NOVITÀ IN LIBRERIA: IL PALAZZO BALBIANI DI CHIAVENNA

Cristian Copes autore del volume, tesi in architettura discussa da Copes al Politecnico di Milano Presentato da parte del prof. Guido Scaramellini, presidente regionale di recente nomina dell'Istituto italiano dei castelli, quale correlatore e presidente

Mancava un volume che ripercorresse le vicende di uno dei principali monumenti storici di Chiavenna qual è il palazzo dei conti feudatari Balbiani. A questo manufatto, più noto come castello per il suo carattere fortificato, anche se il castello vero e proprio era sulle vicine rocche del Paradiso e del Castellaccio, solo lo storico don Pietro Buzzetti una novantina di anni fa aveva pubblicato in un suo libro una preziosa stima del palazzo, stesa nel 1477 dall'architetto ducale Guiniforte Solari. Si deve ora a un giovane architetto e segretario del Centro di studi storici valchiavennaschi, Cristian Copes, l'aver coperto nel modo migliore una lacuna nella pur ricca storiografia valchiavennasca.

Il volume, che esce come n. 18 della Raccolta di studi storici sulla Valchiavenna, è stato ufficialmente presentato sabato 16 giugno nel salone del cinquecentesco palazzo Pestalozzi di Chiavenna a oltre un centinaio di persone accorse per l'occasione. Dopo il saluto e le felicitazioni della prof. Camilla Moro, assessore comunale alla cultura, l'autore ha ripercorso le complicate fasi dell'edificio, già nominato nel XIII secolo come palazzo, divenuto nel '400 la dimora dei conti feudatari Balbiani, originari di Varenna sul lago di Como, che restaurarono l'edificio e ai quali i Visconti prima e gli Sforza poi assegnarono la Valchiavenna. La stima stesa nel 1477 dal Solari, soprintendente alla costruzione del duomo di Milano e autore, tra l'altro, della facciata della Certosa di Pavia e della cappella Colleoni di Bergamo, ha permesso a Copes di ricostruire anche graficamente come doveva essere la facciata del palazzo, molto diversa dall'attuale, sopravvissuta allo smantellamento dell'edificio nel 1525 da parte dei Grigioni. Infatti il prospetto originario, delimitato dalle due esistenti torri cilindriche, aveva quattro bifore ad arco ribassato al primo piano, accompagnate da altrettanti balconcini e in alto terminava con uno sporto a beccatelli con merlatura. La fisionomia attuale, con tre ordini di finestre rettangolari molto pronunciate in altezza, si deve invece a un intervento di restauro voluto nella seconda metà del '700 dalla famiglia grigione dei Salis che ne era divenuta proprietaria, ma essa non fece in tempo a completarlo perché nel 1797, con l'arrivo dei napoleonici cisalpini, i grigioni furono allontanati e i loro beni confiscati. Del palazzo rimase quindi solo la facciata, mentre l'edificio sarà restaurato ad uso albergo nel 1930 a spese di Giovan Battista Mazzina di Gordona. Sarà poi acquistato nel 1948 dai figli di Carlo Moro, proprietari del pastificio omonimo, e ancor oggi è abitazione degli eredi.

La manifestazione è stata conclusa dal prof. Guido Scaramellini, quale correlatore della tesi discussa da Copes sullo stesso argomento al Politecnico di Milano e presidente del Centro di studi storici valchiavennaschi che ha edito il volume e quale presidente regionale, di recente nomina, dell'Istituto italiano dei castelli. Egli ha evidenziato la serietà del lavoro, frutto di documentazione in gran parte inedita, e inserito nel più ampio quadro della storia dell'Italia settentrionale nel '400, ripercorrendo le importanti cariche rivestite dai Balbiani nella Firenze di Cosimo de Medici, così come a Bologna, Perugia, Roma e a Cremona oltre che, naturalmente, in Valchiavenna.

Il volume di 415 pagine, oltre un centinaio di illustrazioni di Federico Pollini, elegante rilegatura e copertina a colori, è disponibile presso la sede del Centro di studi storici valchiavennaschi al primo piano del palazzo Pestalozzi di Chiavenna in via Carlo Pedretti 2 (casella postale 70, tel. 0343 35382, e-mail: storival@tin.it, sito internet: www.clavenna.it).

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