Cardiologi a super-congresso. Una terapia riduce la mortalità
(Gianfranco Cucchi) Il maggiore congresso di Cardiologia al mondo si terrà quest’anno esclusivamente in forma digitale. Causa la pandemia, il direttivo della Società Europea di Cardiologia ha deciso di fare svolgere l ’importante assise mondiale in collegamento on line dal 29 al 1 settembre. Piu’ di 40 mila cardiologi saranno collegati da tutto il mondo per discutere le principali novita’ in campo cardiologico e le più recenti ricerche cardiovascolari, in oltre 500 sessioni con docenti, composte da 750 esperti provenienti da 49 paesi, per l’evento digitale dell’anno. Sarano disponibile piu’ di 4000 presentazioni.
Ricordo che le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nei Paesi industrializzati e stanno aumentando anche nei Paesi Africani e dell’Asia. Circa 18 milioni muoiono ogni anno per queste patologie di cui l’85% per cento per infarto miocardico e ictus.
Oltre i tre quarti delle morti di natura Cardio Vascolare si verificano nei paesi a basso e medio reddito.
Dei 18 milioni di morti premature (meno di 70 anni) da malattie non trasmissibili , l’82% avviene in Paesi a basso e medio reddito e il 37% è causato da malattie cardiovascolari.
La maggior parte delle malattie cardiovascolari può essere prevenuta affrontando fattori di rischio comportamentali come l’uso di tabacco, una dieta non sana, il trattamento dell’obesità, l’inattività fisica, riduzione del consumo di alcolici, etc.. utilizzando campagne comunicative di sensibilizzazione su larga scala.
Persone con malattie cardiovascolari o che hanno un alto rischio cardiovascolare (due dei più recenti fattori di rischio come ipertensione, diabete, iperlipidemia o malattia già accertata) che utilizzano terapie e farmaci precoci, a seconda dei casi.
Un’importante novita’ è stata comunicata nella prima giornata di lavori scientifici, Due studi danesi hanno dimostrato che, negli ultimi vent’anni, la terapia con farmaci cardiovascolari appropriati ha ridotto sensibilmente la mortalita’ totale,, l’infarto miocardico e il ricorso ad interventi di rivascolarizzazione coronarica negli ammalati affetti da angina ppectoris stabile e e da diabete mellito non insulino-dipendente,