Sondrio, domani la Giornata della Terra

“Tutelare l’agricoltura dal clima impazzito”

SONDRIO – Dal gelo che colpisce i meleti e gli alberi in fiore, alle bizze del tempo che hanno decimato gli apiari valtellinesi e, in questi giorni, mettono una grave incognita sul prossimo raccolto del miele d’acacia. Senza contare gli sfasamenti dell’anno 2020, con un’agricoltura già provata dalla pandemia e costretta a far fronte a grandinate, bombe d’acqua e smottamenti che hanno colpito a più riprese il territorio della provincia di Sondrio.

E’ il quadro, preoccupante, che contraddistingue il “presente” di un territorio fragile, con oltre il 92% dei Comuni a rischio idrogeologico e dove l’agricoltura è il primo settore a pagare le conseguenze di un meteo impazzito. Lo rimarca Coldiretti Sondrio alla vigilia della Giornata della Terra (che ricorre domani, 22 aprile) e in occasione dell’accordo tra Parlamento europeo e gli Stati membri dell'UE sull' obiettivo di ridurre le emissioni di anidride carbonica "almeno" del 55% entro il 2030.

Un accordo sui cambiamenti climatici raggiunto in un 2021 che si classifica fino ad ora al nono posto tra i più caldi mai registrati nel pianeta, con la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo.

La situazione è preoccupante anche nel resto d’Europa dove la colonnina di mercurio nel trimestre è stata superiore di ben 1,46 gradi rispetto alla media storica mentre in Italia la temperatura è stata più alta di 0,73 gradi ed entra nella top ten dal 1800, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr relativi ai primi tre mesi dell’anno.

Ma nel 2021 – continua la Coldiretti – si è verificato lungo la Penisola fino ad ora anche un evento estremo al giorno tra siccità, bombe d’acqua, violente grandinate e gelo secondo la banca dati dell’European Severe Weather Database (ESWD). Continua dunque anche quest’anno – sottolinea la Coldiretti – la tendenza all’ innalzamento della colonnina di mercurio ormai strutturale in Italia dove la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo periodo e comprende nell’ordine – precisa la Coldiretti – il 2018, il 2020, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2003.

Il cambiamento climatico si è manifestato peraltro con una evidente tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi.

Il ripetersi di eventi estremi sono costati all’agricoltura italiana oltre 14 miliardi di euro in un decennio tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

“I cambiamenti climatici sono “un’incognita pesante” con cui l’intero comparto agricolo valtellinese e chiavennasco dovrà fare sempre più i conti nel presente e nel futuro” conclude il presidente di Coldiretti Sondrio Silvia Marchesini nel rimarcare “la necessità di un’adeguata salvaguardia del sistema agricolo montano, puntando decisamente sugli interventi di prevenzione e tutela di un’agricoltura che, qui, assume anche il ruolo strategico di presidio attivo del territorio”.   (21/04/2021)

Coldiretti Sondrio -

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