IL 25 Aprile di tutti
di Nello Colombo
Forse che i morti non ritornano per gridare al vento per il loro sangue versato inutilmente? O che possono marcire irreparabilmente nella mente prima che in una fredda tomba per ricordare che la storia lastricata di cadaveri dimenticati, ormai polvere della stessa polvere del tempo, non ha mai insegnato niente a nessuno? Povera Italia senza più memoria, senza eroi né Dei di un Olimpo minore, se non ha più il pudore prima del coraggio, il desiderio, l’imperativo onnipressante di ricordare quanto i nostri padri - i giovani di un tempo che per la Patria hanno immolato la loro gioventù più bella - hanno fatto per donarci il più prezioso dei doni: la libertà. Eppure c’è una data che verga inesorabilmente la pergamena di un diario inciso nel sangue per sconfessare l’ideologia falsa e bugiarda degli oppressori del diritto, del potere magniloquente delle armi al servizio della tirannide. Il 25 aprile è lo spartiacque glorioso tra chi si è rifugiato docilmente sotto la bandiera cupa e minacciosa dell’autocrazia necrofila e omicida, folle banderuola al vento dello Stige infernale senza più ritorno, succubo dell’accondiscendenza supina a chi si è macchiato d’infamia arrogandosi il potere di imporre il suo volere con l’arroganza dell’imperio, e chi gloriosamente invitto ha opposto il suo supremo rifiuto di piegarsi o di appendere le proprie cetre ai salici per rinnegare l’anatema di un’umanità piegata e schiava. Forse per questo l’Anpi si è fatta testimone dei tempi di ieri e di quelli che verranno per tenere in vita la Memoria, perché senza vera giustizia sociale non può esserci alcuna libertà. E di tanti che hanno sacrificato tutto per lasciarci un segno indelebile che scuota le coscienze innanzi al sopruso, non resta che l’idea che alimenta la fiamma del ricordo. E allora ecco il vero senso della Liberazione che è anzitutto riconciliazione e pacificazione sotto l’egida delle sacre leggi costituzionali. Dopo 78 anni il 25 aprile assume il significato del popolo ritrovato. E in provincia Egidio Melè, presidente Anpi con Sergio Spolini, Augusta Pizzocri, Loris Molin, Ernesto Molinari e quanti intendono destare una coscienza universale che non affievolisca mai la luce della torcia accesa sul poggio a rischiarare il cammino del viandante nella notte, si ritrovano insieme per rinnovare i voti di 78 anni fa con il Raduno nella piazza Campello del capoluogo alle 8,45 per rendere omaggio al Ten. Col. Edoardo Alessi caduto per la libertà. La celebrazione si concentrerà poi a Tirano con la S. Messa nella Parrocchiale alle 10 celebrata da Mons. Andrea Salandri per proseguire poi con il corteo da Via XX Settembre fino a Piazza Marinoni dove si svolgerà la solenne cerimonia con la deposizione di una corona al monumento dei Caduti. Un invito soprattutto alle nuove generazioni. “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dov’è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché è lì che è nata la nostra Costituzione” ricordava infatti Pietro Calamandrei, uno dei padri della nostra Carta costituzionale. Prolegomeni della celebrazione del 25 aprile la conferenza di Laura Bordoni dell’Issrec sull’acuta testimonianza del libro “La resa dei conti con la Repubblica Sociale Italiana” presso la sala del Centro Evangelico di Cultura in via Malta alle 9,30 del 22 aprile. Evento clou la “Passeggiata della Libertà!” di domenica 23 aprile, un percorso libero per grandi e piccini lungo i sentieri della memoria 1943-1945. Si partirà alle 14 dal ponte di Gombaro in ricordo del partigiano Moro per proseguire per Maioni, Colombera-Gualzi di Sant’ Anna, fino a Triasso per ricordare il tragico eccidio, per rientrare infine passando per il Santuario della Sassella. Accanto alle voci dell’Anpi anche quella del presidente del “Club 105 delle Frecce Tricolori Valtellina e Valchiavenna”, Renato Verona, fedele custode della memoria collettiva tra mille eventi che intendono ricostruire una fetta della nostra storia di liberazione a cui prese parte anche il popolo americano. Sin da piccolo Verona ha ricevuto il seme del ricordo da nonno Guido che profeticamente gli ripeteva: “Se invece degli Americani fossero giunti i Russi a portare lo slancio della liberazione, in Italia forse oggi saremmo in tanti a produrre ghiaccioli in Siberia!”. Accanto ai valorosi partigiani caduti per la Patria, Verona, infatti, ricorda che durante l’ultimo conflitto oltre 90.000 giovani Yankees hanno perso la vita e le loro anonime spoglie sono disseminate in oltre 42 cimiteri da Udine a Siracusa. Imponente quello di Impruneta con 4402 lapidi allineate e silenziose che ricordano il sacrificio di altri eroi venuti da lontano per la nostra libertà, per sconfiggere la barbarie della furia nazifascista. Il presidente del “Club 105 Frecce Tricolori” allora, chiede a gran voce come sia possibile celebrare un 25 aprile senza un segno di sincera gratitudine per ricordare anche i fratelli d’America venuti sul suolo italico per combattere al fianco dei nostri arditi partigiani per restituire la democrazia e la libertà al popolo italiano.
Nello Colombo