Sistema camerale lombardo ed Europarlamentari a confronto: emerge l’esigenza di una strategia comune di Silvia Campanella

Si è tenuto a Milano, presso Palazzo Affari ai Giureconsulti, un incontro tra i rappresentanti del sistema camerale lombardo e gli europarlamentari eletti nella circoscrizione nord-ovest, con lo scopo di avviare un processo di avvicinamento tra istituzioni comunitarie

e territorio.

Oltre ai rappresentanti delle 11 Camere di Commercio Lombarde e di Unioncamere Lombardia, all’incontro hanno partecipato gli Europarlamentari: Romano Maria La Russa, Cristiana Moscardini, Pier Antonio Panzeri, Guido Podestà, Matteo Salvini, Patrizia Toia, -Antonio Miola, per l’onorevole Pia Elda Locatelli. Per la Camera di Commercio di Sondrio hanno partecipato Arturo Succetti, Presidente e Vicepresidente di Unioncamere Lombardia, e Marco Bonat, Segretario Generale. Dal confronto è emersa la necessità di una strategia comune che consenta alla Lombardia, uno dei “quattro motori” d’Europa, di conservare il suo ruolo propulsivo, attraverso strategie di lungo periodo e politiche di coesione, evitando contribuiti a pioggia e protezionismi.

IL COMUNICATO CONCLUSIVO

Il processo di avvicinamento fra istituzioni comunitarie e territorio deve realizzarsi in misura maggiore rispetto ad oggi, attraverso la presenza attiva nel territorio delle istituzioni comunitarie e dei loro rappresentanti, e attraverso l’intervento efficace dei territori, e di quanti vi operano, presso le sedi di Bruxelles e Strasburgo. Su questo tema e sull’importanza di avviare un rapporto stabile di collaborazione si sono confrontati oggi a Milano i rappresentanti del sistema camerale lombardo e i Parlamentari Europei eletti nel nord-ovest.

Il sistema camerale lombardo rappresenta un sistema economico che genera il 21% del PIL nazionale, oltre il 28% delle esportazioni e che concentra nel proprio territorio la gran parte dei rapporti economici con la Comunità Europea e con il resto del mondo. Il confronto quindi con i rappresentanti parlamentari in Europa è determinante per elaborare insieme strategie di sviluppo che consentano alla Lombardia di mantenere la sua posizione tra i leader nell’economia europea.

“La prima e più forte richiesta che facciamo è creare le condizioni perché la Comunità Europea diventi al più presto un soggetto economico coeso al suo interno e in grado di presentarsi con strategie comuni e coordinate sui mercati mondiali - dichiara Francesco Bettoni, Presidente di Unioncamere Lombardia, rivolgendosi ai Parlamentari Europei. Non chiediamo attenzioni o favori speciali per la Lombardia, non è nella nostra cultura. I nostri imprenditori hanno più bisogno di politiche efficaci che di contributi; hanno bisogno di strategie di lungo periodo che sappiano valorizzare il ruolo delle regioni ‘locomotiva’, con politiche di coesione che puntino alla riduzione degli squilibri interni alla Comunità senza frenare le regioni strutturalmente più forti, bensì aiutandole nel loro ruolo di traino dell’intero sistema europeo, agendo sulle priorità che consentano di competere efficacemente sui mercati: ricerca e innovazione, internazionalizzazione e sviluppo del capitale umano. Vogliamo che la Lombardia possa continuare a svolgere il suo ruolo di locomotiva nell’interesse del Paese e per contribuire a centrare gli obiettivi di Lisbona”.

L’ingresso sui mercati della Cina, dell’India e di altri Paesi emergenti, che ormai sono diventati veri e propri competitors ha determinato un nuovo paradigma competitivo che evidenzia grandi rischi ma anche grandi e nuove opportunità di sviluppo: i rischi si stemperano e le opportunità diventano concrete solo a condizione di sapersi riposizionare in termini competitivi sul nuovo scenario. Tuttavia, né la Lombardia, né altre regioni forti o Stati europei, da soli, possono oggi immaginare di riposizionarsi singolarmente sui mercati internazionali senza fare “sistema”, senza politiche comuni e non solo di tipo monetario. Occorre muoversi nel rispetto delle regole del commercio internazionale senza controproducenti protezionismi e per il recupero di competitività reale, basata sull’innovazione e sulla capacità di essere interlocutori forti delle aree mondiali dove si aprono enormi opportunità di mercato.

Il professor Alberto Quadrio Curzio, Preside della Facoltà di Scienze Politiche e Professore Ordinario di Economia Politica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nell’evidenziare i punti di forza e di debolezza del sistema lombardo, ha sottolineato l’importanza fondamentale della competitività dei territori, oltre a quella delle imprese; e ha evidenziato come da questo punto di vista gli altri Paesi Europei sappiano muoversi meglio e sappiano concretamente ed efficacemente “fare sistema”.

Il sistema Lombardia ha di fronte a sé in termini netti e inderogabili il tema del riposizionamento competitivo, che non può che essere l’obiettivo centrale dell’azione di tutti i soggetti. Per Marco Citterio, past president di Unioncamere Lombardia “è un dovere morale del sistema camerale lombardo e dei parlamentari europei tracciare un percorso comune”. “Inoltre – evidenzia Cristiana Muscardini, europarlamentare – “in Lombardia abbiamo una grande percentuale di piccole e medie imprese, per le quali è fondamentale fare sistema”. Per Patrizia Toia, europarlamentare, bisognerebbe creare gruppi di lavoro tematici, che consentano di intervenire a monte, e cioè prima che le leggi vengano emanate. “Soprattutto adesso – sottolinea Romano Maria La Russa, europarlamentare- dopo che l’allargamento a 25 membri rende ancora più difficile trovare sinergie”. Pier Antonio Panzeri, europarlamentare, sottolinea la necessità di investire in Europa, operando per creare nuove opportunità politiche, economiche e sociali, per sconfiggere le perplessità dell’opinione pubblica. “I rapporti tra sistema camerale ed europarlamentari eletti nel territorio ci sono, ma non sono strutturati. Bisogna sviluppare in modo più organico una programmazione, per avere tematiche precise e attuali in agenda” chiude l’europarlamentare Guido Podestà, facendo propria l’istanza comune della necessità di dare continuità al confronto.

Silvia Campanella

Silvia Campanella
Economia