Cucchi: il diritto della donna alla maternita’ responsabile
Nella vicenda dell’assunzione di ginecologi solo obiettori e’passato in secondo piano il diritto della donna alla maternita’ responsabile. Tutti i pro parlano di diritto all’aborto, tecnicamente I.v.g., ma si dimenticano che lo spirito della legge al primo obiettivo pone la rimozione da parte dei servizi territoriali e degli enti locali,di tutti quegli ostacoli che non consentono la prosecuzione della gravidanza.
Nessun intellettuale dei pro ha avuto il coraggio di dire che in questi anni non si e’ fatto nulla, se non sporadiche esperienze, per aiutare la donna a superare questi ostacoli. Perche’ tutti riconosco che l’aborto è comunque un atto estremo che puo’ avere delle ripercussioni sull’integrita’ psico-fisica della donna ma pochi si adoperano per rendere questo atto consapevole.
Un ginecologo non obiettore affermava che la sua coscienza non gli consentiva piu’ di praticare I.V.g. perche’ questa era diventata una forma di contraccezione tardiva ed era sempre piu’ affrontata da donne giovani non consapevoli di quello che stavano facendo e che non bastava porre una firma su un modulo asettico.
Anche perche’ nel mondo l’IVG e’ legale in una parte minoritaria di nazioni e vi sara’ bene un motivo.
Le organizzazioni femminili dovrebbero rivendicare il diritto alla donna di essere sostenuta sul piano economico, lavorativo, relazionale, famigliare per portare a termine la gravidanza . Anche perche’ siamo una societa’ che sta morendo, con la natalita’ sottozero e se non fosse per il contributo delle donne extracomunitarie molti nostri punti nascita, molte nostre scuole, potrebbero chiudere.
Famiglie numerose che pongono in primo piano la vita e non avere un macchina sempre piu grande, una casa con quattro bagni ed uno stipendio sempre maggiore.
Ma non si puo’ non stigmatizzare la scelta di procedere ad un concorso con la clausola di eliminare i ginecologi obiettori, come una prassi discriminatoria. Poniamo che in quello ospedale ci siano 10 medici incaricati da anni, cioe’ precari, che giustamente aspirano ad un posto di ruolo a tempo indeterminato e che siano obiettori quelli con piu’ titoli o piu’ bravi: questi non potrebbero partecipare al concorso. Perche’ porre questa clausola che viola la liberta’ di coscienza del medico, tutelata anche questa da una legge dello stato, e il suo codice etico che mette al primo posto “primum non nocere” ? Si rischia che la politica burocratica condizioni la pratica medica e le scelte che fanno capo al codice etico-professionale del medico costituendo un precedente che richiama allo stato etico che ha gia’ provocato danni che tutti consociamo. E poi quale professionalita’ viene assicurata a medicii ginecologi che si dedicano solo all’IVG?
Ci possono essere altre misure per garantire queste servizio come l’attivazione di consulenza professionali e la turnazione di medici non obiettori dagli altri ospedali.
Gianfranco Cucchi