Dall'UNCEM a Roma: siano gli amministratori protagonisti del cambiamento

Importante presa di posizione della Giunta nazionale anche con il contributo di Tiziano Maffezzini, Presidente di UNCEM Lombardia e Sindaco di Chiuro

Sondrio, 14 aprile - Bisogna lasciar decantare le emozioni qualche giorno per poter riorganizzare i pensieri al meglio e per poter rilanciare un messaggio importante: quello espresso molto chiaramente anche dal presidente UNCEM, Marco Bussone nel corso della giunta nazionale riunitasi, con le delegazioni regionali, lo scorso 7 aprile a Roma.

“Non posso che condividere  - spiega Tiziano Maffezzini, presidente di UNCEM Lombardia  - in merito ai vari argomenti trattati. Allo stesso tempo - ribadisce Maffezzini - vorrei estendere a tutti gli associati della Lombardia un invito: basta lamenti fini a se stessi e basta avere un atteggiamento da poveri questuanti. Che il Governo faccia meglio senza mettere in crisi le autonomie, si rivedano i bandi del PNRR, soprattutto modalità e procedure, si lascino nuovi e più ampi margini ai Comuni sulla spesa corrente, si attivino tutte le procedure necessarie per l’assunzione del personale mancante, ma, forti delle nostre responsabilità individuali, dobbiamo contribuire, diventando un interlocutore forte e credibile, perché i cambiamenti auspicati diventino realtà”.

Occorre, dunque, fare meglio, non di più.

Insomma, anche per UNCEM Lombardia non serve, quanto meno non basta, invocare risorse aggiuntive, occorre piuttosto cambiare atteggiamento diventando fautori e quindi protagonisti del cambiamento che tutti gli amministratori locali, ancor più quelli di montagna attendono da tempo.

Ecco allora che lavorare insieme diventa un punto di partenza imprescindibile.

Agendo insieme secondo visioni comuni si tracciano strade percorribili che portano ai risultati sperati, in caso contrario, procedendo da soli, si continuerà ad ottenere ben poco disperdendo fra l’altro in mille rivoli risorse ed energie.

Il PNRR deve cambiare, questa la richiesta chiara e condivisa uscita dalla giunta romana.

Una richiesta inviata direttamente a Palazzo Chigi e al MEF che stanno varando una serie di bandi - d’intesa con molti Ministeri - poco adatti ai territori e Comuni montani.

UNCEM nazionale ha rilanciato le proposte contenute nel dossier “C’è qualcosa che non va in questo PNRR…” presentato alcune settimane fa con le istanze per cambiare il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.

A partire dai bandi sport e per la digitalizzazione (dopo quelli dannosi e inopportuni sui borghi), che non favoriscono coesione e coinvolgimento degli Enti locali più piccoli e delle zone montane italiane.

Insomma si deve cambiare passo, si legge nella nota stampa diffusa dal nazionale.

Diventa, dunque, importante non solo il quanto ma il come.

Come evidenziato nel corso della giunta sono troppi i bandi e i tempi sono troppo stretti.

Il rischio è quello di sempre, tutti contro tutti nell’assurda corsa per assicurarsi le risorse disponibili.

Come evidenziato solo la scorsa settimana dal collega Giovanmaria Flocchini della CM Valle Sabbia nel caso del progetto di riqualificazione del borgo di Livemmo a Pertica Alta (BS), i problemi legati a questi bandi sono innumerevoli e vanno tutti sotto il nome di burocrazia, sempre più complessa e tutt’altro che improntata alla semplificazione.

Procedure di gara, conferimento appalti, tempistiche, rendicontazioni rischiano di rendere vano ogni sforzo dei piccoli enti montani.

Il timore - nemmeno poi remoto - quindi è quello di avere le risorse ma non le strutture in grado di gestirle e valorizzarle secondo i tempi imposti dal PNRR.

Bussone lo ha ribadito chiaramente e UNCEM Lombardia non può che concordare: “il PNRR non diventi un “bandificio”.

“Ritengo - commenta Maffezzini - che il PNRR debba e possa rappresentare uno strumento utile per una vera e propria ripartenza del Paese, a vantaggio di tutti, senza però alimentare le sperequazioni sociali e geografiche con le quali la montagna fa i conti ormai da troppo tempo. Non esistono, inoltre, soluzioni universalmente valide per tutte le realtà. Da un lato si ribadiscono le specificità della montagna e dall’altro si applicano provvedimenti validi per ogni fascia altimetrica? Rispetto a questo chiediamo maggior ascolto a beneficio per altro di un corretto impiego delle risorse evitando che queste si disperdano senza, quindi, poter garantire e generare alcun beneficio effettivo. Ribadisco ancora una volta non si tratta solo di quanto ma di come”.

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