on. Brambilla: altra fregatura, stavolta per intesa Vietnam-Europa sul riso

Made in Italy:protette solo 38 denominazioni di origine sulle 296 tutelate dall’Unione europea

RISO, ON.BRAMBILLA: QUALI GARANZIE PER PRODUTTORI E CONSUMATORI ITALIANI DOPO IL TRATTATO CON IL VIETNAM?  Quali iniziative, a tutti i livelli, intendono assumere i ministeri competenti per tutelare la produzione nazionale di riso e i consumatori da potenziali rischi per la salute posti dall’importazione di riso vietnamita. Lo chiede l’on. Michela Vittoria Brambilla, Fi, eletta nel collegio uninominale di Abbiategrasso, con un’interrogazione ai ministri delle Politiche agricole e della Salute depositata a pochi giorni dall’adozione, da parte della Commissione europea, dell’accordo commerciale con il Vietnam che elimina il 99% dei dazi doganali sui beni scambiati tra le due parti e in particolare autorizza l’importazione a dazio zero di 20mila tonnellate di riso semigreggio, 30mila tonnellate di lavorato e 30mila tonnellate di riso aromatico.

Il trattato, sulla linea di quello stipulato da Ue e Canada, di fatto penalizza i più celebri prodotti alimentari Made in Italy proteggendo solo 38 denominazioni di origine italiane sulle 296 tutelate dall’Unione europea.

Ricorda l’interrogante che “tale accordo, concretizzatosi in una situazione già di per sé difficile per la produzione nazionale di riso, non prevede l’approvazione dei Parlamenti nazionali e sarà inviato direttamente a Consiglio e Parlamento europeo per ratifica” e che nel frattempo il governo vietnamita ha approvato un decreto governativo per ridurre i vincoli imposti alle imprese esportatrici di riso: “Non sarà più richiesto – sottolinea la parlamentare - di possedere direttamente impianti di stoccaggio e riserie con capacità di lavorazione di 5.000 tonnellate di riso e 10 tonnellate di risone all’ora e - per poter vendere all’estero riso biologico, parboiled o arricchito da micronutrienti – sarà sufficiente un’autocertificazione convalidata dalle autorità locali”.

Di qui la richiesta al governo italiano di intervenire sui due fronti della difesa del Made in Italy e della tutela della salute.

Già nel febbraio scorso, incontrando a Vermezzo i produttori di riso “Carnaroli” che denunciavano la gravissima situazione del comparto, l’on. Brambilla aveva sottolineato: “Non si tratta di violare le norme che regolano il commercio internazionale, ma di applicarle con rigore e intelligenza. Il che vuol dire, da un lato, più controlli sulla qualità del prodotto importato, dov’è stata più volte riscontrata, negli anni scorsi, la presenza di residui antiparassitari, di tossine, di metalli pesanti, di OGM proibiti, di insetti, dall’altro un sistema stabile e obbligatorio di etichettatura europeo, non facoltativo come quello che sta nascendo a Bruxelles”.

L’Italia è il principale produttore europeo di riso con oltre 4mila aziende attive su 230mila ettari, il 93 per cento dei quali tra Piemonte e Lombardia. Il fatturato al consumo è di circa un miliardo di euro all’anno.

 

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