Terremoto. Persa la casa. Senza più passato. E quale futuro?

Vi siamo vicini

Mentre tanti orologi venivano adeguati all'ora solare un'altra sberla, una grossa sberla da un destino ingrato, da quel che dal profondo saliva con il suo potenziale distruttivo.
Impossibile resistere.
Psicologicamente quello che sta vivendo chi è ancora nella zona epicentrale è terribile. Usiamo questo aggettivo traducendo l'informazione che ci dava una persona in quella zona. Ha parlato di “terrore”. E si trattava di persone in un certo senso preparate tanto che avevano predisposto tutto il necessario in caso di bisogno, preso al volo uscendo per poi allontanarsi dalla zona 'maledetta'. Terrore, non solo paura, non solo spavento
Impossibile resistere, perchè ?
Diamo un'occhiata alla tabella. Alle 7.40.17 la scossa di 6,5. 4 minuti dopo una di 4,6.  Due a Rieti da 3,9 e 4,1 e si torna a Perugia. Alle 7.58 3,5. Un paio di minuti e 4,1.  Poi 3,9 dopo quasi tre minuti. In successione nel giro di tre minuti quattro scosse di rilievo. Alle 8.04 è 4. Quindi 4,1 - 4,2 e 4,3 e 4,5 Rieti)  - 4,3 .
Dalla più potente alle 7.40.17 una lunga serie, una novantina, sono le 12 di magnitudo tra e quattro.
La terra viene meno sotto i piedi. Viene meno la percezione del nostro cervello. Si aggiunga l'agitazione. E poi il dove andare. E poi un acuirsi della sensibilità. La spedizione valtellinese al terremoto dell'Irpinia notava come scosse inavvertite lo erano invece dai locali che al primo tremore, del tutto ignari i nostri, entravano per così dire in fibrillazione.
E poi il pesantissimo fardello dell'incertezza per il futuro aggravata da un'ulteriore considerazione. Stanno crollando le Chiese e i Palazzi che per secoli hanno resistito a terremoti anche più violenti e che oggi non ce la fanno più. Sta cambiando l'orografia. Il territorio è un pentolone in ebollizione. Le faglie litigano e presentano il conto. La domanda che la gente si fa: “ma potremo tornare là?”. Sarà difficile in molti posti anche se il proprio edificio fosse rimasto indenne o quasi.
Infine la constatazione che molti di laggiù sono senza passato. Non la casa, Non l'arredo. Non mille cose ricordo negli anni trascorsi. Non le fotografie. Non, soprattutto, il sentimento di appartenenza, il caldo saluto d'accoglienza rientrando a casa, Terribile anche questo. Facciamone tesoro.
Vi siamo vicini.

 

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