IMPIANTI E STAZIONI TURISTICHE: RISTORI E REGOLE

Dall'UNCEM regionale:
Si avvicina la data prevista per la riapertura degli impianti di risalita nelle stazioni turistiche
invernali, indicata nel DPCM al 18 gennaio (ne è arrivato un altro e si va a febbraio, poi a marzo
per lasciare usare gli impianti a Pasqua forse per sciare sull'erba,,, - red  -) 
, ma che quasi certamente dovrà slittare in
avanti per il perdurare di una situazione sanitaria ancora complicata. Si prospetta, così, una crisi
profonda per un settore che vale, solo in Lombardia, più di un miliardo di euro di fatturato.
Uncem Lombardia si unisce alle proposte delle Regioni che si stanno impegnando per
concretizzare le richieste del comparto montano, da formulare al Governo. Occorrono aiuti concreti
e certi per evitare il tracollo del settore, servono risposte immediate per le aziende, per i lavoratori e
le loro famiglie. Imprese ma non solo, anche i tantissimi lavoratori stagionali, il cui numero supera
ampiamente le parecchie migliaia di unità, di cui poco si parla, che al momento non godono di
nessuna protezione e rischiano seriamente di non essere nemmeno ricompresi tra i ristori.
C’è poi tutto l’indotto da tenere in seria considerazione: rifugisti, noleggiatori e maestri di
sci ad esempio, ma anche il settore alberghiero e quello della ristorazione, quello dei servizi,
l’agroalimentare ed il commercio locale, tutti traggono sostentamento dalla presenza di turisti nelle
rispettive valli. Intere comunità di montagna vivono grazie alla stagione turistica invernale.
Il timore che non ci sia consapevolezza di questo è reale e lo si è visto quanto si è tentato di
banalizzare lo sci quale sport elitario, senza conoscerne i risvolti e le peculiarità sulle quali le
montagne fondano la propria sopravvivenza: la neve sta alla montagna tanto quanto il mare alle
località marittime, solo per fare un esempio concreto.
Serve quindi la dovuta considerazione e ristori immediati, certi e concreti, così come sta
accadendo in Francia, in Spagna, Germania ed in Austria dove alle imprese viene già da oggi
riconosciuto un ritorno consistente, proporzionale al mancato fatturato. Un percorso da attuare
anche mediante l’adozione di un modello comune nell’arco alpino europeo per evitare pericolose
sperequazioni.
Ed in vista di una ripartenza, seppure tardiva, è necessario per i gestori degli impianti di
risalita avere certezze delle regole di apertura e delle modalità di gestione dei flussi di fruitori degli
impianti e delle soste, regole che non sono ancora state approvate.
Il rischio è che la crisi di quest’anno, se non opportunamente arginata, possa determinare
l’impossibilità di ripartire quando sarà il momento. Si tratta di un comparto che oggi soffre alcuni
miliardi di mancato fatturato e che rischia, a crisi epidemica finita, di non avere più la forza di
rialzarsi con ripercussioni socio-economiche gravissime per la montagna.

Il Presidente
Tiziano Maffezzini

Economia