GIANNA BALDINI, IL PRIMO SINDACO-DONNA IN PROVINCIA (COMUNE DI MONTAGNA). INTERVISTA PER "DONNE DI VALTELLINA" - LE VOGLIAMO CONOSCERE E FARLE CONOSCERE 12.7.30.1

"Donne di Valtellina, tema stimolante al di là di conformisti e stucchevoli dibattiti sociologici, spesso ideologici. Interessante invece in concreto evidenziare, attraverso le protagoniste, l'apporto delle donne alle nostre comunità di Valtellina e Valchiavenna.

1) Come vedete, come valutate questa iniziativa?

1. Donne di Valtellina, donne sindaco che nelle precedenti interviste hanno detto molto della loro esperienza politica e amministrativa, riflessioni intelligenti a cui avrei poco da aggiungere. Quindi è questa una buona iniziativa che risulterebbe ancora più interessante se potesse sfociare in un' analisi-confronto di esperienze e del significato dell' essere sindaco prima e dopo la nuova legge. Le donne sindaco oggi non sono più una rarità, sono tante e sono brave; sono diverse da noi che siamo state pioniere di questa esperienza? Mi piacerebbe che se ne discutesse pubblicamente perché credo che molto servirebbe raccontare ai cittadini che cos' era e che cos' è oggi amministrare un comune.

2) Le protagoniste che stiamo coinvolgendo hanno o hanno avuto ruoli importanti. Nello svolgimento di tali ruoli avete incontrato difficoltà - e in tal caso quali - legate al fatto che fosse una donna e non un uomo a svolgerli?

3) E' abbastanza diffusa l'opinione che qualsiasi attività risulti più impegnativa (famiglia, figli, casa…) per una donna rispetto all'uomo. E' così? In quale misura? E se questa è la diagnosi quale può essere la terapia?

2. 3 . Essendo la prima donna sindaco in Valtellina, suscitai molta curiosità. Avevo 29 anni, due bambine, insegnavo, nessuna esperienza amministrativa, entrata in lista quasi per gioco e per rispondere all' esigenza allora molto sentita, era il 1975, di misurarsi concretamente con i problemi, di provare a cambiare quello che si contestava nei movimenti. Ricordo le assemblee nelle osterie del paese, allora Montagna ne aveva una quasi per ogni contrada, la gente incuriosita che poteva dire a tutti tutto quello che c' era da fare lì, proprio dove abitava, e noi, in lista eravamo quasi tutti molto giovani, ad annotare i problemi e a studiare come risolverli. Un metodo nuovo di coinvolgimento dei cittadini che ci premiò. Vincemmo e fui eletta sindaco, dal consiglio comunale ovviamente, allora era così! Quindi c'era curiosità e anche attesa per vedere che cosa avremmo fatto, ma non ho mai sentito la diffidenza per il fatto che ero una donna, anzi. Gli uomini di Montagna sono cresciuti con donne forti e laboriose, pratiche e capaci, le nostre storie private sono piene di figure femminili che sono state il perno di molte vite e famiglie. Non era una novità vedere una donna che si prendeva una grande responsabilità e un impegno gravoso. I giornali ne avevano parlato facendo anche della retorica, mettendo in evidenza i soliti discorsi sul coraggio, la sfida, la parità, finalmente i diritti, anche le donne a rivestire ruoli importanti. Iniziò il lavoro di sindaco. Amministrare non è facile, devi saper dire anche molti no, devi avere il coraggio di scontentare qualcuno per il bene di molti; scegliere di governare con questo principio può implicare impopolarità e critiche, e anche sofferenza personale. Il piano regolatore, il primo della storia del Comune, per esempio, progettato con incontri con la popolazione, assemblee dove si cercava di dare ragione delle scelte per lo sviluppo del territorio, lo ricordo come una specie di guerra dove l'edificabilità del proprio pezzo di terra era, alla fine, per ciascuno il vero obiettivo. Tutti i bei discorsi di salvaguardia, di valorizzazione del territorio e di risparmio di suolo che andavano a farsi benedire. E allora le battute sulla 'sindachessa' non mancavano. Ma era logico, erano anche il prezzo dell' inflessibilitá con cui ritenevo di dover procedere per evitare discriminazioni e tentativi di corruzione. Ricordo molta fatica ma anche la soddisfazione di aver dato al paese un piano, un progetto di organizzazione e crescita ordinata a cui avrebbero dovuto attenersi negli anni successivi.

Tante altre cose abbiamo fatto in quel quinquennio, difficile elencarle senza rischio di amarcord, in questo contesto. Nessuna nostalgia di quel periodo. Rimane però una passione e un' attenzione per come affrontare i problemi del paese che non ti lascia più.

Certo, quando fai il sindaco la fatica, la preoccupazione, il tempo infinito in riunioni tolgono spazio ad altre attività e soprattutto alla famiglia. Ricordo la mia bambina che voleva conoscere quella brutta Giunta da cui dovevo sempre andare. Ma credo che non sia meno pesante l' impegno anche per un uomo che voglia avere una normale vita di relazione. È necessario avere il sostegno di chi ti sta accanto e molta disponibilità a collaborare in casa. Io l'ho avuta.

4) Con riferimento alla domanda precedente, in termini generali e non personali, ritenete che l'uomo in casa, visto che progresso vi è stato al riguardo, dia un soddisfacente apporto?

5) Che la società sia profondamente cambiata nel giro di non molti anni è un fatto. Come valuta questo cambiamento, quali le cose positive, quali quelle negative?

4. 5. Da uno sguardo di superficie, non oso dare giudizi che andrebbero fondati su analisi e statistiche; vedo però uomini , soprattutto giovani, che si danno molto da fare per rispondere ai nuovi modelli di maschi attenti e collaborativi.Resistono ancora molti, li vedo tutti i giorni, fermi nel ruolo di maschi che dalle donne pretendono molto e danno poco.

Dire che il cambiamento ha bisogno di educazione, impegno e tempo significa dare una carta in più alla politica e agli amministratori, in un ruolo da giocare leggendo e rispondendo con politiche intelligenti ai veri bisogni dei cittadini e mettendo davvero al loro servizio le istituzioni.

6) Vediamo la nostra di società, di Valtellina e Valchiavenna. Dal suo osservatorio, sulla base dell'esperienza fatta, come ne giudica la situazione attuale. Quale, eventualmente, futuro intravede?

6. Nel clima generale di preoccupazione e di incertezza è difficile non lasciarsi andare al pessimismo che ci prende tutti e che ci toglie la voglia di pensare e di guardare bene quello che abbiamo intorno. Mi infastidisce però il generale lamento su tutto quello che comunque non siamo in grado di controllare e di cambiare. Vedo tante persone intelligenti, preparate, colte, attente che si occupano di arte cultura; molte iniziative, energie spese per gli altri, disponibilità gratuita...ecc. È che manca chi sappia farne uso, valorizzare, indirizzare e farne sistema. Manca la politica, questo mi sembra il vero problema, una politica al servizio del cittadino, la politica che vede, programma e attua la soluzione dei problemi.

Note biografiche

Nata a Montagna in Valtellina nel 1946, vive a Montagna. Ha insegnato lettere nella scuola media, è attualmente Presidente degli Amici della biblioteca di Sondrio.

Il giornale aggiunge: la prima donna-Sindaco in provincia. Apripista. Correva l'anno 1975

5 - segue
 


A lettrici e lettori:

LE NOSTRE DONNE OGGI.

L'INVITO A LEGGERE LE INTERVISTE CHE IL GIORNALE CONTINUERA' A PROPORRE NUMERO DOPO NUMERO E, SE POSSIBILE, CON IL PASSA-PAROLA SEGNALARE L'INIZIATIVA AD ALTRE 'DONNE DI VALTELLINA'. Grazie

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