09 10 30 "PASTICCERI SI NASCE, ATTORI DI DIVENTA"
La nuova Rassegna Teatrale del Comune di Sondrio è partita con il piede giusto sotto ottimi auspici e all'insegna della buona…cucina! Già, perché ad aprire i giochi scenici ci hanno pensato Roberto Abbiati e Leonardo Capuano, due inappuntabili attori dalla vis comica prorompente, e soprattutto ineguagliabili chef d'alta pasticceria. "Pasticceri, io e mio fratello Roberto" infatti era il titolo della performance teatrale che ha inaugurato la nuova stagione tra aromi, profumi irresistibili che si diffondevano nella sala Don Bosco, solleticando il palato di molti.
Perfetta la scenografia tutta culinaria con tanto di cucina supertecnologica, tra pentole, mestoli e fornelli.
La cucina che si fa poesia, forse un po' troppo divertita, disincantata, ma solo per dare un tocco di magica allegria a due mattacchioni che si se la spassano davvero in scena, anche quando mettono da parte il copione per una sorta di commedia dell'arte tutta improvvisata, spumeggiante come la loro crema chantilly che gongola su un pan di Spagna a doppio strato farcito al cioccolato.
Ma la vera "comedie humaine" che si consuma tra piatti fragranti di essenze e odori irresistibili è la trasposizione umoristica del Cyrano di Bergerac perdutamente innamorato, come il suo "alter ego" Cristiano, della dolce Rossana da conquistare a colpi di Charlotte o Sacher.
Due veri pasticceri che si contendono il cuore della loro bella a colpi di frusta per montare a neve la panna per gustose meringhe, o pestando pazientemente nel mortaio il miglior cacao per una cioccolata fusa da impazzire. E tutto danza leggero, sembra volare nella stanza delle meraviglie, a ritmo di evergreen sessantottini che girano vorticosamente come un frullatore, si scaldano al vapore di emozioni impalpabili, si fondono al fuoco di una passione sottesa alla conquista.
Su tutto l'esilarante mimica del baffone emulo di Kafka, Capuano, che duella verbalmente con Abbiati circonfuso d'amore per i suoi bignè o per una crema pasticcera che monta lentamente sotto la tenera carezza di uno sbattitore al rallenty. E così tra Rostand ed Ungaretti e qualche luce che fa i capricci in proscenio, si giunge divertiti al termine di uno spettacolo originale che forse meritava un po' di sale in più, ma che ha colto nel segno con una rappresentazione pratica d'alta pasticceria che non poteva che concludersi che con l'assalto dei numerosissimi spettatori in sala a fare la prova del cuoco, ad assaggiare tutte le deliziose leccornie preparate in scena. Dulcis in fundo, dunque, con un lauto bouffet dal gusto veramente unico.
Nello Colombo