Frontalieri fregati. Non sono evasori fiscali!

(Lnews - Milano, 11 feb) "Il Governo si e' accorto tardivamente
dei frontalieri, dopo averli ignorati per anni e al solo scopo
di spremerli". Lo dichiara Francesca Brianza, assessore
regionale al Post Expo e Citta' metropolitana e delegata della
Regione Lombardia per la Regio Insubrica.

DAL 2012 LAVORATORI DI CONFINE SOTTO ATTACCO - "I riflettori -
ricorda l'assessore Brianza - si sono accesi sui frontalieri
prima nel 2012, con un furto dell'indennita' speciale di
disoccupazione di 270 milioni di euro, poi con la revisione
degli accordi bilaterali, che produrra' i suoi effetti dal 2018,
provocando un aumento della pressione fiscale". "Ora - prosegue
- il Governo torna all'attacco con la tassa sulla sanita',
chiedendo ai lavoratori transfrontalieri di contribuire al
Servizio sanitario nazionale, equiparandoli, di conseguenza, a
degli evasori fiscali, senza considerare che gia' pagano le tasse
attraverso i ristorni".

NUOVO BALZELLO GENERA PREOCUPAZIONI - "Questo nuovo balzello -
sottolinea l'assessore - sta creando non pochi disagi e
preoccupazioni e, ancora una volta, si sta cercando di scaricare
la responsabilita' su Regione Lombardia".
"Adesso - conclude l'assessore Brianza - attendiamo le risposte
del Governo Renzi alla lettera del presidente Maroni, per fare
una volta per tutte chiarezza sulle responsabilita'".

LA LETTERA DI MARONI AI MINISTRI - Per questo, il presidente di
Regione Lombardia Roberto Maroni ha scritto ai ministri
dell'Economia e della Salute e all'Agenzia delle Entrate in
merito alla questione del pagamento della sanita' italiana da
parte dei lavoratori frontalieri: a Roma si pretenderebbe che i
frontalieri, che gia' pagano le tasse oltreconfine, si facciano
carico di un ulteriore balzello per l'iscrizione al Servizio
sanitario nazionale italiano con una cifra che puo' arrivare fino
a 2700 euro all'anno.

TASSA LEGITTIMA? - Nella lettera del presidente, inoltre, sono
stati posti precisi quesiti sulla legittimita' della nuova tassa:
in particolare, se i frontalieri siano tenuti da subito al
pagamento del contributo, contando che e' ancora in vigore
l'accordo bilaterale Italia-Svizzera del 1974. Tale accordo
prevede che circa il 40 per cento del gettito fiscale generato
dai lavoratori frontalieri venga versato ai Comuni italiani di
frontiera attraverso i famosi ristorni. Per questo viene
sottolineato che i frontalieri non sono degli evasori. Inoltre,
entrando in vigore nel 2018 il nuovo accordo bilaterale
Italia-Svizzera, che prevede un nuovo regime fiscale,
l'interrogativo verte sul fatto se sia opportuno applicare ora
questa nuova tassa. (Lnews)

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