TARES. Bollette: che scoppole! Nel 2014 però muore e nasce la Iuc!

Bollette salate. Proteste a iosa. Ora oltre ai rifiuti si pagano anche gli altri servizi. Passarli al setaccio per ridurre i costi la parola d'ordine

Perchè non parliamo della Tares?  Ce lo chiede una e-mail che oltre alla domanda ci invita ad andare a guardare anche l'altro piatto della bilancia. Di solito si fanno i conti per fronteggiare le spese. L'invito è per contrarre queste spese ed evitare di inasprire le bollette dei cittadini.
Della Tares ne hanno parlato tutti anche se non tutti addebitano, come invece sarebbe giusto, gli aumenti dei costi alla 'S' dell'acronimo che viene da “TAssa sui Rifiuti E sui Servizi”. Quella 'S' fino allo scorso anno non si pagava, o meglio la si scaricava addosso allo Stato. Il Governo Monti ha deciso di fare quello che per la verità in tanti dicevano si dovesse fare da tempo. I servizi, dicono, vanno pagati. C'è un fondamento di verità nel senso che se paga Pantalone non tutti ci stanno attenti. C'è un esempio anche a Sondrio come ha riportato il nostro giornale su sollecitazione di una attente lettrice. Modesto che sia è comunque significativo visto che anche la pubblica illuminazione è un servizio che, rientrando nella Tares, va pagato. La nostra lettrice se la prendeva con quello che definiva uno spreco con riferimento al Castello Masegra, a San Lorenzo, alla Sassella. Perchè tenere acceso tutta la notte? Perchè non spegnere alle 21/22?. Stesso discorso a situazioni di grande illuminazione come il settimo ponte, il parcheggio di Via Tonale, lo stadio eccetera?

Recentemente l'assessore Busi ha spiegato il meccanismo. Sino a ieri c'era la Tarsu, 'TAssa Rifiuti Solidi Urbani' che veniva calcolata in base ai metri quadri, come da catasto. Oggi bisogna tener conto anche delle persone che ci abitano. Per lo sfitto ci sono le persone virtuali. 25 mq ne valgono una (se l 'abitazione è di 72 mq?... due persone e 22 venticinquesimi?). A questo punto intervengono i parametri che lo Stato ha indicato con una forbice da non superare in alto e da non scalare in basso). Ieri venivano usati diversi di questi parametri, 12 per famiglie, 11 per gli altri; ora sono diventati 31. Fin qui però niente di particolare anche perchè, come ha osservato la CGIA di Mestre l'espansione della raccolta differenziata ha determinato una sensibile riduzione dei costi. Come si accennava dianzi il peso dei maggiori costi viene dall'introduzione della norma che i servizi devono essere pagati, al 100%. Per il Comune di Sondrio l'assessore ha stimato che si sia dovuto passare da 3,7a 4,1 milioni di €uro
Il guaio è stato il come applicare il nuovo regime con le difficoltà che le simulazioni dimostravano, capaci di portare qualcuno al triplo e contestualmente altri alla metà. Alla fine il criterio usato è stato quello di pesare di più sulle aziende maggiori, ad esempio classificando le banche come gli uffici, cercando di “penalizzare il meno possibile alcune categorie””. Non è finita. L'assessore infatti lamenta che il tempo ristrettissimo è stato un ostacolo che qualche problema può anche averlo provocato. Ha poi dato qualche dettaglio sulla situazione di ristoranti e pizzerie nonché sull'incidenza dello spazzamento della neve che con gli altri servizi ha visto confluire il relativo costo nella cassaforte della Tares.
Un'osservazione conclusiva. La Tares è stata certamente un bene per il Paese e lo diciamo pensando a quei Comuni, e non sono pochi, che i servizi ai cittadini preferiscono non farli pagare. Per loro non è popolare. E' meglio aspettare che arrivi Pantalone, lo Stato ossia tutti noi, a saldare i deficit. L'Italia è però a macchia di leopardo e anche al Sud, valga l'esempio di Salerno, ci sono amministratori che operano come quelli valtellinesi. E anche al Nord ce ne sono di quelli che non amministrano le loro città, i loro paesi allo stesso modo. Quando il Comune di Sondrio fece pagare l'acqua, salvo le prime fasce, 1000 £ al metro cubo si scoperse che i Comuni intorno a Milano l'avevano lasciata a 200 lire tanto che poi quando emerse il problema atrazina dovette intervenire lo Stato, cioè ancora noi. Nonostante che da noi la maggior parte dell'acqua che sale fino ai piani alti degli edifici sfrutta la naturale differenza di quota mentre in quei Comuni le pompe fanno girare vorticosamente i contatori con i relativi costi! Si deve sapere che dalle Alpi al Lilibeo ciascuno a casa propria deve pagarsi i servizi. Se si sciala pagano tutti. Se si usa la diligenza amministrativa ne beneficiano tutti.
E c'è un'ulteriore conseguenza: la trasparenza. Dal momento che sono entrati in gioco, e ci resteranno, comunque indicati o magari mascherati, i “servizi indivisibili” con il loro costo da spalmarsi su persone e aziende, diventerà indispensabile una costante analisi del rapporto qualità/costo nonché della parte 'sociale' relativa alle facilitazioni, anche in termini di struttura tariffaria, per categorie o situazioni di debolezza.
Una sola aggiunta. Tares moribonda, nel 2014 arriverà la Iuc, Imposta Comunale unica. Malignare non va bene ma magari ci si indovina. Come mai “Imposta” se per definizione è “Tassa” quella che riguarda il corrispettivo di un servizio? Non è un appunto formale. Che abbia a che fare coi codici questa scelta...? Chi ne sa qualcosa lo dica.

 

GdS
Economia