Seminario UNCEM “La Montagna nella riforma del Testo Unico degli Enti locali”
COMUNICATO STAMPA
“La Montagna nella riforma del Testo Unico degli Enti locali”
Si è svolto a Roma lo scorso 20 marzo, il seminario dal titolo: “La Montagna nella riforma del Testo Unico degli Enti locali” organizzato dall’Uncem, l’Unione Nazionale Comuni Comunità ed Enti Montani, che ha visto la partecipazione delle rappresentanza degli enti locali montani di gran parte del Paese. A rappresentare la Lombardia, Tiziano Maffezzini, Presidente della dele-gazione regionale lombarda dell’associazione. Oggetto del seminario, dedicato alla governante ed agli assetti del sistema istituzionale montano, l’analisi delle criticità del sistema e la formulazione di proposte, utili nel confronto col Governo, per costruire norme più consone agli enti locali piccoli, in previsione di una più ampia riforma legislativa.
In apertura è emersa la necessità di ridar vita all’ente Provincia col superamento dell’attuale sistema di elezione e di governance. Venuta meno la prospettiva della riforma costituzionale, na-turale che la Provincia torni titolare di funzioni fondamentali e di altre conferite dallo Stato e dalle Regioni nelle materie di rispettiva competenza, con le necessarie risorse economiche, legittimata dal voto popolare, luogo di sintesi e di supporto per i Comuni, specie in ambito montano.
A riguardo dei Comuni, ha sottolineato Maffezzini, innanzitutto semplificare gli oneri amministrativi e contabili cui oggi sono sottoposti. Un Comune deve ottemperare a 60 incombenze tra controlli e monitoraggi che, soprattutto nei centri di piccole dimensioni, bloccano di fatto l’azio-ne amministrativa. Occorre invece pensare ad un nuovo modello di organizzazione, un sistema mo-derno che restituisca autonomia e opportunità di sviluppo agli Enti locali, nel quale individuare compiti e spazi, forme aggregative ed organizzative funzionali. Fallito l’associazionismo obbligato-rio, l’obiettivo è ora mettere al centro contenuti, strategie e bisogni, per armonizzare l’impegno dei Comuni in bacini omogenei e allo stesso tempo coordinare le attività per uno sviluppo socio-economico nei territori montani e rendere più efficace il lavoro dei piccoli enti.
Dal punto di vista economico, prosegue Maffezzini, deve essere restituita ai Comuni una capacità operativa, consentendo un migliore riparto del gettito fiscale delle imposte locali che sia funzionale alla riorganizzazione istituzionale. Oggi i Comuni vivono di finanza derivata senza più alcuna autonomia, hanno tasse e tariffe bloccate, un fondo di perequazione diminuito e slegato dai costi reali, fonte di contrasto tra Comuni ricchi e Comuni poveri. Un sistema superato ed inefficace: oggi agli enti occorrerebbe riconoscere l’autonomia nella scelta delle priorità e degli strumenti per raggiungerle, anche finanziariamente. A questo modello deve per forza essere affiancata una fisca-lità di vantaggio per le attività imprenditoriali presenti in montagna, appesantite da costi aggiuntivi, i cui risultati economici ed i risvolti sociali hanno ripercussioni negative sulle rispettive realtà co-munali.
Da ultimo, Maffezzini ha sottolineato quanto i temi dell’autonomia regionale e del riassetto del comparto idroelettrico incideranno sulle realtà locali: una opportunità da cogliere con consape-volezza e responsabilità, affinché da questi discendano crescita e sviluppo e siano motore per un nuovo progresso economico e sociale dei territori montani.
L’auspicio è l’avvio di una nuova stagione per i Comuni che, sgravati da inutili fardelli, di-ventino laboratori di esperienze e modello di sviluppo e di organizzazione per una ritrovata identità, e che l’assunzione di nuova responsabilità sia motivo per un rinnovato protagonismo dei territori montani nel contesto nazionale. Questo l’impegno per il futuro.