TI RICORDI QUANTO COSTAVA? PREZZI DI UNA VOLTA E DI OGGI
(Maurizio Frizziero) Quanto costava un caffè prima dell'euro? 1000 lire, risponde la maggior parte degli intervistati. E dopo? 1 euro, rispondono gli stessi. No. Il caffè nel 2001 costava in quasi tutte le città 1500 lire e, non appena è stato introdotto l'euroapplicando il cambio di 1.936,27, lo scontrino mostrava il nuovo prezzo, 76 centesimi. Peggio ancora vanno le cose se si torna al 1980, quando le risposte alla stessa domanda variano intorno alle 500 lire o più. Anche qui pochi rispondono correttamente, tra 200 e 250 euro. Ho parlato del caffè ma si potrebbe allargare il discorso ad altri costi di beni o di servizi; il risultato sarebbe lo stesso, la gente non ha, salvo casi particolari dei riferimenti corretti per definire un prezzo in un determinato anno. Cinquant'anni fa succedeva che, per festeggiare l'acquisizione di un nuovo cliente o l'approvazione di un lavoro appena terminato, si brindasse con bollicine. A seconda delle nostre casse si passava dalle 600 lire del Carpenè Malvolti alle 2800 del Vacheron Costantin (Cantine Perasso, a due passi dall'Arcivescovado), Anche il Ballantine era poco sotto le 3.000 lire e le sigarette che fumavo costavano 300 lire mentre le Marlboro 400. Per sapere cosa significherebbero queste cifre oggi è sufficiente cercare su Google un convertitore storico lira euro. Per fare un esempio tra quelli citati, bollicine più economiche, le 600 lire del 72 sarebbero ora 4,91 euro. Quanto costa oggi lo stesso prodotto? Da 4,70 a 5,00, praticamente lo stesso. Il caffè dovrebbe costare tra 1,60 e 2 euro, le 300 lire al litro della benziana del 75 sarebbero oggi 1,60. Concludo questo tema con una tabella riassuntiva della variazione dei costi dal 1945 in poi. Vi troverete dei dati interessanti: https://www.storiologia.it/tabelle/popolazione06.htm
Ammettendo che tutti questi esempi possano servire per verificare l'andamento dei prezzi durante questi cinquant'anni e a capire quanto l'inflazione abbia lavorato durante questo periodo (e, anche se in misura minore, lo abbia fatto durante i venti anni dell'euro) affronto un altro tema, l'assenza di memoria oggettiva del costo della vita e dei generi di prima necessità dopo un numero limitato di anni. C'è uno studio della Banca d'Italia interessante sul ricordo del costo del biglietto del cinema, https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/temi-discussione/2007/2007-061... ,
Ne riporto un brano, abbastanza lungo perchè vengono identificati i motivi di un ricordo inesatto.
“I risultati mettono in risalto la presenza di una forte distorsione nel ricordo dei prezzi:
- la media e la moda (il valore più frequente) delle risposte relative al prezzo del biglietto intero prima dell’introduzione dell’euro sono risultate pari, rispettivamente, a 9.000 e 7.000 lire, contro le 13.000 del prezzo effettivo nel dicembre 2001;
- soltanto un quarto del campione ricorda un prezzo corretto o a esso vicino; più della metà dei soggetti indica prezzi minori di 10.000 lire, assenti alla fine del 2001;
- risultati analoghi si ottengono per il ricordo del prezzo del biglietto ridotto (praticato a Roma il mercoledì): il prezzo più frequentemente ricordato è 5.000 lire, contro 8.000 di quello effettivo;
- per rintracciare prezzi effettivi vicini a quelli ricordati è necessario risalire a periodi antecedenti di oltre dieci anni l’introduzione dell’euro;
- il prezzo più frequentemente ricordato corrisponde, sia per il biglietto intero sia per quello ridotto, al prezzo effettivo al momento dello studio (7 e 5 euro rispettivamente) convertito al tasso 1.000 lire – 1 euro;
- una distorsione significativa, ancorché minore, viene rilevata anche per il ricordo dei prezzi riferiti al 2003.
Il ricordo, inoltre:
- è peggiore per coloro che percepiscono l’inflazione dopo il passaggio all’euro come più elevata e più persistente (anche se questa relazione va interpretata con cautela, tenuto conto che la memoria viene analizzata su un singolo prezzo e che sono trascorsi oltre quattro anni tra l’introduzione della nuova moneta e il momento dello studio);
- è migliore per chi va al cinema più spesso;
- è peggiore per i più anziani.”
Il passato comunque è passato. Come dobbiamo attrezzarci per il futuro per evitare che a noi non succeda più di ricordare dati esatti? Tutti noi riceviamo i volantini dei supermercati, teniamone uno ogni sei mesi. Sarà una documentazione utile, quando sarà necessario
Maurizio Frizziero