Crisi economica, colpa anche dei valtellinesi

Un titolo del genere potrebbe far pensare di primo acchito che tutta la redazione abbia avuto un colpo di sole. Subito dopo però una simile ipotesi non sta in piedi per cui evitino di passare alla lettura di altro testo (c'è molta scelta, stiamo andando infatti verso in 25mila in archivio).
Crisi, sue ragioni. Chi dà la colpa all'Europa, chi al Governo, chi ai 'poteri forti', chi agli industriali e chi ai sindacati e chi più ne più ne metta. C'è del vero come del falso in quelle affermazioni ma noi andiamo oltre, andiamo a vedere quali sono le colpe dei valtellinesi.

Lo scorso 17 agosto scrivevamo: “Approvvigionamenti in vista per il Ferragosto. Un cartello con “Offerta” vistoso richiama l'attenzione sul reparto pomodori insalatari. Esterrefatti. Alla voce “origine” si legge Polonia che non ci risulta essere diventata “Il Paese del Sole”. Ne fa e ne esporta quando invece noi pur producendone sette milioni di tonnellate ne esportiamo solo 100.000. La gente ne compra, a Varsavia son contenti, nel Sud Italia si piange. In altro punto vendita Polonia, Olanda, Germania.
Non è finita. Un po' più in là ci imbattiamo nei “Perini” di provenienza (!!!) “Olanda”.
Ormai ci aspettiamo di tutto ed ecco le cipolle tedesche, le confetture belghe e così via.”

Riprendiamo quasi un anno dopo l'argomento. Abbiamo citato alcuni prodotti stranieri che troviamo in vendita e che in gran parte vengono messi nel carrello senza tenere conto della provenienza. Risultato: per la gente che compra quei prodotti fanno felici quei produttori ma piangono quelli italiani, soprattutto del Sud.

I mercanti
Nei supemercati troviamo di tutto in fatto di provenienze dall'estero con i casi limiti di cui dianzi o magari del succo di arancia che viene dall'Austria.  I mercanti ovviamente tirano l'acqua al loro mulino avendo come obiettivo la minimizzazione dei costi e la massimazione dei prezzi col risultato di incidere negativamente sul fatturato agricolo nazionale e conseguentemente sull'occupazione.

Gli acquirenti
Una soluzione d'interesse del nostro Paese ci sarebbe, quella in mano di tutti noi: scegliere Italia. L'olio del Sud o ligure o toscano. Il riso del Vercellese e non quello che ci arriva da oltre frontiera. Pomodori non polacchi, olandesi e simili. Nocciole, fichi arachidi, olio di semi, polli, patatine e così via. La crisi dipende anche da queste scelte non meno delle delocalizzazioni.

Ossia
Ossia lasciare sui banchi di vendita i prodotti esteri salvo ovviamente quelli non di produzione italiana (banane, ananas, altra ortofrutta). Se si scartasse dalle nostre scelte d'acquisto tutto il resto che viene da fuori a fare concorrenza alle nostre produzioni i mercanti nel loro interesse cambierebbero fornitori.

Le colpe
Le colpe sono dunque di tutti noi, valtellinesi compresi. Cambiare abitudini, specie alimentari, è difficile ma andando avanti così saremmo destinati a ricevere ul conto da pagare salato assai.

Incontro allucinante
S'è detto di prodotti alimentari. Per il resto un solo esempio significativo, un incontro allucinante, periodo natalizio di un paio d'anni fa. In un emporio tutto quello che serviva per il Natale. Shock; le statuine del Presepio fabbricate in Cina
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

GdS

 

 

Economia