SECONDO UNO STUDIO DELL'ONU L'EUROPA ENTRO IL 2025 HA BISOGNO DI 159 MILIONI (!) DI IMMIGRATI PER NON MORIRE. PERO'…UNA NOSTRA NOTA 11 4 20 27

Si direbbero numeri da fantascienza se non fossero contenuti nel rapporto diffuso all'inizio del nuovo millennio, gennaio 2000, nel rapporto della "Population division" (Divisione per la popolazione) delle Nazioni Unite a New York, intitolato: "Migrazioni di ricambio: una soluzione per le popolazioni in declino e invecchiamento". La stampa internazionale ne diede allora ampio risalto, ma come tutte le cose vere, che però infastidiscono od impauriscono, è stato presto dimenticato e rimosso, aspettando il momento in cui si sbatterà la testa contro i fatti, che piaccia o no! Si tratta di calcoli fatti da demografi, suscettibili di molte varianti che sfuggono al calcolo matematico. Commentò allora Joseph Chamie, direttore dell'organismo che stese il rapporto: "Siamo coscienti che queste cifre sono politicamente inaccettabili dagli europei, ma francamente non si può non guardare in faccia questi problemi: le popolazioni di tutti i paesi del mondo invecchiano, ma, in Europa, esse invecchiano a un ritmo allarmante ed è indispensabile prendere atto delle conseguenze economiche e sociali di questo fatto". Nel rapporto viene minuziosamente analizzata la situazione internazionale in merito, dipingendo lo scenario in cui va collocato il calcolo di un bisogno di 159 milioni di migranti entro il 2025. Si precisa anche che è certamente possibile pensare, oltre al tasso di fertilità, attualmente attorno all'1,4 in Europa e all'1,2, figli per famiglia, in Italia, ad altre variabili, come l'innalzamento dell'età pensionabile o a sistemi di produzione della medesima ricchezza con meno manodopera, ma ciò non rientra nei calcoli dei demografi, i quali tuttavia invitano i politici a "cessare di far la politica dello struzzo". Già tempo fa in Italia apparve uno studio il quale affermava che la popolazione italiana per la stessa data, il 2025, se si continua così, sarà composta da 30 milioni di italiani, anziani, e 20 milioni di giovani immigrati. Chi vivrà, vedrà!

Cfr.: "MIGRANTI-press" Anno XXII/Nr. 1-2 (14 gennaio 2000) pag. 5-6. Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana - www.migrantes.it

Nostra nota

- Innovazioni alle viste. Sulla serietà del rapporto non discutiamo. In realtà nei 14 anni che mancano alla data indicata ci saranno innovazioni epocali, sotto ogni profilo, primo dei quali l'offerta di lavoro. L'Europa ormai è un ectoplasma (in parte si salvano italiani e spagnoli perché hanno quello che manca agli altri, la fantasia), i suoi membri hanno perso il valore della strategia, i reggitori sono costretti a vivere alla giornata perché altrimenti i cittadini non li seguono e li sostituiscono, la freschezza viene dall'Oriente, dal Sud dell'Africa e dell'America.

Abbiamo visto altri rapporti, autorevolissimi, tratteggiare scenari che sembravano in via di realizzazione e che poi rapidamente si sono dissolti avendo innescato contromisure imprevedibili alla vigilia.

- Nucleare. Un punto fondamentale: il guaio giapponese non è stato provocato da un incidente all'impianto nucleare ma dallo tsunami, eppure le vicende successive hanno decretato probabilmente la fine,. Più o meno rapida che sia, di questo tipo di energia. La fusione è lontana. Gli ottimisti parlano di almeno 50 anni, ma solo gli ottimisti. La gente chiede sempre più energia. Dove prenderla? Le fonti rinnovabili, quali sono oggi, possono dare un contributo modestissimo. Incrementandole si passerà dal modestissimo al modesto ma non oltre. Necessità però aguzza l'ingegno. Nel micro c'è un'attività intensa che anche se non si traduce in quantità apre orizzonti con la qualità. Necessità però aguzza l'ingegno. Il vulcanesimo per fare un solo esempio di nuove fonti. La revisione forzata degli imballaggi per fare un solo esempio di, grande, risparmio energetico.

- Regole. Ultima considerazione: regole uguali per tutti, compresa quella, difficilissima, di mettere il bavaglio alla speculazione che sta trascinando il mondo, questo SI, alla rovina. I casi Egitto, Tunisia e Libia sono stati interpretati come anelito alla libertà e alla democrazia. Quest'ingrediente c'era in gruppi altamente minoritari. La molla che ha fatto scattare le reazioni è stata in realtà il vertiginoso aumento dei generi alimentari verso i quali si è orientata la speculazione internazionale senza possibilità di difesa come era invece una volta quando almeno le banche centrali potevano fare argine. Se non si inventa qualcosa le conseguenze rischiano di essere gravissime.

NdD

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