Al 72° la condanna dell’Italia

Spareggi impegnativi con squadre di notevole livello. E questa Svizzera...

Al 72° minuto abbiamo azionato il telecomando riponendolo sul tavolino. Non c’era più niente da fare per quello che avevamo visto sino a quel momento. C’era, davanti al portiere elvetico, una sorta di campo spinato che vanamente gli azzurri, in maglia bianca, cercavano di penetrare senza tentare il tiro da lontano. Gli irlandesi stavano dimostrando quel che avevano spavaldamente dichiarato nei giorni scorsi, ossia di avere una difesa a prova di bomba. Con condanna dell’Italia agli spareggi.
Quasi tutti alla vigilia avevano puntato non sulla vittoria ma addirittura su una vittoria con tanti gol di scarto per il primato nel girone staccando così il biglietto per il Qatar. Dalla nostra, a parte i 15 punti come gli gli svizzeri, si contava sulla differenza reti a nostro favore (+2).
Si giocava entrambi  incollati allo zero a zero ma al 48° loro, segnando, riducevano il nostro vantaggio a uno. Nove minuti dopo secondo gol e al 72° il terzo, quello che ci ha fatto azionare il telecomando tornando allo stadio irlandese dopo qualche momento di verifica (poi al primo minuto di recupero arriverà anche il quarto gol rossocrociato).
Tornando con rassegnazione perché nei 18 minuti rimanenti non sarebbe bastato più vincere ma bisognava farlo almeno con un due a zero. Vediamo il perché.
Il gol indispensabile per avere i tre punti dato che la Bulgaria non aveva alcuna velleità e possibilità né di vincere né di pareggiare. Passiamo alle reti. Da due di svantaggio gli elvetici erano passati a uno di vantaggio, con un altro vantaggio però. Avesse segnato l’Italia pareggiava le reti ma non era sufficiente in quanto il regolamento a questo punto privilegiava delle due squadre quella che aveva segnato in trasferta, cioè loro, all’Olimpico. Conseguiva la necessità, in 18 minuti, di segnare due gol quando in 72 minuti non solo non s’erano visti gol azzurri ma neppure giocate serie tranne solo quel tiro che ha scheggiato lo spigolo della traversa.

Questa Svizzera!
C’era venuto in mente nei giorni scorsi, di ricordare quell’amaro 1954, poi rinunciammo scaramanticamente. C’erano infatti venuti in mente i Mondiali del 1954, i primi trasmessi in TV ma non dappertutto ricevibili. No in Valtellina con due eccezioni, a Ponte e ad Arquino. Per un gioco di riflessi arrivava solo un modesto segnale che consentiva di intravvedere i giocatori eppure sia il Cerere di Ponte che il Bar di Arquino erano pieni di giovani, tutti arrivati in bicicletta. Fra le 16 squadre la Svizzera che il 17 giugno ci rifilava un 2-1. Eravamo ancora in gioco e ci era toccata, sei giorni dopo, ancora la Svizzera. Schiavio e Piola decidevano di lasciare a riposo la nostra punta di diamante, Cappello, centravanti del Bologna, per le partite successive. Risultato: a casa e prendendone il doppio, quattro, a uno.

Ora si va alla lotteria degli spareggi. Mancini ha detto che in Qatar ci andremo. Speriamo che abbia ragione ma sapendo che ci sono due ‘opponendum’. In primis la squadra che abbiamo visto ieri ben diversa da quella che ha portato a casa il titolo europeo. In secondo luogo le date degli spareggi, nel periodo più vivace del campionato di Serie A con le difficoltà di costruire una squadra avendo a disposizione tutti i giocatori che servono e per partite e per ritrovi. Infine le avversarie<. 
Italia, Austria, Galles, Macedonia del Nord, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Russia, Scozia, Svezia, e poi ancora da definirsi Norvegia o Olanda o Turchia, Finlandia o Ucraina. Poi il completamento a 16.
GdS

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