CONFINDUSTRIA, I COSTI DELL'INEFFICIENZA ENERGETICA

L'inefficienza della rate elettrica costa. 6 euro a testa, 300 milioni complessivi nel solo 2007, 500 per l'anno in corso, secondo i calcoli di Antonio Costato, vicepresidente della Confindustria per l'energia e il mercato. Il rapporto tra energia e ambiente era il tema del convegno dei Giovani imprenditori della Confindustria riuniti a Capri nei giorni scorsi.

Mauro Maccauro, presidente dei Giovani imprenditori della Campania, sottolinea come nel Mezzogiorno l'elettricità costa di più perché mancano le linee di alta tensione per portare sui mercati la corrente. Ne sa qualcosa Terna, che da anni combatte contro i mille ostacoli alla posa delle linee. Umberto Quadrino, amministratore de-legato dell'Edison, osservava amaro: «Abbiamo potuto costruire le centrali elettriche soltanto là dove ce lo consentivano le autorizzazioni dei sindaci più accorti, e non dove serviva al mercato, e poi Terna deve impazzire per allacciare gli impianti così remoti».

Ma le difficoltà non riguardano solamente l'allineare sequenze di tralicci da 380mila volt. Su scala domestica, noi paghiamo la corrente più cara anche perché il sindaco o un condominio si oppongono alla costruzione di una cabina elettrica, «un cubo di cemento di quattro metri che serve a distribuire la corrente fra le case - racconta Fulvio Conti, amministratore delegato dell'Enel - che attende tre anni per essere autorizzato. E il problema non è nostro, dell'Enel. Il problema è vostro, di voi cittadini e voi imprese».

Per Conti la soluzione è riportare allo Stato le competenze dell'energia: «Cambiare il Titolo V della Costituzione», vale a dire ritoccare quel passo costituzionale che lascia alle Regioni ampi margini legislativi sull'energia. Per Carlo Stagnaro dell'Istituto Bruno Leoni quanto più nei diversi Paesi è aperto il mercato dell'energia minori sono le inefficienze. Viceversa il monopolio abbassa l'efficienza e alza le emissioni di anidride carbonica.

15 - Federutility

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