Un orso assale Padre e figlio smentendo gli animalisti che fanno credere che l'orso non attacca l'uomo

-   Il fatto, incontrovertibile:
-   lunedì padre e figlio, 59 e 28 anni, sono a Cles sul Monte Peller, località Torosi quando all'improvviso esce dal bosco velocissimo un orso che li attacca. Getta a terra il figlio, poi anche il padre. Morsi e graffi. Finiscono in ospedale (smentendo clamorosamente gli animalisti che continuano a sostenere che l'orso non attacca l'uomo ndr -)

-   La più incredibile delle reazioni da parte dell'on. Brambilla.
Pubblichiamo con commenti interclusi in neretto: Titolo: “ORSO TRENTINO, ON. BRAMBILLA: “BENE MINISTRO COSTA, PRECIPITOSA E ILLEGITTIMA L’ORDINANZA FUGATTI”
“Bene ha fatto il ministro dell’Ambiente Costa ad intervenire con tutto il peso della sua autorità sulla vicenda dell’orso del Peller, che il presidente della Provincia di Trento Fugatti ha già condannato a morte. Bene farebbe l’amministrazione provinciale a ritirare un’ordinanza precipitosa e illegittima – non compete all'on. Brambilla l'attribuzione di legittimità e comunque è tale oltre che giusta – ndr -), dettata da impulsività” (impulsività l'ha dimostrata non il Presidente che ha fatto il suo dovere, ma è stata quella dell'orso per cui occorre prevenire un bis – ndr -). Lo scrive in una nota l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali.
“Il ministro – sottolinea la deputata - ha perfettamente ragione (il colmo e ne parleremo - ndr): non solo, prima di tutto, va identificato con assoluta certezza l’orso che lunedì scorso ha ferito padre e figlio (ai quali auguro pronta guarigione), ma occorre anche ricostruire accuratamente l’accaduto e valutare il fondamento etologico della risposta dell’animale. Potrebbe benissimo trattarsi di un’orsa che stava difendendo i cuccioli (E allora? Le dà il diritto di attaccare le persone? - ndr - ). E del resto, una volta chiariti i fatti, l’abbattimento non è l’unica soluzione possibile”.
“Il grilletto facile di Fugatti – prosegue l’on. Brambilla – complica solo le cose. Rende ancora più difficile individuare il punto di equilibrio che possa garantire, come avviene in altre zone d’Italia e d’Europa, la convivenza tra l’orso – specie di cui si è chiesto (chiesto? E da chi? Non dalla gente e poi comunque questo riguarda i trentini non i valtellinesi – ndr -) ed ottenuto il ripopolamento con notevole impiego di risorse pubbliche - e le attività umane sul territorio. Il ripopolamento è stato un successo (non sono d'accordo tutti quelli, tantissimi, che là sono scesi in piazza – ndr -): bisogna coglierne le opportunità, non scatenare un’assurda “caccia agli orsi” (meglio la caccia agli uomini? ndr ) che i trentini stessi hanno rivoluto sulle loro montagne (chi? E comunque non certo i valtellinesi che da quasi un secolo non hanno avuto orsi sulle loro montagne ndr ). Ha detto il giovane ferito: “La montagna è la casa degli animali. Non credo sia necessario abbattere gli orsi. Piuttosto penso che ci sarebbe bisogno di una gestione diversa”. Sottoscrivo”. (Si può essere d'accordo anche noi alla condizione che gli orsi vengano messi nella condizione di non costituire un pericolo per le persone e un danno per gli allevatori – ndr -

A queste prime osservazioni ne aggiungeremo altre.
Una sola amenità però: tanta sollecitudine per l'orso da parte degli animalisti e nessuna pietà per decine di pecore, capre, asini, mucche, animali da cortile, abituale preda dei plantigradi. Non sono animali anche quelli?

GdS

Degno di nota