I frontalieri hanno diritto alla tutela della salute e a quella delle loro famiglie
(Dal Presidente della Provincia Elio Moretti) In questo frangente di emergenza un’attenzione è rivolta anche ai tanti lavoratori frontalieri di Valtellina e Valchiavenna che quotidianamente raggiungono la vicina Svizzera per svolgere la propria attività lavorativa. E non sono pochi. Anche loro, come tutti gli italiani, hanno diritto alla tutela della propria salute e a quella delle loro famiglie.
Il virus si sta diffondendo sempre più anche oltre confine e il numero dei contagi continua ad aumentare anche in terra elvetica. E’ fondamentale non vanificare i sacrifici degli italiani ed intervenire per rendere maggiormente efficaci le misure adottate.
Per questo motivo, in continuità della reciproca collaborazione e dei buoni rapporti che hanno sempre portato a ottimi risultati, ho chiesto alle istituzioni elvetiche e italiane, ognuno per le proprie competenze, di attivare quanto prima possibile misure a tutela dei nostri lavoratori frontalieri e degli stessi cittadini svizzeri. Misure sia in termini di salvaguardia della salute sia in termini economici e occupazionali.
Di seguito le richieste:
• l’immediata adozione di provvedimenti di chiusura di tutte le attività economiche non essenziali, al fine di non vanificare il sistema di protezione sanitaria adottato dall’Italia; • anche in considerazione delle disposizioni di Berna delle scorse settimane in merito alle autonomie cantonali, di prevedere procedure di consultazioni veloci con gli organismi trilaterali al fine di verificare l’impiego della forza lavoro necessaria, come adottato con successo nel Canton Ticino; • l’immediata adozione delle necessarie misure a tutela dei lavoratori frontalieri mediante l’attuazione di protocolli operativi di sicurezza per tutte quelle attività che devono rimanere aperte (mascherine, distanza, temperatura, ecc); • la possibilità da parte dei frontalieri che dovessero continuare l’attività lavorativa (attività essenziali) di usufruire di alloggi interni o convenzionati a prezzi calmierati, al fine di ridurre gli spostamenti in rientro verso l’Italia; • di prevedere operazioni di sanificazione dei luoghi di lavoro; • l’estensione dello smart working per le attività che lo consentono; • di garantire la prosecuzione dei rapporti di lavoro in essere e la messa in essere di strumenti compensativi per coloro che termineranno anzitempo il rapporto di lavoro; • di vigilare rispetto al rischio concreto di licenziamenti di massa che determinerebbero oltre alla compromissione del reddito delle famiglie italiane, un serio pregiudizio per l’auspicabile fase di ripresa; • di prevedere controlli ai valichi e nella viabilità ordinaria (italiana) per evitare viaggi di più lavoratori sullo stesso autoveicolo.
Sondrio, 7 aprile 2020