TROPPE TASSE. SE LO DICE LUI… (IL MINISTRO, CHE SMENTISCE PRODI!!!)

Se ne è accorto dando ragione al suo preeecessore Tremonti. Meglio tardi che mai. Che riflessi lenti però! Chissà se fra qualche giorno scoprirà che il Ministro delle tasse è lui. Ma lo è proprio? Di nome sì

Il Ministro Padoa Schioppa se ne è uscito nei giorni scorsi con una dichiarazione ufficiale (in una circolare ai Ministeri) illuminante: in Italia si pagano troppe tasse. Si potrebbe dire che è meglio tardi che mai. E quindi è positivo che se ne sia accorto anche lui dando ragione al suo preeecessore Tremonti. Che riflessi lenti però! Chissà, andando avanti con questi ritmi tutt’altro che frenetici, se fra qualche giorno scoprirà anche che il Ministro delle tasse è lui. Ma viene un dubbio: lo è proprio? Di nome sì, in quanto non è più come una volta quando c’erano i Ministri della spesa (Tesoro), dell’entrata (Finanze), della programmazione (Bilancio). Oggi questu tre Ministeri sono stati unificati. C’è solo il Ministro dell’Economia. Di nome. Di fatto le Finanze sono affidate a un viceministro, Visco, che in realtà fa quello che faceva anni fa nel Governo di centro-sinistra e cioè il Ministro. Provavilmebte senza chiedere il permesso, come dovrebbe fare un vice, al suo Capo per le cose importanti.

Pare diffusa la stima per Visco, da molti definito un galantuomo. Nulla da dire. Solo che ha il pallino delle tasse. Sulla vicenda della Guardia di Finanza qualcuno ha stupidamente tirato fuori la storiella che ce l’avevano con lui perché vuol colpire l’evasione fiscale. Il problema non sta qui ma nella sua logica, quella dell’esattore-sbirro secondo il quale pare che l’evasione fiscale sia sport nazionale degli autonomi dimenticando il macrosettore delle grandi aziende o il microsettore ma diffusissimo del secondo e terzo lavoro. Di auronomi evasori ce ne sono e come, anche se meno di una volta, ma da un lato, e lo spiegheremo, non è possibile fare di tutt’erba un fascio, e dall’altro si veda l’enorme gap di aspetti complementari a svantaggio del lavoro autonomo rispetto a quello dipendente.

Ci sono autonomi e autonomi

Ci sono autonomi, e sempre di più, che per il tipo di lavoro che fanno non evadono neanche una lira. Non perché sono bravi contribuenti ma perché non riescono, perché non ne hanno concreta possibilità. La generalizzazione, molto “Vischiana” porta questi poveri cirenei a sobbarcarsi molte più tasse del dovuto pagando loro per i colleghi infedeli.

Pari diritti fra autonomi e dipendenti? Un miraggio

Non parliamo di diritti. L’autonomo non ha ferie pagate. Se va in ferie non lavora e non guadagna. Peggio: se si ammala non lavora e non guadagna. Non ha 36 ore settimanali, le ferie, i permessi, i week-end, l’aspettativa. Se le cose non vanno bene non ha la Cassa Integrazione. Non ha il buono pasto, anzi spesso in officina, in studio, in laboratorio si mangia un panino in piedi. E non parliamo della burocrazia asfissiante: carte e carte per qualsiasi cosa anche se c’è da smaltire un pennello o un inoffensivo liquido di studio.

Conti che non tornano

Ci ha dunque informato, il Sign. Ministro, che le tasse sono troppe, il 42,3% nel 2006. Troppe. Se si potesse dire “troppissime” perché se il dato totale è del 42,3% e c’è gente che non paga o paga poco vuol dire che io pago il 50% o più. Elementare.

Smentita di Prodi

Che poi il Ministro dell’Economia smentisca il Presidente del Consiglio è il colmo. Doppio colmo perché risulta strano che l’opposizione non abbia rilevato la contraddizione. Capita.

Prodi aveva infatti escluso in dichiarazioni a raffica che ci sarebbe stato un aumento delle tasse. Talvolta furibondo contro chi lo affermava, tacciandolo di fare bieca propaganda.

Il Ministro dell’Economia, ineffabile, ha ufficialmente informato che le previsioni per il 2007 sono per il 42,8%, un pesantissimo mezzo punto in più dello scorso anno!

Dulcos in fundo. No comment.

Luca Alessandrini

Luca Alessandrini
Economia