Olimpiadi anche in Valtellina. Le gare
La candidature dell'Italia per le Olimpiadi invernali del 2026 è partita. “Dell'Italia” in quanto per la/le sede/i c'è da scegliere fra tre candidature sul tavolo. In pista il Veneto per Cortina, non si sa bene se e in che modo Torino che peraltro le Olimpiadi le ha già avute non un secolo fa ma soli 12 anni indietro. Infine il trittico che ci interessa con Milano capofila di partner di lusso come la Valtellina e S. Moritz. Vediamo l'articolazione sportiva:
Le gare, dove
Milano: ovviamente l'inaugurazione e la chiusura con le infrastrutture che servono, in parte esistenti. Poi tutto il ghiaccio,cominciando da quello short track che ci è valsa la pioggia di medaglie ad Arianna Fontana e colleghe. Pattinaggio e di figura e di velocità, hockey, curling. A Milano ovviamente il Villaggio Olimpico in una zona ex ferroviaria e quello per la stampa con un grande centro per le comunicazioni. Palco per le premiazioni in Piazza Duomo e tre zone per eventi.
S. Moritz offre quello che le altre località non hanno e che sarebbe difficile poter realizzare. In particolare ci riferiamo a salto e combinata nordica. Poi bob, slittino, skeleton
Bormio, già sede applauditissima per due mondiali, sede ideale per le prove alpine e anche con una zona per gli eventi
Santa Caterina regina del fondo e biathlon
Sondalo: villaggio olimpico ad uso delle gare in Alta Valle
Due punti fermi per quel che ci riguarda.
Non lasciamoci prendere dai facili entusiasmi. Sovviene la rissa scoppiata sul sagrato dopo una Messa domenicale di un secolo fa suppergiù in Grosotto. Motivo del contendere la localizzazione della stazione della linea ferroviaria Tirano-Bormio voluta da alcuni in destra Adda, d altri in sinistra. Occorre decisione e impegno anche da parte nostra per quello che serve evitando quei sofismi che tante volte hanno pregiudicato soluzioni dei problemi. La strada da percorrere è ancora tanta. Noi ci siamo.
Non lasciamoci prendere dai citati sofismi e dalle immancabili levate di scudi di questo o quel Comitato spesso fonte di conseguenze negative. Ricordiamo che al tempo dei mondiali di sci in Alta Valle (2985) divenne caso nazionale il "taglio delle 4000 piante" per sistemare la pista di sci. Fu così violenta la campagna che il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio, diversi Ministri rinunciarono alla già promessa presenza. Associazioni, personaggi, intellettuali schierati a difesa di queste 4000 piante all'insegna del più dilettantesco pressapochismo. Basti dire che 20 anni prima in quella zona era tutto pelato e che ben poche erano le piante degne di questo nome (sopra i 45 cm. di diametro erano in tutto 45!). Per una corretta valutazione opportuno precisare che pochi mesi dopo il Parco dello Stelvio autorizzava il Comune di Bormio al taglio di 10.000 piante (diconsi diecimila), nel pieno rispetto del Piano di assestamento..." (Da “La Gazzetta di Sondrio in data 1 marzo 2006). Andò non bene ma benissimo ma poteva andare male. E' successo ad esempio infatti con il Traforo del Mortirolo. Finanziato dal Ministro dei LL.PP. Prandini il preforo, pubblicato il bando, cambiato il Governo sarebbe stato non difficile procedere. Non se ne volle sapere, salvo i tiranesi, perchè si diceva che prioritaria era la SS38. Vero ma quei soldi non potevano essere usati per la 38 e così riuscimmo a perdere una occasione preziosissima. La logica continuazione della direttrice avrebbe portato al traforo dello Stelvio lungo – progetto di allora – meno di quanto lo è l'ultima galleria della SS38 prima di Bormio e quindi non irrealistico come poteva essere anni fa.
Ricordiamocene e si operi per neutralizzare eventuali bastian contrari.
a.f.