Mondiali di calcio: Macedonia 2022 come Corea 1966
Sembrava che lo sentissimo. C’era un’aria ben diversa intorno alla Nazionale da quella della vittoria nel campionato europeo. Play off? Sì, va avanti chi vince e non c’erano dubbi. Da una parte l’italia sesta - dopo Belgio, Brasile, Francia, Argentina, Inghilterra - nella classifica mondiale con 1741 punti. Dall’altra la Macedonia 67ma in graduatoria con 1367 punti. Una formalità dunque prima di incontrare probabilmente il Portogallo più titolato rispetto alla sua avversaria, la Turchia. Non c’era il solito clima della vigilia, al punto che era stato risposto negativamente alla richiesta di Mancini di rinviare la giornata di campionato per dare agli Azzurri qualche giorno per preparare la partito. Di giorni ne hanno avuto uno solo, “tanto c’è la Macedonia, 67ma…"
C’era anche da riscattare la precedente figuraccia ai mondiali quando per andare avanti si doveva battere la Svezia – oggi 17ma con 1588 punti – e invece il doppio zero di un incredibile pareggio ci fece andare a fondo.
Realisticamente preoccupava l’inconcludenza manifestata nei primi minuti ma si pensava che fosse solo questione di minuti. Di minuti? Corner. Di minuti? Corner.Di minuti? Corner. Di minuti……… E così eccoci al 90°. Pazzesco: l’Italia ai supplementari per i quali ecco scendere in campo Chellini!
Tragironia calcistica. Una palla inoffensiva verso il centro campo, un’Italia mentalmente ai supplementari, un macedone fa la prodezza della sua vita elevando lo sport a evento storico della e nella Macedonia, un Paese che con un trentesimo della popolazione italiana ha molto meno abitanti del Comune di Roma.
Al 92° il primo tiro come Dio comanda si infila vicino al palo: addio, addio sogni gloria perché nel calcio vince chi segna un gol più dell’avversario.
Tutti hanno ricordato la precedente esclusione dai mondiali con il ricordato zero a zero con i gialli svedesi. A noi la persistente inconcludenza aveva fatto venire in mente, pensavamo scaramanticamente, della sconfitta ad opera della Corea di oltre 55 anni fa, un 1-0 terribile. Purtroppo realismo e non scaramanzia
Era il 19 luglio del 1966. Eravamo contenti di giocare a Middlesbrough con la Corea certamente non nel Ghota calcistico ed effettivamente i nostri si misero subito all’assedio. Purtroppo inconcludente. Occasioni molte, risultati nessuno. Anche la iella perchè per due terzi ci toccò giocare in dieci perché Bulgarelli in uno scontro con un coreano ci rimise il ginocchio e la squadra un giocatore (allora non era possibile fare cambi). Al 42° il patatrac. Il dentista Pak Doo-lk adocchia l’angolo alto della porta italiana, sotto la traversa. Impossibile per Albertosi arrivarci. Ci sono 48 minuti per pareggiare e quindi passare ai quarti ma minuti, minuti, minuti ...Italia non ai quarti ma all’aeroporto per rientrare accolta da una contestazione gigantesca.
Tre giorni dopo chi scrive è in riunione a Milano dalle 18. Si finisce quasi a mezzanotte e si cerca un posto ove mangiare un boccone in un periodo in cui trovare aperto un ristorante o una pizzeria era un’impresa. Lo troviamo a sud della città, un posto che è trovato anche da due personaggi. E’ Gatano Morazzoni, allora futuro Presidente del Milan, a portarli al tavolo con noi. Occasione ghiottissima: sono Gianni Rivera e il pittoresco Padre Eligio. Abbiamo fatto notte inoltrata con un solo argomento in discussione: la partita persa. Profondamente ingiusta la violenta reazione della tifoseria ascoltando, anche dialetticamente, Rivera, con un’analisi dei nostri, - oltre a lui e ai citati Bulgarelli e Albertosi -, Landini, Facchetti, Fogli, Guarneri, Janich, Perani, Mazzola, Barison.
C’è venuto in mente ieri sera anche se, però, le prime reazioni appaiono bel diverse da quelle del 1966. Non un processo ma propositi abbastanza seri sul domani. E’ venuto inoltre ben altro dal Presidente della Federazione Gravina che ha denunciato come nel giovani della Primavera solo il 30% sia italiano. Abbiamo il problema dell’attacco ma se non si dà alle possibilità di crescere ai giovani, se alle Società conviene il 70% di stranieri di prospettive rosee non ne avremo molte. Ecco un tasto su cui battere. Forte. In continuazione. Col metodo che ci aveva portati a diventare campioni europei dopo 53 anni di attesa.
Frizziero
Il gol fu