"BRUNDIBAR" SULLE CENERI DEL REGIME HITLERIANO, SUCCESSO ANNUNCIATO PER IL CIRCOLO MUSICALE DI SONDRIO 11 1 20 38

Successo annunciato per il Cid, Circolo Musicale CID DI Sondrio giunto al suo 50° nel momento più intimo e commemorativo di una giornata della Memoria con "Brundibar", opera per soli, coro di bambini, e musiche di Hans Krasa su libretto di Aldolf Hoffmeister.

Dopo le ultimi vicissitudini affrontate dal sodalizio, privato dell'unica sala per la totalità dei concerti, proprio nel momento più solenne del suo cinquantesimo compleanno giunge questo evento che ha salutato l'esordio di una piccola grande orchestra "Città di Sondrio" composta dai migliori musicisti professionisti nati o residenti in provincia provenienti dalla Civica Scuola di Musica del comune di Sondrio, dalla "Claudio Monteverdi" di Morbegno, con il supporto dell'associazione culturale "Serate musicali".

Un segno importante che punta sulle sinergie del territorio.

"Un sogno che si avvera per una compagine tutta sondriese con il desiderio di condividere con entusiasmo la vita musicale della nostra terra. E' una preziosa eredità che il Circolo Musicale sondriese lascia alla città in attesa che riaprano i battenti del nuovo Teatro Sociale", ha detto infatti Giovanni Battista Mazza, direttore artistico del Cid e direttore dell'orchestra cittadina.

Un evento nell'evento con l'esecuzione in prima assoluta di alcuni brani inediti e dell'opera di Krasa scritta per gli sfortunati bambini del ghetto di Terezin privati della loro infanzia, della loro dignità, della loro vita durante l'ultima guerra mondiale.

Interpreti della breve fiaba musicale, 23 straordinari bambini del coro di voci bianche del conservatorio "Giuseppe Verdi" di Milano diretti dal maestro Edoardo Cazzaniga, disciplinatissimi e attenti a posizionarsi negli spazi risicati del palco del Policampus rinato dopo l'ultima opera di restyling acustico che ne ha fatto una sala di tutto rispetto nel cuore della città.

Bambini che con tutta l'esuberanza, la semplicità, la freschezza delle loro duttili voci, ha reso con grande suggestione la povertà di un ghetto che cerca di sfuggire alle prepotenze del suonatore di organetto Brundibar che spadroneggia nel quartiere.

La fiaba "Brundibar" stata preceduta dall'esecuzione pregevole di brani per pianoforte (Claudio Barberi), violino (Pietro Boscacci) , chitarra (Liliana Pesaresi e Luca Trabucchi) e violoncello (Francesca Vignato) che hanno creato la giusta atmosfera per l'entrata in scena dei bambini del conservatorio di Milano vestiti di cenci per testimoniare la povertà assoluta del ghetto cecoslovacco in cui solo pochi bambini sono sopravvissuti alla protervie nazista.

"Un plauso e un segno di gratitudine si devono alla perseveranza di chi , come il maestro Giovanni Mazza, ha creduto nella capacità di tutti gli operatori musicali del territorio di collaborare al progetto di dare una casa comune ai tanti validi musicisti valtellinesi". E' questo il pensiero di Marina Cotelli, assessore alla Cultura del comune di Sondrio, che saluta con gioia la nascita della nuova orchestra "Città di Sondrio" diretta da un'ormai gloria cittadina, il maestro Mazza, invitato spesso nelle principali capitali europee e anche oltre oceano per dirigere grandi orchestre.

Il coinvolgimento del coro di voci bianche del conservatorio "Giuseppe Verdi di Milano", inoltre, rappresenta solo l'ultimo esperimento musicale per la realizzazione di un'opera musicata e drammatizzata sotto l'attenta regia di Davide Gualtieri e di Valentina Gualtieri.

Il cinquantesimo del Cid, nonostante le innegabili difficoltà per reperire le sedi più idonee per ospitare i concerti in programma lo si sta festeggiando veramente degnamente grazie alla tenacia dell'intero staff del Cid sondriese che si è immediatamente rimboccato le maniche all'alba della notizia inattesa della ristrutturazione dell'auditorium Torelli, anzi ha puntato sempre con coraggio su concerti di prim'ordine che fanno ben sperare dopo i primi cinquant'anni del sodalizio.

"Ho assecondato come sempre le idee folli e geniali del maestro Mazza che ha saputo coagulare attorno alla sua indiscussa professionalità tanti professionisti locali per la formazione dell'Orchestra "Città di Sondrio". Un primo importante tassello che ci gratifica delle difficoltà inattese di questa stagione concertistica sottoposta a modifiche in itinere per la ristrutturazione e messa a norma imprevista dell'auditorium "Torelli". A parlare è il comandante storico del Cid sondriese, Floriana Palmieri che ha rimarcato l'importanza di veicolare la grande musica soprattutto tra i più giovani. Un'educazione musicale che parte dai banchi di scuola. Numerose infatti sono state le scolaresche presenti all'evento di "Brundibar", che hanno immediatamente scoperto un feeling incredibile con i piccoli del conservatorio "Giuseppe Verdi" di Milano. Un coinvolgimento totale nell'acceso finale che ha visto gli scolari del territorio cimentarsi, sotto la guida del maestro Edoardo Cazzaniga, in una "Fra Martino" insolita, accompagnata dall'orchestra "Città di Sondrio" e dal coro del "G. Verdi". L'opera di Hans Krasa, compositore ceco, vincitore nel 1940 del concorso indetto dal ministero cecoslovacco per l'Educazione per la migliore opera per bambini, finì nel dimenticatoio fino alla prima rappresentazione con il coro dei fanciulli dell'orfanatrofio di Praga. Una Prima senza l' autore rinchiuso nel ghetto di Terezin.

La falsità del Furer emergerà ancora più squallidamente nella sua volontà di creare una città per bambini in cui i piccoli ebrei potessero vivere serenamente praticando musica e teatro. Purtroppo solo pochissimi dei piccoli internati trasferiti poi ad Aushwitz sopravvissero allo sterminio premeditato di Hitler.

Il recupero della partitura negli anni '90 ha permesso di rappresentare una preziosa testimonianza di tutto rispetto che in forma di una fiaba giocosa ha portato in scena il dramma di un popolo di bambini alla mercè del prepotente suonatore Brundibar, simbolo evidente di Hitler. L'inno finale di vittoria dei bambini ha rappresentato l'atto di liberazione inciso sul campo di sterminio per eccellenza, quello di Auschwitz, con una diversa dizione "Singen macht frei", il canto rende liberi. Una libertà conquistata a duro prezzo, evocata anche da una semplice, tenera fiaba.

Nello Colombo

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