I frontalieri dimenticati ora nel decreto Rilancio
Le organizzazioni sindacali dei frontalieri salutano positivamente l’approvazione in Commissione Bilancio alla Camera dell'emendamento al Decreto legge "Rilancio" che riconosce un contributo fino a 6 milioni di euro in favore dei lavoratori frontalieri. Ringraziamo le forze politiche che hanno accolto e tradotto in emendamento le proposte su cui abbiamo lavorato in questi mesi di emergenza sanitaria, al fine di riconoscere una copertura a chi ne è sprovvisto tra quella parte, sia pur minoritaria, degli oltre 100.000 lavoratori frontalieri che attraversano ogni giorno nove confini nazionali, per lavorare e contribuire in maniera determinante tanto alle economie dei paesi esteri quanto all'economia nazionale con oltre 4 miliardi di rimesse.
Con la prossima conversione in legge, a seguito dell'emendamento, anche per i lavoratori frontalieri (ai sensi della direttiva comunitaria e degli accordi bilaterali con i Paesi extra UE), non coperti da Naspi in relazione alla breve durata dei contratti, all'attività parasubordinata, alle articolazioni contrattuali atipiche o precarie, che hanno perso il lavoro successivamente al 23 febbraio 2020,potranno usufruire di una provvidenza economica a parziale copertura.
La fase della pandemia ha messo in luce anche in questo caso squilibri, contraddizioni e carenze normative anche per i lavoratori italiani all'estero. A tal proposito, i sindacati ora, auspicabilmente a valle dell'emergenza sanitaria, propongono la ripresa di una della discussione sulle condizioni complessive dei lavoratori frontalieri, tanto con il Governo nazionale e quanto con quello dei territori di confine più coinvolti dal fenomeno.
CGIL
(Giuseppe Augurusa)
CISL
(Luca Caretti)
UIL
(Pancrazio Raimondo)