Decreto legge sulle banche, il punto visto da Sondrio

Torniamo sulla questione banche dal momento che se lo sbarramento anti-decreto già avviato non dovesse andare in porto per la Valtellina sarebbero dolori anche se le trasformazioni e le innovazioni richiederebbero tempo. Le reazioni sono diffuse e poche imvece le 'reazioni a sostegno' dell'infausto, quasi cinico, provvedimento governativo così urgente ma così  urgente da non essere ancora stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Quella del 23 lo è stata da poco (ore 18 del 23.1). Sulla stampa nazionale largo spazio alla reazione dell'Assopopolari da noi pubblicata ieri quasi in anteprima. Comincia inoltre a girare l'ipotesi della incostituzionalità dal nostro giornale indicata immediatamente.

Cerchiamo di fare il punto partendo dai dati che sono:

Via il voto capitario
Trasformazione delle 10 grandi banche popolari in spa
18 mesi per procedere
Ritiro autorizzazione ad esercitare l'attività bancaria se non si provvede come sopra
Rischio di finire in mano ai grandi predatori finanziari (specie stranieri)
Nel caso precedente profonde modifiche di assetto e organizzaione
Recesso soci
Poteri Banca d'Italia

In tanti...
Pochi, per non dire nessuno, come premessa alle loro valutazioni, alle loro ricette, scrivono una inoppugnabile verità: “non siamo esperti, non conosciamo le recondite cose, andiamo a tentoni”. Leggiamo commenti a botta calda, giornalisti e accademici che in TV o sulla stampa calano la loro verità su noi poveri tapini, fedeli al detto socratico "saggio è colui che sa di non sapere"

Il “deinde”
E invece per questo problema è il momento del “deinde” tratto da un precetto che viene da molto lontano passando per Aristotele, Kierkegaard, Schopenhauer, Hpbbes e e chissà quanti altri. E che c'entrano costoro? Diamo i numeri? No, non stiamo dando i numeri. L'abbiamo presa da lontano per un ammonimento e una esortazione, quella, appunto del 'deinde' nel nostro adattamento “primum quaere deinde disputare”, aggiungendo “summa cum prudentia”. Ossia 'prima informarsi poi discuterne' ma con l'aggiunta 'con grande prudenza'. Un deinde quindi essenziale ma prima ancora il perchè della richiesta 'prudentia'.

Prudenza
Siamo a Sondrio, sede di due delle dieci “chicche” che fanno gola giù a Roma là dove si dà il caso che stiano pensando, anzi abbiano pensato, ai 241 km che li separano da un grosso nodo finanziario, presente anche su un riservato tavolo di Via Nazionale. Quel nodo che potremmo anche sospettare come probabile motore di quello che sembra un esproprio, sia pure atipico o indiretto che dir si voglia.
Esproprio non delle azioni, e come potrebbero? Non in immediato danno economico degli azionisti. E come potrebbero? In un modo sofisticato come era stato fatto per le Province; restavano ma svuotate e marginalizzate con il diavolo comunque che era riuscito a far solo le pentole.
Prudentia. Occorre a Sondrio stare attenti ai commenti, specie da parte di chi riveste ruoli importanti. Qui ci sono, - “incredibile”, diceva un grosso personaggio straniero della finanza, a trovare in una piccola realtà demografica e due colonne bancarie! - le sedi, la plancia di comando, la governance. Un commento, una notizia, una voce può essere presa per indiscrezione, avere sviluppi. E questo in un mercato che varia d'ora in ora – basta vedere il volume di scambi dei titoli delle due nostre banche ieri ed oggi, ora per ora.
Tanto più, tutto questo, che chi dice la sua oltre non avere titolo per dirlo spesso non ha neppure conoscenze e competenza in un problema di cui si discute da 20 anni ma che per quasi tutti è solo una novità.

Si diceva parecchio tempo fa che se...
Vale la pena di ricordare che qualche anno fa persona esperta, tale per contenuti e non per titoli o quantomeno non solo per titoli, aveva lucidamente delineato le conseguenze della eliminazione del voto capitario. Pagava e pagherebbe, assai, la Valle, pagherebbero i dipendenti in numero e in sedi. E questo non solo per le nostre due banche. Trasformate, tutte e dieci o qualcuna di meno per fusione – irrealistica quella valtellinese – in spa vagono le regole del mercato, e i soldi. Sia consentita una battuta: abbiamo i cinesi nei centri benessere, nei bar e nei ristoranti potremmo averli anche nei primi piani di Piazza Garibaldi o di Piazza Quadrivio. I cinesi no? Ma ci sono i tedeschi, gli inglesi e tanti altri che oggi le sgrinfie su queste 10 banche non possono metterle neanche a volerle. C'è un esercito che si oppone. Sono oltre 180.000 persone e quindi voti nella Popolare, oltre 150.000, e quindi i voti, nel Creval che fanno muro.

Si cambia?
Si cambia? Non abbiamo dati aggiornati ma quel che conta è l'ordine di grandezza. Qualche anno quando il Creval aveva poco meno di 100.00 soci  il 70% aveva meno di 500 azioni ma il 45% era in mano di solo il 4%. Infine pochi oltre il centinaio gli azionisti con più di 550.000 azioni. Dati vecchi e quindi beneficio di inventario ma la logica resta quella, di public company.

Tirannosauro e la fionda di David
Abbiamo scelto come immagine di corredo all'altro articolo (in calce l'indirizzo) il tirannosauro che vuole ingurgitare, - che il Governo gli lascia ingurgitare favorendolo -, le 10 banche popolari. Pubblichiamo questa volta l'antidoto richiamando l'opera di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, oggi al Prado di Madrid, in quanto rappresentativa di una contesa che in partenza era del tutto sproporzionata fra il minuscolo David e il gigantesco Golia alto ben sei cubiti e un palmo (quasi tre metri). Sappiamo come è andata a finire. Ebbene nel confronto con il Golia finanziario si tratta di mandare avanti il David popolare, deputato per deputato, senatore per senatore, sostenitori del moloch finanziario esclusi.

Alcune posizioni critiche nei confronti del D.L. tuttora fantasma. Il quotidiano l'Avvenire pubblica un primo elenco di articoli in argomento:
Biggeri: «Una scelta preoccupante Così il credito rischia di diminuire»
Andrea Di Turi 23 gennaio 2015
Lupi: «Norma sbagliata, sarà battaglia Ora ripartiamo dall’autoriforma»
Francesco Riccardi 23 gennaio 2015
Banche popolari: no al decreto Colpisce famiglie e piccole imprese
22 gennaio 2015
Barbanti (M5S): «Decreto sbagliato e pericoloso. Daremo battaglia per fermarlo»
Luca Mazza 22 gennaio 2015
Banche Popolari Spa, «resistenza» in Parlamento
Marco Girardo 22 gennaio 2015
Banche popolari, riforma sbagliata
Marco Girardo 21 gennaio 2015
Resti: «Nessuna "necessità e urgenza". Il decreto un errore madornale»
Pietro Saccò 21 gennaio 2015
L’arbitro smemorato
Leonardo Becchetti 21 gennaio 2015
Varata la riforma delle (grandi) Popolari
20 gennaio 2015
Zamagni: «Non si distrugga il capitale sociale»
Pietro Saccò 20 gennaio 2015
Difendiamo le Banche «differenti» E se è stato un falso allarme, meglio così
Marco Tarquinio 20 gennaio 2015
Riforma delle banche, il giorno della verità
19 gennaio 2015
Fioroni: «Renzi non ceda alle richieste dei poteri forti»
Massimo Calvi 18 gennaio 2015
Giù le mani da Bcc e banche popolari
Leonardo Becchetti 18 gennaio 2015

Le banche interessate
Ubi, Banco Popolare, Banca Popolare di Milano, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Credito Valtellinese, Popolare di Sondrio, Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Banca Popolare dell’Etruria e Popolare di Bari.

Il comma che conta ( il 2-bis)
“L’attivo della banca popolare non può superare 8 miliardi di euro”. Chi non li supera non deve diventare spa, obbligo invece per chi lo supera, le dieci di cui sopra.

Il primo nostro articolo in argomento, quello con l'immagine del tirannosauro vorace. E proprio tiranno:
L'indirizzo: http://www.gazzettadisondrio.it/economia/21012015/decreto-sulle-nostre-b...

GdS
23.1.2015

Economia