Il “Progetto parrucche”, iniziativa umanitaria
Partito alcuni anni fa in alcune strutture ospedaliere della Lombardia, dallo scorso 8 marzo è approdato anche sul web. In cosa consiste, concretamente, il Progetto Parrucche? In parole semplici, per le donne che sono costrette a sottoporsi a dei cicli di chemioterapia, Cancro Primo Aiuto mette a disposizione, gratuitamente, una parrucca di ottima fattura. Negli ospedali dove il servizio è presente, le donne vengono aiutate e sostenute nella scelta della parrucca da acconciatori che offrono la propria consulenza gratuita per la scelta del modello e del colore, in maniera da evitare alle donne questo impegno che può essere fonte di ulteriore dolore e disagio. Fino ad oggi, quest’iniziativa si è concretizzata, oltre che nella sede di Cancro Primo Aiuto a Monza, in 13 ospedali lombardi, (Desio, Carate Brianza, Istituti Clinici Zucchi di Monza, Lecco, Lodi, Sacco di Milano, Policlinico San Matteo di Pavia, Sondalo, Valduce di Como, Istituto Clinico Villa Aprica di Como, Vimercate e Bergamo) e sta per partire in altri due (Cremona e Mantova): si conta di arrivare presto a venti strutture ospedaliere coinvolte. Il successo di quest’operazione sta tutta nei numeri: nel corso del 2012 sono state distribuite quasi 500 parrucche, e quest'anno si è già superato abbondantemente questo numero nei primi sette mesi dell'anno.
Dall'8 marzo, inoltre, si è voluto portare il progetto anche al di fuori degli ospedali, estendendolo al resto della regione e anche al di là dei confini lombardi. Per questo è stato preparato sul sito di Cancro Primo Aiuto uno spazio dedicato al “Progetto Parrucche” dove, dopo aver compilato uno specifico modulo, si può fare la richiesta. La parrucca viene poi recapitata a casa dell’interessata gratuitamente: a carico dell’ammalata restano solo le spese di spedizione. E' stato fatto un accordo con un importante produttore di parrucche (che ha realizzato uno specifico catalogo con una ventina di prodotti) e con un distributore a livello nazionale per portarle nelle case delle ammalate che le richiederanno.
Perché molte donne vengano a conoscenza di questa possibilità, è stato poi realizzato uno spot che è stato trasmesso su alcune emittenti televisive e sul web.