OPERA BESTIALE al Circolo Musicale

Concerto e due matinées per le scuole

Circolo Musicale CID di Sondrio

Patrocinio degli Assessorati alla Cultura di Regione, Provincia, Comune di Sondrio

45a Stagione Concertistica 2005/2006 - Ottavo concerto

lunedì 20marzo - Sondrio, Auditorium Torelli ore 21

(inoltre, per gli studenti della provincia, matinée martedì 21 ore 9.30 e ore 11) Da precisare al riguardo che nelle scuole vi è stata adeguata preparazione all’evento. Gli insegnanti delle scuole della provincia interessati sono intervenuti ad un pomeriggio nel quale Aldo Taraballa ha illustrato l’Opera bestiale. E’ stato altresì distribuito materiale illustrativo (stampati, DVD ecc.) pdi supporto didattico.

La Compagnia sperimentale OPERA BAZAR presenta

OPERA BESTIALE, ovvero la Compagnia degli animali cantanti

Scherzo musicale per quintetto strumentale, pianoforte, puppets e cantanti

Musica Aldo Tarabella

Libretto Antonella Caruzzi

PERSONAGGI:

disegnati da Francesco Tullio Altan

ROSINA la gallina-soprano Ilaria Zanetti

MANRICO il gallo - tenore Gianluca Moschetti

BASIGLINO il tacchino PASQUALE il maiale - baritono Giulio Boschetti

ADALGISA l’oca PIANISTA CANTANTE - soprano Paola Matarrese

Regia Aldo Tarabella

Scene Patrizia Mugnai

Ensemble strumentale Opera Bazar

Pianoforte Massimo Salotti

Aiuto regia Emiliana Paoli

Movimenti coreografici Maria Teresa Elena

Luci Marco Minghetti

Realizzazione pupazzi:

Libero Maggini, Patrizia Mugnai, Emiliana Paoli

Realizzazione scene presso i laboratori del Teatro del Giglio di Lucca: Luca Barsanti, Andrea Natalini, Valeria Nunziata, Emiliana Paoli, Patrizia Mugnai, Matteo Guidi

Tecnico luci: Toni Martignetti

LA STORIA

Dal grande portone di un teatro, dal quale escono le note dell’ouverture della “Gazza Ladra” di Rossini, vengono buttati fuori, uno dopo l’altro, una gallina, un gallo, un tacchino, un’oca, un maiale. E il portone si richiude pesantemente alle loro spalle.

I cinque animali non sono stati accettati: loro volevano cantare l’opera, ma non li hanno voluti. E si lamentano della loro triste situazione: “Ahi ahi ahi…Come sacchi di patate, siamo stati scaricati..! Cosa siamo in questo mondo…!? bestie senza dignità!? Buoni solo per il brodo.., per l’arrosto di Natale…, con in bocca…puah..l’alloro, e patate a volontà…ahi ahi ahi…”

Arriva una pianista che, impietosita, si offre di scrivere “l’opera giusta solo per loro”.

I cinque accettano, ma prima devono dimostrare cosa sanno fare.

E qui ognuno di loro si scatena a vantare le proprie doti:

la gallina si presenta subito come “Rosina gallina di classe, che sa fare anche le note più basse”, e canta gorgheggiando con tutto il fiato che ha l’aria della regina della notte dal “Flauto Magico” di Mozart;

subito dopo, con l’aria tronfia e impettita, da vero tenore, si presenta il gallo. Offeso perché gli è stato detto che non possiede il do di petto, canta con grande prosopopea la cabaletta di Manrico dal “Trovatore”, dichiarando che per lui è facilissimo, riesce a farlo “su una sola zampa”;

l’oca canta, sempre dal “Trovatore” l’aria della zingara Azucena;

il tacchino, con voce stentorea e gonfiando il petto come fanno i tacchini appunto, canta l’aria di Dulcamara dall’”Elisir d’amore”;

il maiale è timido, e ha bisogno di essere incoraggiato dalla pianista per intonare l’aria di don Pasquale dal “Don Pasquale”.

“Si tratta ora di decidere se fare un’opera seria o un’opera buffa..” – dice la pianista.

“Seria” – dichiara subito il gallo; “Buffa” - replicano immediatamente tutti gli altri.

A schiacciante maggioranza e con gran dispetto del gallo, l’opera sarà un’opera buffa.

“Ma la storia quale sarà?” – chiede la pianista.

“Una storia d’amore” – su questo sono d’accordo tutti. Ma ognuno dice la poi la sua, e quindi sarà la storia di un’amore appassionato, sfortunato, interessato, …….., contrastato.

“E chi contrasta tale amore?” – chiede ancora la pianista.

“Naturalmente un tutore..” – risponde subito il tacchino, proponendosi con sussiego per la parte del tutore.

“Ci vuole un librettista” – afferma la pianista.

“Un librettista? - dichiarano subito tutti – Non lo vogliamo, decideremo man mano che la storia inventiamo…”

“Allora incominciamo - conclude la pianista - Ouverture….”

Si apre la prima scena con un duetto d’amore: è una splendida notte di mezza estate, e sul balcone di una terrazza il gallo, che vuol chiamarsi naturalmente Manrico, e la gallina, il cui nome sarà naturalmente Rosina, si promettono amore, scambiandosi anche quale pegno una piuma. Il duetto viene interrotto dal tutore.

Altro duetto, stavolta esilarante, durante il quale il tacchino propone a Rosina di sposarlo. E siccome lei, scandalizzata per la differenza di età, rifiuta, il tutore dichiara che la chiuderà in casa finché non si deciderà a sposarlo.

Nascosto nell’ombra Manrico ascolta, e dapprima pensa di rinunciare a Rosina ( In fondo tutte le galline sono uguali…), ma poi, su suggerimento degli altri, si infiamma e “corre a salvarla”.

Ma come fare?

“Bisogna rapire Rosina ! – afferma la pianista - Ci vorrebbe una serva…la serva Adalgisa! Colta da passione improvvisa punta lei al tutore, e quindi è ben decisa a impedire questo matrimonio”

“Ma la serva chi la fa?” – L’oca si rifiuta e minaccia di andarsene: lei la serva non la fa, e poi non ha neanche la voce adatta, “è questione di tonalità”.

“Ti mostro io come si fa – taglia corto la pianista, e sale sul palcoscenico.

Si improvvisa così un incontro tra la serva Adalgisa e il gallo Manrico, che, adulandola, le promette di aiutarla a sposare il tutore se in cambio lei lo aiuterà a rapire Rosina.

“Ma non è facile…. Ci vorrebbe un’idea…! – protesta Adalgisa - Ma certo!... la cesta del bucato…! Rosina verrà nascosta tra i panni da lavare, e durante l’assenza del tutore che tutti i giorni, dalle due alle tre, va a trovare un notaio suo parente che lo assiste nelle faccende legali, Manrico busserà alla porta e ritirerà la cesta con dentro Rosina. “Tre tocchi leggeri…dalle due alle tre..”

Così avviene. Ma mentre recalcitrando perché i panni puzzano, Rosina entra nella cesta, alla porta bussa il tutore che, accompagnato dal notaio suo parente, è ben deciso a stendere il contratto di nozze. C’è una gran confusione: “Presto, presto, fuori dal cesto!...Presto presto, entra nel cesto..! ”e dal cesto viene fatta uscire in fretta Rosina e viene fatto entrare Manrico.

Entra Tacchino (don Basiglino è il nome che gli hanno dato), e subito sospetta qualcosa, tanto più che a terra trova una piuma che non appartiene certo a Rosina. La confusione è al massimo: don Basiglino apre il cesto e comincia a toglierne i panni, Adalgisa e Rosina cercano disperatamente di non far scoprire Manrico. Finalmente ci riescono, ma adesso si tratta di stendere il contratto di matrimonio. Viene fatto un lungo elenco dei beni della dote, e ormai non manca che la firma. Adalgisa farà da testimonio.

“Stiamo attenti – avverte la pianista – “che così li facciamo sposare veramente…! Qui ci vuole un espediente, un colpo di scena…”

Sarà il maiale Pasquale che, nella sua veste di notaio, troverà la soluzione che porterà al lieto fine, con un doppio matrimonio.

“Alziamo i calici, viva gli sposi, presto di gioia tutti esultiam”

Red
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