PIENAMENTE D’ACCORDO COL DDL SUL L’ACTION CLASS DECISO INSIEME CON IL DECRETO BERSANI

Il Decreto -Legge 4 luglio 2006, n.223, comunemente chiamato “Decreto Bersani”, dal titolo “Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonche' interventi in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 153 del 4-7-2006, di ben 41 articoli alcuni dei quali molto ampi, sembra diventato Il Decreto-tassisti. E’ vero che il blocco del traffico fa notizia, anche se magari in questo caso c’è una diffusa tendenza a colpevolizzare i manifestanti. Quando il blocco del traffico c’è per via dei pendolari, dei controllori di volo, dei ferrovieri che reclamano contro un licenziamento, dei no-global o quant’altri allora l’atteggiamento non è altrettanto colpevolista.

Vero anche che una certa esasperazione è stata indotta dal metodo. Forti con i deboli, deboli con i forti, diceva un tassista ricordando come recentemente prima di prendere certi provvedimenti il Governo si è incontrato con i Sindacati ed anzi dopo il NO su alcuni aspetti il Ministro dell’Economia Padoa Schioppa i provvedimenti relativi li ha messi in borsa e poi, al Ministero di Via Nazionale li ha infilati in un recondito cassetto. Nel caso dei taxi il Ministro Bersani ha detto invece che le regole si fanno senza sentire nessuno, poi che il Decreto non sarebbe stato cambiato, e poi ha dovuto mollare ed incontrare i sindacati. A questo punto si deve entrare nel merito cosa che non facciamo visto e considerato che stiamo proprio contestando l’enfatizzazione di questa parte del Decreto col risultato che il resto rimane in ombra o quasi. Pensiamo ad esempio alla cosiddetta “Action class” che contestualmente il Consiglio dei Ministri ha deciso di avviare con un ddl apposito.

L’ACTION CLASS

CLASS ACTION DOPO LUNGHI ANNI DI ATTESA ARRIVA ANCHE IN ITALIA Con un disegno di legge si istituisce l’azione collettiva a tutela dei consumatori e degli utenti in conformità con la normativa comunitaria. In particolare, si prevede che le associazioni di consumatori e utenti riconosciute dal Ministro dello Sviluppo Economico, le associazioni di professionisti e le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura possono richiedere al tribunale del luogo dove ha la residenza o la sede il convenuto la condanna al risarcimento dei danni e la restituzione di somme dovute direttamente ai singoli consumatori o utenti interessati, in conseguenza di atti illeciti commessi nell’ambito di rapporti giuridici relativi a contratti di atti illeciti extracontrattuali, di pratiche commerciali illecite o di comportamenti anticoncorrenziali, sempre che ledano i diritti di una pluralità di consumatori o di utenti.

L’esempio statunitense: "Class action": è il terrore della grande industria americana, l'arma di distruzione di massa in mano ai consumatori (e ai loro potenti avvocati). Basta un prodotto difettoso, un danno alla salute dei clienti, e negli Stati Uniti scattano sanzioni economiche che possono mettere in ginocchio le più grandi multinazionali: dal tabacco all'automobile. In nessun altro paese la protezione del consumatore è così efficace.

Pensiamo non a grandi vessazioni ma a quelle piccole come può essere un addebito di 2 o 3 €uro in una bolletta, in un rendiconto e simili. Praticamente la totalità subisce perché non pianta grane per una cifra così modesta. Eppure possono essere interessate milioni di persone. I soggetti di cui sopra vengono abilitati a sostituirsi ai singoli con il risultato che si realizza una vera tutela dei consumatori basata sulla prevenzione.

Consenso pieno. Speriamo che i soliti ignoti non riescano in Parlamento a condizionare il provvedimento!

Red

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