“Riaperture: necessarie regole specifiche per la montagna”

"Differenziare le regole per le località di montagna è fondamentale per permettere a questi

territori di ripartire davvero. Le riaperture stabilite dal Governo, previste dal 26 aprile, non
faranno che mettere in difficoltà, nuovamente ed ulteriormente, le attività in quota, già
fortemente penalizzate per le chiusure degli impianti sciistici durante la stagione invernale".
Uncem Lombardia, attraverso le parole del presidente, Tiziano Maffezzini, prende le distanze
dal nuovo provvedimento del governo che, ancora una volta, utilizza un metodo di misura
uguale per tutta Italia, senza tener conto delle differenze evidenti tra città di grandi dimensioni
e piccoli paesi di montagna. Il rappresentante delle Comunità Montane lombarde, infatti, invita
il governo ad adottare misure che siano coerenti con l’altimetria dei paesi. Gli abitanti dei paesi
sotto i 5.000 abitanti (di cui la montagna è ricca) possono già contare su un piccolo
accorgimento, che però è fondamentale: potersi spostare nei capoluoghi di riferimento
liberamente. È giusto si valuti anche una differenza relativamente ai loro esercizi pubblici.
""I paesi di montagna, con i loro piccoli centri, difficilmente sono stati teatro di episodi di
assembramento. Non solo: in un’ottica ancora più pratica, al di sopra dei 600 metri di quota il
clima è ancora freddo. Non è possibile per gli esercizi pubblici offrire una cena all’aperto. In
questo modo l’apertura si tramuta in una beffa. Perché il decreto si riveli davvero efficace per
tutte le attività diventa fondamentale distinguere tra le zone. L’Italia è tra gli Stati europei con
maggiore differenza di ambienti. Non è possibile non tenere conto di queste diversità, nella
programmazione delle regole. Se non verrà tenuto conto delle diversità, allora dovranno essere
previsti ulteriori indennizzi. Solo in questo modo la montagna non sarà, ancora una volta,
penalizzata>.
"Gli esercizi commerciali di montagna hanno già perso completamente la stagione invernale,
devono perciò essere messi in condizione di lavorare serenamente, con le stesse possibilità
degli altri. Inoltre, per loro natura, gli spazi degli esercizi di montagna, sono spesso più piccoli, in 
linea con le dimensioni dei paesi in cui si trovano. È importante tenere conto di questo. Esercizi
che, oltretutto, sono stati costretti a chiudere nonostante fossero stati obbligati a investire
risorse al fine di rispettare distanze e garantire salubrità dei locali, questo significa dirgli che i
soldi che hanno speso, già dalla scorsa estate, per adeguarsi alle misure sono stati ancora una
volta inutili. Ora che la situazione epidemiologica sembra stia migliorando, è importante dare
segnali coerenti con le richieste fatte in passato"

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