IL PROGETTO DELL’ADDA NAVIGABILE

Studio di fattibilità della Comunità Montana di Tirano

Il club Valtellinese che si occupa di sport fluviali darà un fattivo sostegno al progetto ADDA NAVIGABILE che prenderà il via con uno studio di fattibilità della Comunità Montana di Tirano mettendo a disposizione l’ esperienza ultraventennale maturata. Nel 1982 alcuni appassionati sportivi Tiranesi diedero vita al Canoa Club Valtellina sotto la presidenza dell'avvocato Donato Lucini, con l'intento di diffondere lo sport della canoa e promuovere la tutela dell'ambiente fluviale. Attualmente il Canoa Club Valtellina con la presidenza di Aldo Trabucchi, propone Rafting e Kayak. Rafting con escursioni sul tranquillo tratto di fiume Adda, imbarcando a Stazzona con sbarco a S.Giacomo, dove, presso il campo sportivo, ha sede la Base Rafting in collaborazione con il gruppo sportivo locale. Kayak e Canoa con corsi di 9 ore in tre giorni, sul lago artificiale del Baghetto in comune Castello dell'Acqua, e presso l'agriturismo La Fiorida a Mantello. Un portale internet www.alpicentrali.org è il veicolo di promozione verso il mondo. Tra le iniziative per trasformare l’ambiente fluviale in una risorsa turistica, ricordiamo la collaborazione nella stesura del volume " Le Vie d'Acqua in Valtellina e Valchiavenna" ristampato anche dall' APT valtellinese. Grande impegno è stato profuso nell'organizzare sull'Adda importanti eventi agonistici internazionali, ricordiamo il primo campionato italiano Canoa Kayak del 1987 sponsorizzato da AEM milano, che ha fatto conoscere l'Adda non solo nell'ambito agonistico ma anche turistico. Paradossalmente erano i turisti, più che i residenti in valle, a conoscere ed apprezzare l’ambiente naturale fluviale. Il fenomeno è in controtendenza ora che sulle sponde dell’Adda sono state realizzate opere come il sentiero Valtellina e il fiume comincia ad essere apprezzato anche dai residenti in provincia che affollano le piste ciclabili nelle giornate di sole. L’aspetto ludico delle attività proposte (rafting, kayak, canoa) ha come fine la conoscenza dell’ambiente, perché come dice proust:“il vero viaggio di scoperta non è vedere nuove terre, ma avere nuovi occhi…”. L'unico tratto di fiume Adda che è privo di opere di captazione e con sponde quasi interamente naturali, è proprio quello che dalla base della centrale idroelettrica AEM di Stazzona va sino al primo degli invasi Enel del Baghetto, tra chiuro e Castello dell'Acqua. Di particolare significato quindi il progetto che la CM di Tirano sta realizzando. Riportiamo un estratto della pubblicazione," Le vie d'Acqua" disponibile anche sul sito internet www.alpicentrali.org Fatti circa circa 500 metri dal ponte di Stazzona, si potrà udire il roboante rumore delle acque che fuoriescono spumeggianti da un canale sulla sponda orografica sinistra. E' l'ultima centrale idroelettrica dell'Azienda Energetica Milanese che restituisce all'Adda la dignità di fiume; per cinque sei chilometri l'acqua sembra gioire della ritrovata libertà, si divide in canali diversi e si riunisce dopo poche decine di metri disegnando ampie anse e curve repentine in prossimità di massi appoggiati alle sponde. Non appena avvistato un ponte ad arcata unica, senza pilastri, si sono percorsi circa 9 chilometri, per chi desidera sbarcare il punto più adatto è sulla sponda sinistra 50 metri prima del ponte. Tresenda - Castello dell'Acqua Difficoltà: 1° - 2°- 3° Periodi favorevoli: tutto l'anno Imbarcazioni: Kayak, canoe vetroresina e pneumatiche, raft, hydrospeed Tempo percorrenza:1. Ore e 40 minuti circa Dal comodo piazzale sulla sinistra appena superato il ponte che da Tresenda,( sulla statale 38) conduce al passo dell'Aprica, e possibile effettuare l'imbarco anche di ingombranti gommoni; l'Adda si increspa appena sotto il primo dei due ponti, attenzione al pilone centrale del secondo, appena a ridosso del primo ponte, la corrente ci si infrange con una certa violenza formando una rapida di 2° - 3° e non è raro che vi siano impigliate cataste di legna alla deriva. (Purtroppo il magistrato del Po non considera il legname un ostacolo al deflusso delle acque e pertanto nen ne effettua la rimozione.) Passata la rapida, il fiume riprende un aspetto placido, le sponde si allontanano e l'alveo si dirige a sud per lambire i boschi di latifoglie ai piedi delle alpi Orobie. Se terrete d'occhio alla vostra destra la torre medioevale che vi scruta dal dosso delle alpi retiche retiche che nasconde alla vista l'abitato di Teglio, vi rendere conto che il fiume disegna una gigantesca U. Infatti se appena partiti ne vedrete il lato sud-est, dopo circa una ora di navigazione ne potrete ammirare il lato sud -ovest. La vista del ponte successivo, con un grosso pilone tondo centrale preannuncia una nuova ed emozionante rapida di 3°. E' necessario prestare attenzione all'ingresso che và effettuato tra la sponda orografica sinistra e il pilone, prestando attenzione ai rami impigliati sullo stesso. Una volta imboccata la lingua d'acqua centrale è preferibile affrontare la rapida dirigendo verso il centro destra al fine di evitare un acuminato sasso che in condizioni di acqua normale (40-50 mcs) non è visibile tra la schiuma bianca ma può danneggiare l'imbarcazione. Nessun problema se non quello di distrarsi dalla bellezza del paesaggio e dalla tranquillità sino al bacino artificiale di acqua calma dell'ENEL che sancisce la fine della discesa; sulla sponda sinistra, nei pressi della Scuola di Canoa o poche decine di metri più a valle sulla destra, prima del ponte è possibile sbarcare.( attenzione a non varcare il ponte e quindi avvicinarsi in modo pericoloso alle paratoie della diga.)

Aldo Trabucchi (x)

(x) Presidente Canoa Club Valtellina - ccvso@tin.it

Aldo Trabucchi
Degno di nota