CHE MANAGER VORREI ESSERE?

Un manager deve confrontarsi con le proprie capacità, sfruttandole al meglio nella gestione di un'organizzazione, nei rapporti con gli altri, nel proprio personale cammino verso l'autorealizzazione, mantenendo, però, una particolare attenzione alla qualità generale della vita.

Essere vincenti nella propria carriera, ma avere una serie di ininterrotte sconfitte nella sfera personale, porta, prima o poi, a inevitabili, e talvolta opprimenti, disequilibri.

Training maniacali e non spontanei, risciacqui continui dei cervelli, offrono troppo spesso l'illusione di costruire uomini vincenti, compromettendo l'individuo e la sua personalità.

Il "vero manager" dovrebbe invece avere quella particolare sicurezza che poggia le sue radici in una tranquillità personale, che è forza comunicabile perché assestata su un benessere di fondo che organizza tutta la vita nei suoi vari aspetti.

Non è più i tempo del manager nevrotico, sempre di corsa, che fuma una sigaretta dopo l'altra, che veste sempre firmato, che non sa quanti caffè ha preso, che afferma di non dormire mai o pochissimo e che ha perennemente mal di testa o disturbi fisici generalizzati.

Oggi occorre trovare il modo di essere coerenti con quello che si è, e non con quello che si vorrebbe far apparire, un modo che ci migliori, non solo nell'ottica professionale, ma in quella più generale del nostro essere sereni, vincenti, ottimisti, indistruttibili nei confronti della vita.

Vivere in un epoca nella quale i cambiamenti ci arrivano addosso l'uno dopo l'altro, vuol dire crescere nell'abitudine al cambiamento continuo, e molti sono colti da una perenne ed inafferrabile ansia, che li blocca emotivamente, imbrigliandone l'intelligenza.

Per "giocare" la partita della vita occorre però sapere chi siamo, conoscendone le regole e controllando le nostre paure, sapendo organizzare le nostre capacità e gestendo al meglio le nostre forze: è evidente che per tutto ciò è indispensabile una visione ottimistica del vivere.

Sembra tutto molto banale, ma è su queste banalità che ognuno di noi si confronta quotidianamente.

Tutto il nostro tempo, se ci pensiamo, lo dedichiamo a organizzare e gestire noi stessi, da quando nasciamo, fino alla fine dei nostri giorni, e da come ci gestiamo possiamo avere una vita più o meno soddisfacente.

Alla luce di quanto detto, possiamo considerare la capacità di "management" come un'attitudine insita in ogni essere umano, anche se, la maggior parte delle persone, non riesce ad esprimerla in tutta la sua potenzialità, non sviluppandola al di fuori dell'ambito familiare, o addirittura limitandola alla stretta gestione della propria persona.

Ognuno di noi gestisce un processo organizzativo per migliorare la propria vita, ed il manager deve cercare di migliorare la propria posizione organizzando gli altri.

La rete di relazioni che si sviluppa in questi contesti, tesa a migliorare e mantenere la qualità della vita raggiunta, deve fare i conti con le difficoltà provenienti dai mezzi tecnologici a disposizione, dal doversi continuamente aggiornare, e dalla gestione della fatica emotiva e fisica.

Il benessere, nostro e di chi ci circonda, dipende principalmente dalla risposta che ognuno di noi vuole dare alla domanda "che manager vorrei essere"?

Oliviero Castellani

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Oliviero Castellani
Economia