LA TOSCANA, PER PRIMA, METTE IL CONTATORE SULL'ACQUA MINERALE. E FA PAGARE MA SBAGLIA DUE VOLTE

E' doppiamente sbagliato. La cosa giusta è fare invece quello che avevamo proposto al Convegno di Morbegno

A pochi giorni dalla conclusione del Forum mondiale dell'acqua di Istanbul, la Regione Toscana mette il contatore, prima in Italia, a coloro che estraggono dal suo territorio la preziosa risorsa. "L'acqua è da considerarsi un diritto inalienabile dell'umanità e d'ora in poi le imprese estrattrici pagheranno un canone sulla quantità di acqua imbottigliata e non più sulla mera superficie estrattiva", spiega Ambrogio Brenna, assessore regionale alle Attività produttive, parlando con l'agenzia "Toscana notizie".

La Regione ha infatti approvato il regolamento attuativo della legge 38/2004, che disciplina la ricerca, la coltivazione e l'utilizzazione delle acque minerali, di sorgente e termali.

"Le tariffe saranno decise dai Comuni - aggiunge Brenna - e vanno da 0,50 centesimi a 2,00 euro al metro cubo, con uno sconto del 50% per chi rispetta maggiormente l'ecosistema e imbottiglia in vetro anziché nella plastica. Il pagamento non sarà più anticipato, ma dovrà essere posticipato sulla base della quantità di acqua imbottigliata".

La legge "Toscana notizie", prevede anche l'obbligo di gara pubblica per il rilascio della concessione a conclusione positiva di un permesso di ricerca, e l'obbligo di stipulare una convenzione con il Comune per l'individuazione degli oneri diretti e indiretti a carico del concessionario.

E' sbagliato

Non siamo d'avvordo. La misura, giusta in teoria, è sbagliata sotto due profili.

1) Intanto la misura del canone è irrisoria.

2) In Italia c'è un consumo sproporzionato (quasi 200 litri/anni per persona), comunque soggetto alle leggi del mercato. Il canone, al di là di chi lo deve riscuotere, deve essere uguale per tutti sia che riguardi la Levissima, la S. Anna, la Flavia, la Ferrarelle, la Fiuggi, la Santa Maria o la San Giorgio, per andare dalle Alpi a Lampedusa.

Pochi anni fa vi è stato al Polo Fieristico di Morbegno un dibattuto convegno sull'argomento. Il sottoscritto in quella circostanza, citando la miseria che pagava la San Pellegrino per l'enorme quantità acqua imbottigliata a Valdisotto, aveva sostenuto due cose, trovando larghissima condivisione:

1) Indispensabile applicare un canone TRA LE 5 E LE 10 LIRE AL LITRO. Agli alti lai che si sentono in queste occasioni per il gravame sui consumatori facilissimo rispondere che, vista la media italiana di 190 lietri/abitante, il maggior costo per gli acquirenti sarebbe, udite idite, di ben 850 lire all'anno, ora 44 centesimi di €uro

2) Non è cosa sensata lasciare che ognuno faccia a modo suo. Il canone deve essere uguale in provincia di Cagliari (a Selargius per la San Giorgio) come in provincia di Sondrio (a Piuro per la Frisia) e come da qualsiasi altra parte. Possibile lo sconto per le bottiglie di vetro e l'addizionale per le bottigliette piccoline.

a.f.

a.f.
Economia