L'Europa persino contro i nostri ambulanti
L'Europa persino contro i nostri ambulanti
Prima di pubblicare la nota di Anva Confesercenti e Fiva Confcommercio che chiedono di rivedere l'applicazione della cosiddetta Direttiva Bolkestein una riflessione. La sua logica era quella della massima concorrenza della massima libertà dei servizi. Un principio valido su una scena continentale o anche transazionale. Che invece si arrivi a dover applicare questa norma al banco al mercato, 4 o 5 metri di lunghezza e due o tre di larghezza, è una cosa che dovrebbe gridare vendetta al cospetto di Dio. Una delle tante follie dei burosauri di Bruxelles. Restiamo in attesa che ci impongano la loro sulla refezione scolastica, su dove dobbiamo mettere le strisce pedonali, su quali biro in dotazione degli uffici, su come deve esser il pane che mangiamo (non ci si stupisca: avevano tentato anni fa di eliminare il pane del fornaio a favore di quello industriale!). Tempo fa protestarono i concessionari balneari, poi altri della categoria, ora gli ambulanti. E mille altre cose; basta pensare il cartello di “acqua non potabile” (tale non certo per qualità ma per via del Regolamento specifico, roba da chiodi) in un rifugio a 3600 metri!!!
Non è che l'Europa si scava la fossa da sola? (ndr)
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Anva Confesercenti e Fiva Confcommercio ((ssociazioni nazionali venditori su aree pubbliche) hanno sempre sostenuto, fin dalla discussione del Decreto Legislativo 59/2010 presso le competenti Commissioni Parlamentari, la necessità di escludere il commercio ambulante e su aree pubbliche dall'ambito della Direttiva Bolkestein. Un provvedimento la cui introduzione è stata subita – e non voluta – e che le due Associazioni hanno subito cercato di governare attraverso l’Intesa in Conferenza Unificata. In effetti, l’applicazione integrale dell’Intesa e dei suoi documenti applicativi emanati dalle Regioni consente di mettere in sicurezza le imprese di commercio su aree pubbliche, grazie ai criteri di professionalità ivi individuati. Pertanto, azzerare oggi l’Intesa significherebbe mettere in discussione e quindi vanificare il riconoscimento dei diritti e della professionalità garantito dalla stessa Intesa: è quanto si legge in una nota di Anva-Confesercenti e Fiva-Confcommercio al termine della riunione congiunta degli Organi esecutivi in relazione alla norma contenuta nel DL 244/2016 (art. 6 comma 8) riguardante la proroga delle concessioni di commercio su aree pubbliche.La successione degli avvenimenti, che vanno dall’inizio di novembre 2016 fino alla fine dell’anno – prosegue la nota - ha creato, sia all’interno della categoria che degli Enti Locali che già avevano iniziato le procedure di selezione, un palese sconcerto ed aumentato in modo esponenziale il grave stato di incertezza operativa nel quale versa il settore innescando un processo di destabilizzazione e un vero e proprio caos procedurale. Anva e Fiva ribadiscono che, allo stato attuale, e prima che sia concluso l’iter di attuazione dell’Intesa, ogni altro intervento normativo sarebbe estremamente deleterio, in relazione a quella che è l’attuale situazione del settore e tenuto conto della necessità di mettere in qualche modo un punto fermo al permanente stato di incertezza. In questo senso, le due Associazioni ribadiscono alcuni principi fondamentali: