Sentenze idroelettrico: ragione alla Regione, torto agli ex concessionari

Illustra la situazione un soddisfatto assessore Sirtori anche per i 59 milioni...

(LNews - Milano, 3 lug) La lunga vertenza in atto tra gli ex

concessionari delle grandi derivazioni idroelettriche e Regione
Lombardia, ha fatto registrare, da ieri, un punto a favore di
quest'ultima.
Il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche (TSAP), con le
recenti sentenze, ha infatti respinto tutte le impugnative delle
disposizioni normative regionali proposte da alcuni operatori
idroelettrici inerenti le concessioni di grande derivazione
scadute nel periodo 1 gennaio 2011 - 2020.

In sintesi, sono state dichiarate manifestatamente infondate le
argomentazioni che gli operatori avevano addotto per sollevare
l'incostituzionalita' dell'impianto normativo regionale con il
quale la Regione consente all'ex concessionario di esercire la
derivazione e condurre le opere e gli impianti oltre la scadenza
della concessione per il tempo necessario all'espletamento delle
procedure selettive di riassegnazione della stessa.

Tra le motivazioni delle sentenze, si ritiene che l'ex
concessionario, anche in rapporto all'uso di tali impianti di
proprieta' regionale, debba versare alla Regione un corrispettivo
aggiuntivo per l'esercizio di tali impianti, il quale si assomma
al canone ordinariamente dovuto per l'uso dell'acqua a scopo di
produzione elettrica.

In Lombardia dal 1 gennaio 2011 al 2020 sono scadute 20
concessioni di grande derivazione idroelettrica per oltre
400.000 kilowatt di potenza nominale media annua. Se al termine
degli approfondimenti istruttori disposti dal tribunale, venisse
confermato il valore stabilito (20 euro per ogni kilowatt)
risulterebbero maturati, a carico degli operatori ex
concessionari, canoni aggiuntivi non corrisposti per oltre 59
milioni di euro.
Tali importi dovranno essere trasferiti per il 50% alle Province
e ai Comuni interessati, prevedendo particolari condizioni per
quelli rivieraschi.

"Queste sentenze - ha spiegato l'assessore a Enti locali e
risorse Energetiche Massimo Sertori - dimostrano che Regione
Lombardia ha agito correttamente entro i limiti consentiti dalla
Costituzione. Il tema concessioni idroelettriche non e' stato
affrontato dal Governo per 20 anni generando una situazione di
incertezza che non e' positiva ne' per le Regioni, ne' per i
territori, ne' per gli stessi concessionari, che ha avviato
l'Italia ad una procedura di infrazione".

"La legge nazionale varata nel 2018 - ha continuato - ha
regionalizzato questa partita e, poco piu' di un anno dopo,
Regione Lombardia ha adempiuto al compito di legiferare entro i
termini previsti del 31 marzo 2020, consentendo tra l'altro
all'Italia di mostrare alla Commissione Europea la capacita' di
rispondere alla procedura di infrazione".

"Il comparto idroelettrico e' strategico nel contesto energetico
nazionale e non puo' prescindere dai territori che ospitano le
dighe e le centrali perche' questa e' una delle poche attivita' non
delocalizzabili. Mi preoccupa invece che - ha sottolineato -
l'attuale Governo stia meditando di ricentralizzare le
competenze regionali in materia di energia e di ripristinare una
situazione di stallo, che ingenerera' contenzioso con le Regioni
e con i territori e che rischia di lasciare nelle sabbie mobili
un comparto cosi strategico. E' necessario - ha concluso -
attuare politiche di investimento a favore della produzione di
energia elettrica da fonte rinnovabile, a beneficio dei
territori. Su questo ribadisco la mia totale disponibilita' al
confronto con il Governo".

Attribuzione per territorio provinciale del canone aggiuntivo
2011-2020, per un totale complessivo di 59,6 milioni di euro:

- Provincia di Sondrio: 37,2 milioni di euro
- Provincia di Bergamo: 2,9 milioni di euro
- Provincia di Brescia: 6 milioni di euro
- Provincia di Lecco: 1,1 milioni di euro
- Citta' Metropolitana di Milano: 800.000 euro
- Provincia di Monza e Brianza: 1,1 milioni di euro
- Provincia di Como: 90.000 euro
- Regione Lombardia: 10,2 milioni di euro

Economia