DECRETO: NO, NO, NO ALLA PARTE SUL COMMERCIO, UNA VIA LIBERA PER I CINESI

Detto di un aspetto decisamente positivo consideriamone un altro, decisamente negativo e cioè quello relativo alle norme sul commercio. I punti sono tre. In sostanza la libertà di aprire un esercizio commerciale prescindendo da qualsiasi iter autorizzativi o da requisiti personali; quindi la possibilità di vendere qualsiasi cosa e infine la possibilità di aprire il negozio a fianco di uno dello stesso genere. E via libera a chiunque voglia fare il pane.

Non si venga a dire che si tratta di misure a sostegno della competitività. Nel settore del commercio la concorrenza c’è già stata e l’ha determinata la grande distribuzione. Oggi si combatte ad armi sostanzialmente pari tra iper, super, su perette, negozi al dettaglio, spesso oggi coalizzati negli acquisti, e, dove funzionano, mercati all’aperto.

I nuovi provvedimenti incentiveranno l’apertura di nuovi negozi (cinesi) e la chiusura di vecchie botteghe (italiane). In nome della concorrenza, della competitività, delle liberalizzazioni.

Non ci interessa la polemica sul fatto che dalle nuove norme un vantaggio l’avranno le cooperative. Se anche fosse il problema non è qui. E’ in quello che abbiamo appena detto. Ripetiamo quanto dichiarato subito alla stampa: non siamo razzisti ma l’invasione dei cinesi – del resto già in atto negli esercizi pubblici , ristoranti, pizzerie, ber – non è un bel viatico per i commercianti italiani. Un po’ come la frutta e la verdura che ci arriva dall’estero e che non è un bel viatico per i contadini italiani.

Red

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