto due profili, disonesti entrambi. Da un lato la sovrapposizione dell’abuso sull’uso. Dall’altro la moltiplicazione delle tentazioni moltiplicandosi le persone con licenza di visione dei portafogli altrui. Senza dimenticare la superficialità. C’è da inorridire a sentire i commenti in questi giorni, in particolare quello che le password le conoscevano tutti. Bella professionalità, bella serietà!

Pochi che possano essere le mele marce rispetto ai tanti onesti, e chi si fida? Non è con lo Stato di polizia che si risolvono i problemi.

Luca Alessandrini

Luca Alessandrini
Economia