L'abusivismo nel settore acconciature ed estetica

La denuncia degli artigiani: nel 'buio' 3 milioni di euro/anno.

È stato presentato oggi durante una conferenza stampa tenutasi presso la sede di Confartigianato Imprese Sondrio uno studio elaborato dall’Osservatorio di Confartigianato Lombardia sul settore dell’estetica e del benessere. Presenti il presidente di Confartigianato Imprese Sondrio Gionni Gritti e il Presidente della Categoria Parrucchieri ed Estetisti Paola Triangeli.

Gritti nel suo intervento ha sottolineato che “da anni le associazioni chiedono un rafforzamento degli strumenti per contrastare il fenomeno del sommerso e dell’abusivismo. Si tratta di fenomeni che spesso possono contare su forme di consenso ma che di fatto si traducono in una cultura dell’illegalità che alla lunga danneggia chi intende rispettare la legge e le regole del mercato”.

Le associazioni denunciano da anni la presenza diffusa di un fenomeno che colpisce molte attività artigiane e periodicamente gli studi e le analisi ne rimarcano anche l’evidenza numerica. Non è un caso che periodicamente le associazioni si attivano per azioni di sensibilizzazione su questa importante questione. Nei mesi scorsi è stato adottato un Codice Etico che in molti punti fa leva proprio sul valore della legalità e del rispetto delle leggi. Un codice di autodisciplina che vuol tracciare una linea di condotta e a fronte di questo è legittimo attendersi un’attenzione altrettanto forte verso i fenomeni che danneggiano proprio coloro che le regole le rispettano.

Paola Triangeli è entrata nel merito della ricerca. Dall’analisi emerge che il valore della produzione del comparto non pare abbia risentito della crisi nell’ultimo anno ma i numeri vanno letti e infatti non è tutto oro quello che luccica. Un fenomeno da sempre radicato è rappresentato dall’abusivismo; operatori invisibili che svolgono la propria attività in appartamenti privati oppure direttamente presso il domicilio del cliente. Un fenomeno che a causa della crisi appare in crescita.

Lo studio evidenzia che in Lombardia per ogni nove operatori regolari ne esiste uno abusivo e per quanto riguarda l’area della Provincia di Sondrio si stima che le attività abusive siano pari a circa il 10,8% delle attività lecite esattamente come la media regionale. Dal punto di vista del prodotto interno lordo su 30,4 milioni di euro fatturati dal comparto sul nostro territorio (con una spesa di quasi 400 euro per famiglia) circa 3,3 milioni scompaiono nelle casse delle imprese abusive con una media di 42,4 euro per famiglia. «Nel settore in questi anni c’è stata una forte attenzione da parte del Fisco alla legittima lotta all’evasione, spesso anche con un’applicazione discutibile degli studi di settore, ma si è fatto poco o nulla per combattere uno dei nodi del comparto: le attività sommerse – ha dichiarato Paola Triangeli – eppure si tratta di un problema da affrontare con determinazione». Il comparto in Lombardia vale oltre 1,6 miliardi di euro di giro d’affari all’anno e conta circa 23 mila imprese (l’87,8% di queste sono artigiane) con più di 41 mila addetti di cui il 39% con contratto di lavoro subordinato. In provincia di Sondrio gli occupati sono più di 800 (di questi più di 300 sono dipendenti) con quasi 400 imprese artigiane attive (318 acconciatori e 80 estetisti). Occorre tutelare un settore che genera tanti posti di lavoro per il territorio – ha ribadito la presidente Triangeli - un comparto che rischia di essere messo in ginocchio da una concorrenza sleale. Per fare questo occorre una forte sensibilizzazione del consumatore e con una definizione puntuale degli enti e dei soggetti a cui spetta il compito di verificare l’esistenza dei lavoratori abusivi. Non intendiamo farci sopraffare dagli abusivi”.

Oltre a un evidente danno per tutta la categoria, l’abusivismo e il sommerso in senso lato porta con sé anche rischi non trascurabili per la salute e l’igiene dei clienti. Chi ci dice che l’abusivo sterilizzi le attrezzature come prevede la legge? Che usi prodotti professionali e che sia davvero capace di fare il suo lavoro?”.

Red
Economia