IN ITALIA L’ENERGIA IDROELETTRICA E’ LA NUMERO UNO DELLE RINNOVABILI

E la provincia di Sondrio è la numero uno

L’energia idroelettrica in Italia continua a rivestire un ruolo di primo piano, con più di 2mila centrali idroelettriche e un contributo che, pur variando di anno in anno a seconda del livello delle precipitazioni, corrisponde a circa un sesto dell'intera produzione elettrica nazionale. Con 1.613 strutture al Nord, 277 al Centro e 172 nel Sud e sulle isole, il numero degli impianti idraulici è aumentato nel 2005 dell'1,7% rispetto all'anno precedente. In controtendenza la produzione è calata da 49.283,7 Gigawatt/ora a 42.356,9 Gwh.

A riferirlo è Terna, la società responsabile in Italia della trasmissione e del dispacciamento dell'energia elettrica sulla rete ad alta e altissima tensione su tutto il territorio nazionale. Il Piemonte è in pole position con 458 strutture, seguito dal Trentino e Lombardia che ne contano rispettivamente 352 e 321, il Veneto che si stabilizza a quota 186 e il Friuli Venezia Giulia con 134.

Le Marche con 94 impianti detengono il primato del Centro, mentre per Toscana e Lazio si riscontrano rispettivamente 87 e 68 strutture, l'Emilia Romagna (63), la Valle d'Aosta (60), l'Abruzzo (49), la Liguria (39), Umbria, Campania e Calabria con 28 ciascuna, il Molise (25), la Sicilia (19), la Sardegna (16) e la Basilicata (7). Neanche un impianto in Puglia.

L'energia cinetica delle masse d'acqua (acquisita cioè dall'energia potenziale che una massa d'acqua perde con un salto o un percorso in pendenza) viene utilizzata da tempi immemorabili per scopi energetici: è stata anzi la prima fonte energetica largamente usata dall'uomo in sostituzione di quella muscolare e animale.

Attualmente lo sfruttamento prevalente dell'energia cinetica delle acque, siano esse fluenti o in caduta, è relativo alla produzione di energia elettrica. Sono proprio quelli idraulici i più grandi impianti esistenti per la produzione di elettricità (centrali idroelettriche). L'elettricità prodotta dalle centrali idroelettriche non ha alcun tipo di emissione inquinante. L'unico impatto ambientale, di rilievo solo per le centrali più grandi, è costituito dalle modificazioni degli ambienti naturali conseguenti alla realizzazione degli sbarramenti artificiali necessari per un adeguato sfruttamento dell'energia idraulica.

A livello regionale la differenza di produzione tra Italia settentrionale e centrale è abissale: nel Nord per l'anno 2005 si registra una produzione di energia idroelettrica pari a 31.108,3 in confronto ai 3.701,2 Gwh di produzione per le regioni centrali.

Il Sud invece si stabilizza a quota 7.547,4. La regione più produttiva è stata nel 2005 la Lombardia con 9.420,8 Gwh di energia idroelettrica generata, seguita dal Piemonte con 6.803,4 Gwh e dal Trentino Alto Adige con 6.638,1 Gwh. Per quanto riguarda il Centro Italia l'Umbria è stata la regione a più alto valore produttivo con 1.529,3 Gwh, seguita dal Lazio con 1.147,9 Gwh e dalle Marche (576,1 Gwh) e dalla Toscana (448 Gwh). Nel Sud, a produrre di più è stato l'Abruzzo (2.124,6 Gwh), seguito dalla Campania con 1.939,2 Gwh e dalla Calabria che ne produce 1.370.

"L'energia idroelettrica rappresenta la principale voce elettricita relativa alle fonti rinnovabili, con una fondamentale capacità di produzione che varia a seconda della presenza di acqua - ha detto Edoardo Zanchini, responsabile di Legambiente per il settore Energia - Il punto su cui oggi si può intervenire per ampliare questa produzione sta nelle centrali di piccola taglia, si possono ancora sfruttare i piccoli salti, gli acquedotti, ed è questo che si sta facendo in molti Comuni italiani".

"Un altro aspetto riguarda il ripotenziamento delle centrali esistenti - ha aggiunto Zanchini - che in larga parte risalgono alla prima metà del secolo scorso. Alcuni impianti sono vecchi. Quello che si puo fare è quindi migliorare e potenziare quelle centrali esistenti per ricavare più energia. Il problema che deriva dalla cronaca di queste settimane riguarda invece i cambiamenti climatici - ha spiegato - e la riduzione delle piogge. L'idroelettrica rischia di incorrere in rischi elevati e in seri problemi gestionali nei prossimi anni se non sarà prestata attenzione alla gestione generale della risorsa acqua".

"È vero che c'è stata una diminuzione della produzione dell'energia idroelettrica solo in parte dovuta ai cambiamenti climatici - ha detto Sergio Adami, responsabile Impianti idroelettici alti Enel - Il discorso ambientale è sempre più preponderante, ma se da un lato abbiamo il miglioramento del sistema ambientale, dall'altro assistiamo a una perdita della produzione di energia idroelettrica".

"Inoltre - ha aggiunto Adami - nell'arco di 35 anni c'è stata una variazione nella produzione di idroelettrica che si aggira tra il 10 e il 15% a livello medio. Quindi sulla diminuzione idroelettrica in parte incidono i cambiamenti climatici, ma d'altra parte bisogna tener conto anche delle normative sul deflusso minimo vitale”.

Quindici - Federutiliy

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