Il Rapporto sulla Negoziazione della FNP CISL regionale
Con la contrattazione sociale del sindacato benefici per quasi 3 milioni di lombardi - Fisco, anziani, disabili, famigli e minori i “target” più numerosi
“In un anno, il 2021,i sindacati confederali hanno siglato nella sola Lombardia 334 accordi, il 46% del totale degli accordi firmati a livello nazionale, a testimonianza della bontà del lavoro che gli operatori dei sindacati, FNP CISL in testa, riescono a trasportare ai tavoli di confronto con gli enti territoriali (Regione e Comuni soprattutto). La negoziazione sociale è l’azione di confronto che si prefigge di incidere ed influenzare le politiche pubbliche (soprattutto quelle di welfare). La negoziazione sociale è uno degli assi portanti dell’azione del sindacato, e per FNP, che da sola ne ha firmato 321 in 12 mesi, l’obiettivo è rispondere in una logica universalistica ai bisogni dell’intera popolazione, in modo particolare a quelle fasce più vulnerabili e meno tutelate”. Onesto Recanati, Segretario FNP CISL Lombardia con delega alla negoziazione sociale, traccia così le linee dell’ultimo Rapporto sulla Negoziazione Sociale, che l’Osservatorio dei pensionati Cisl Lombardia, con il lavoro di Pietro Cantoni e Giuseppe Redaelli, ha dato recentemente alle stampe.
Dal report emerge che dal 2020 al 2021, dopo la fase acuta dell’emergenza Covid, il numero di accordi in Lombardia è cresciuto di oltre il 60% (erano 208 i patti firmati dal sindacato). In Lombardia, gli accordi relativi alla fiscalità locale sono di gran lunga i più numerosi (323). Seguono quelli sugli anziani over 65enni (237), le famiglie (226), i minori under 18 (191), gli anziani non autosufficienti (186) e le persone con disabilità (177).
In Regione Lombardia, l’area di spesa sociale (sulla quale la contrattazione dei sindacati insiste) maggiormente finanziata è stata quella relativa a “famiglia e minori” (che rappresenta il 35,4% della spesa sociale complessiva), con 594,6 milioni €, in aumento rispetto al 2019, seguita dall’area “disabilità” con 330 milioni €, che invece ha registrato una diminuzione pari al 2,6%. Diminuiscono leggermente anche le risorse dedicate ai servizi sociali dell’area “anziani”.
La somma destinata alla “compartecipazione sociale” ai servizi sociosanitari (Rsa, Rsd, Cdd, Css, ecc..) è diminuita di 28,8 milioni € rispetto al 2019. Stesso andamento per l’area “immigrazione”. L’area “emarginazione e povertà” è invece quella che ha registrato l’incremento più significativo, passando dal 4% del 2019 al 9,7% del 2020. Infine i “servizi sociali professionali” (Segretariato sociale e Servizio sociale) e i “costi di funzionamento del sistema” (Ufficio di piano, sistemi informativi, ecc..) hanno mantenuto sostanzialmente la stessa spesa rispetto al 2019. Il risultato che ne scaturisce è che la popolazione lombarda beneficiaria dell’azione negoziale nel 2021 è stata pari a 2.767.268, ovvero quasi il 28% del totale. È opportuno evidenziare che negli ultimi due anni, che non sono stati dei più semplici a livello sociale ed economico, il lavoro dei negoziatori territoriali è riuscito a portare benefici all’incirca ad 1/3 dei residenti lombardi.
“La contrattazione sociale in Lombardia – dice Il Segretario Generale di FNP CISL Lombardia, Osvaldo Domaneschi - è una esperienza di relazioni sindacali sul territorio che negli anni si è progressivamente estesa, raggiungendo un numero significativo di Comuni e, quindi, manifestando i propri effetti su una ampia platea della popolazione lombarda, nonostante nel
corso dell’ultimo biennio si sia confrontata con un contesto particolarmente complesso.
Come sindacato, quindi, confermiamo l’interesse e la volontà ad investire sul rilancio di una nuova stagione di contrattazione, migliorando le tutele per le famiglie delle lavoratrici e dei lavoratori, e promuovendo condizioni di sviluppo economico e sociale sostenibile.
La contrattazione sociale andrà migliorata in estensione e qualità e dovrà avere un carattere sempre più continuativo e di co-decisione. Per questo – conclude Domaneschi - anche la FNP CISL deve ripensare le sue priorità, dedicandole mezzi economici, investendo in formazione e in risorse umane qualificate e progettando nelle proprie sedi nuovi servizi e sportelli dedicati alle politiche sanitarie e sociali”.