Giornata mondiale dell’acqua 2018

Nella Giornata Mondiale dell’Acqua Papa Francesco, durante l’udienza in Piazza San Pietro, ha lanciato un appello affinché il mondo comprenda che l’acqua è la sua risorsa più preziosa. Subito dopo si terrà un convegno internazionale presso l’Auditorium Agostinianum organizzato dal Pontificio Concilio della Cultura e dal Club of Rome, in collaborazione con il World Water Assessment Programme- WWAP dell’UNESCO, che ha sede a Perugia. Al convegno parteciperanno oltre 400 persone provenienti da tutto il mondo per scambiare esperienze ed opinioni sotto diverse prospettive (quali quella scientifica, politica, economica, spirituale, artistica) con un approccio olistico ed inclusivo e per proporre soluzioni al problema della crisi mondiale dell’acqua.

Il tema di quest’anno, è Nature for water; l’obiettivo è quello di dimostrare che le soluzioni basate sulla natura sono le più efficaci per salvaguardare le risorse idriche. Tra soli vent’anni, oltre cinque miliardi di persone rischiano di non avere abbastanza acqua a causa degli effetti dei cambiamenti climatici: la siccità può essere prevenuta tramite la riforestazione e la bonifica delle zone paludose, mentre le inondazioni si possono contrastare con il ripristino degli ecosistemi fluviali e la costruzione di “infrastrutture” verdi quali “muri” di alberi e “argini” di mangrovie.
Scopo della Giornata mondiale dell’acqua, che si celebra il 22 marzo di ogni anno da quando le Nazioni Unite l’hanno istituita nel 1993, è anche quello di ricordarci che non tutti hanno accesso all’acqua potabile. Garantirla all’intera popolazione mondiale è uno degli Obiettivi di sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030. L’acqua è una componente essenziale dell’organismo umano, ricopre oltre il 70 per cento del nostro pianeta ed è essenziale alla vita di qualunque essere vivente
Le abitudini degli italiani nell’uso dell’acqua
In occasione della Giornata mondiale dell’acqua 2018, LifeGate ha presentato a Milano il quarto Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile. Novità di quest’anno è l’analisi dei comportamenti degli italiani in merito al consumo di acqua, realizzata in collaborazione con l’Istituto di ricerca Eumetra MR e con il supporto di Culligan, azienda leader nei sistemi di depurazione che offre soluzioni pratiche ed economiche per trattare l’acqua del rubinetto, ridurre i costi a carico delle famiglie e l’impatto sull’ambiente.
Eumetra MR ha preparato un questionario da sottoporre a 800 adulti statisticamente rappresentativi della popolazione. Dalle loro risposte è emerso che a casa il 67 per cento degli italiani beve acqua minerale in bottiglie di plastica, percentuale che sale al 78 per cento se si mangia fuori. Questo perché circa metà della popolazione ritiene che l’acqua in bottiglia sia più sicura. La scelta del vetro non è molto diffusa nelle abitazioni (25 per cento), ma cresce nei luoghi pubblici (64 per cento).
Un team di ricercatori della State University of New York at Fredonia ha trovato nell’acqua in bottiglia una quantità di microplastiche quasi doppia rispetto a quella rilevata nell’acqua del rubinetto. L’analisi, commissionata da Orb Media, ha interessato 259 bottiglie di 11 marche diverse provenienti da cinque continenti. Solo 17 erano prive di plastica. Le altre contenevano in media 10,4 particelle per litro, a differenza dell’acqua del rubinetto che ne conteneva 4,45 per litro. Alla luce di questa scoperta l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha annunciato di voler condurre un’indagine sui potenziali rischi per la salute dell’uomo.
Se l’acqua del rubinetto fosse più sicura, molte persone ne farebbero uso 
Se l’Oms dimostrasse che l’acqua del rubinetto è più sicura di quella in bottiglia, il 68 per cento degli italiani sarebbe disposto a cambiare le proprie abitudini. La Commissione europea ha recentemente stilato delle proposte per migliorare la qualità dell’acqua potabile in tutta l’Unione: si punta ad aggiornare l’elenco dei parametri microbiologici, a modernizzare il sistema di monitoraggio, a migliorare il servizio e a fornire al consumatore informazioni dettagliate riguardo alle caratteristiche del prodotto.
Bere acqua del rubinetto è una scelta in linea coi principi dell’economia circolare
Rinunciare all’acqua in bottiglia e bere quella del rubinetto potrebbe sembrare un ritorno al passato, in realtà è ciò che potrà garantirci un futuro. È una scelta in linea con i principi dell’economia circolare, perché non comporta la produzione di rifiuti né l’emissione di CO2 derivante dalla produzione e dal trasporto delle bottiglie d’acqua minerale. Ricordiamoci che l’acqua del rubinetto è sottoposta a decine di monitoraggi quotidiani. Dobbiamo fidarci della natura, che è in grado di offrirci tutto ciò di cui abbiamo bisogno ed è perfetta così com’è. E non dimentichiamo che stiamo gestendo il nostro mondo in maniera fortemente insostenibile, dal punto di vista ambientale come sociale. La conoscenza di una situazione così oggettivamente grave, che dovrebbe essere al primo punto dell’agenda dei leader mondiali, comincia per fortuna a essere sempre più diffusa, anche se non si traduce automaticamente in consapevolezza forte e in azioni mirate a modificare lo status quo.
Agli inizi del 2018, in occasione del World economic forum di Davos, l’evento annuale che riunisce nella cittadina delle Alpi svizzere le figure internazionali preminenti del mondo politico, istituzionale, economico, finanziario e dell’impresa, Oxfam ha pubblicato un nuovo rapporto sulle disuguaglianze mondiali causate da un sistema economico sempre più iniquo.
L’intollerabile situazione di sperequazione crescente s’incrocia con lo stato di salute della biosfera del nostro meraviglioso pianeta, l’unico, nell’intero universo, che sappiamo contenere il fenomeno vita. Ora, noi siamo in accelerata rotta di collisione con i chiari limiti biofisici della Terra nel sopportare ancora una crescita umana materiale e quantitativa palesemente intollerabile. Il danno che stiamo provocando alla biosfera, e quindi agli ecosistemi marini, d’acqua dolce e terrestri, da cui dipendono lo sviluppo e il benessere delle società umane, è tale che negli ultimi 50-60 anni abbiamo eroso le strutture, i processi, le funzioni e i servizi degli ecosistemi a una velocità che non conosce paragoni nella storia umana. Il sistema Terra non è mai stato così “debole” da quando sono comparse le moderne società umane.
Tutto ciò sta conducendo a una forte limitazione delle opzioni di cui l’umanità può disporre per il suo futuro.
Se trattata in modo adeguato, con una umanità capace di vivere armonicamente con la biosfera – la sfera della vita –, questa risulta estremamente efficace quando si tratta di generare resilienza a scala planetaria. È quindi la nostra migliore alleata e miglior polizza assicurativa contro gli shock causati dai cambiamenti ambientali globali, siano essi di origine naturale o umana.
Oggi l’Agenda 2030 e i 17 Obiettivi per lo sviluppo sostenibile in essa declinati, approvati dalle Nazioni Unite nel 2015, costituiscono un punto di riferimento capitale per le politiche di sostenibilità in tutto il mondo.
Una combinazione di confini sociali e planetari di questo tipo crea una nuova prospettiva di sviluppo sostenibile, anche in ordine alla concretizzazione dell’Agenda 2030. Ma che cosa significa muoversi entro lo spazio operativo sicuro ed equo per l’umanità? Le grandi sfide da affrontare con urgenza riguardano la comprensione delle modalità sociali ed economiche che possano rispettare le capacità rigenerative e ricettive dei sistemi naturali. Nel concreto, limitare in maniera responsabile e consapevole la crescita della popolazione, i livelli dei flussi dell’energia e delle materie prime e quindi i nostri consumi – dunque modificare in profondità i nostri modelli di produzione e consumo.
I danni ambientali, gli effetti sempre più ricorrenti dei cambiamenti climatici stanno accentuando nel mondo le crisi idriche legate alla disponibilità ed accesso all'acqua potabile, ma anche danni derivanti da inondazioni e siccità. Il ciclo naturale dell’acqua è sempre di più messo in crisi e conseguentemente si riduce la disponibilità di acqua dolce di cui abbiamo bisogno per sopravvivere e prosperare e si assiste ad un depauperamento dei suoli, dei fiumi, dei laghi e quindi dei nostri ecosistemi.
Le soluzioni basate sulla salvaguardia del ciclo naturale dell’acqua consentirebbero di risolvere buona parte dei fattori di criticità legate all’accesso all’acqua.
Purtroppo dal nostro punto di vista, come Contratto Mondiale sull’acqua, dobbiamo rilevare che anche in occasione di questa giornata la visione proposta in occasione della Giornata Mondiale dell’acqua continua ad essere quella “mercificatoria”, cioè dell’acqua e della natura come una merce da “usare” e non come un bene comune della Terra, come fonte di vita e quindi come un “capitale naturale” sul quale investire a livello economico e finanziario. 

Le soluzioni proposte puntano quindi a ricercare soluzioni a tutela dell’acqua attraverso investimenti nelle l'infrastruttura "verde" armonizzarla con l'infrastruttura "grigia", nella innovazione tecnologia, cioè sul riciclo delle acque e nella economia circolare.

Le soluzioni da privilegiare dovrebbero invece puntare sul riconoscimento dell’acqua, della terra, dei fiumi come beni titolari di diritti universali che dovrebbero essere difesi attraverso l’adozione di riconoscimenti e di strumenti di diritto internazionale che introducano cioè obbligazioni vincolanti per gli Stati.

Investire in nuove foreste, riconoscere il diritto dei fiumi e norme a loro tutela, ripristinare le zone umide, potrebbero essere alcuni dei percorsi con cui rilanciare il ciclo naturale dell'acqua e quindi creare i presupposti di lungo periodo per garantire l’accesso all’acqua alle future generazioni.

Eventi e iniziative: 

Milano 22 marzo: 
⇒ Sala Affreschi di Palazzo Isimbardi - Via Vivaio 1 - ore 9-13,30 
Convegno "Prevenire l'inquinamento proteggere l'acqua" – 
⇒ Teatro dell'Arte, Salone d'onore - ore 9,30 
Festival dei Diritti Umani - "Acqua: un bene di tutti, non per pochi. Non sprechiamola e non inquiniamola " 
Dibattito con la partecipazione di Giovanna Procacci (CICMA) - 

Roma 24 Marzo 
Ex Cinema Palazzo - ore 17,00
Manifestazione Nazionale Carovana "Per il diritto all'acqua e per il diritto al futuro" a cura del Forum dei Movimenti per l'acqua -

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