10° giorno dall'incidente nella grotta bavarese

Più di metà del difficilissimo percorso alle spalle. Si sono aggiunti i croati. Dall'Italia altri speleologi

Da dove l'avevamo lasciato nell'ultimo nostro articolo (a meno 720 m. in avvio per risalire) la barella ha superato un primo pozzo verticale di 70 m e poi è stata fatta una sosta per stabilizzare il ferito e permettere ai sanitari di effettuare i monitoraggi di routine. Ripresa la salita dopo aver superato altre verticali e meandri ed è arrivata al Campo 2 alla profondità di -490 m. dove si è fermata per un paio ore per far riposare il ferito e far controllare dal team medico le condizioni sanitarie.
Il trasporto della barella, effettuato dai tecnici ancorati su entrambe le pareti verticali della frattura, risulta particolarmente complesso anche perchè dovrà essere superata una cascata che ne invade la parte centrale e sottostante.

Quindi, a ieri sera 17 VI,  le squadre di soccorritori del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) – in collaborazione con quelle dei soccorritori tedeschi, svizzeri ed austriaci, stavano affrontando la grande frattura verticale lunga 250 m e larga circa 1 m a quota -430 m che deve essere fatta superare alla speciale barella col ferito. 

Al limite delle possibilità
Si pensi di avere sulla testa una fenditura che si operde lontana, più su di 250 metri, larga un metro, già difficile per una persona e figurarsi quindi per una barella! Siamo veramente al limite.
A meno 430, 550 ormai alle spalle. Tra poco la lunga verticale, pure irta di difficoltà, per giungere alla meta.
Siamo nel decimo giorno dall'incidente!

Noi continuiamo a seguire la vicenda perchè sta diventando, se non lo è già diventata, un vero e proprio simbolo della solidarietà portata al limite, espressione dei valori positivi compreso quello della totale intesa di genti diverse, di diverso linguaggio.
GdS

Degno di nota