"ABUSO SUI MINORI" ILO PROGETTO DEI LIONS PER PREVENIRE ED AIUTARE 2013aprile10.48
Venerdì scorso 12 aprile nella sala Botterini de Pelosi con il patrocinio dei Lions Sondrio Host, Masegra, Morbegno, Tellino, Bormio, Montagna Grumello (satellite) e Abdua oltre che Enti vari compreso il MIUR, ha avuto luogo la conferenza di presentazione del 'service' della zona coincidente con la nostra provincia "Abuso sui minori" un progetto per prevenire ed aiutare. Dopo i saluti del Viceprefetto dr. Angieri e del Sindaco dr. Molteni - in conclusione interverrà anche la dr.ssa Ceccomani, direttore sanitario ASL - é toccato alle relazioni, di alto livello seguite con grande attenzione per tutta la durata, non breve, dell'evento da un qualificato pubblico che aveva riempito la sala (e sedie aggiunte):
"Abuso sui minori": profili criminologici e penalistici - Dott.ssa Elvira Antonelli
Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Sondrio
Dott. Claudio Marcassoli - Psichiatra e Criminologo Forense - "L'abuso sui minori e la sua prevenzione"
Il progetto Porcospini - Dott. Rocco Briganti Direttore Cooperativa Sociale ONLUS "Specchio Magico"
La presentazione dell'iniziativa da parte dei Lions: quest'anno la scelta per il service di zona è caduta su un'iniziativa che riteniamo molto importante e che rappresenta un significativo ed innovativo intervento per le nostre valli. Abbiamo infatti pensato ad un'importante iniziativa per la tutela dei nostri minori, un progetto di prevenzione del fenomeno abuso sessuale. Ci si avvarrà della preziosa consulenza del prof. Alberto Pellai e della attiva collaborazione della cooperativa sociale onlus "Lo Specchio Magico" di Olginate.
Il fenomeno dell'abuso sui minori è una realtà purtroppo da sempre presente nel nostro Paese, ma in Italia pochi sono ancora gli interventi di prevenzione primaria rivolti ai minori, nonostante in altri Stati sia stata da più fonti e ricerche dimostrata la loro validità.
Le linee del progetto:
esPROGETTO PILOTA DEI LION'S CLUB VALTELLINA E VALCHIAVENNA:
Bambini, insegnanti e genitori insieme per prevenire l'abuso sessuale
Come ci ricorda PELLAI, negli Stati Uniti la maggioranza delle scuole pubbliche inferiori e superiori inserisce nei propri programmi didattici un curriculum per la prevenzione dell'abuso sessuale. A conferma della validità degli interventi di prevenzione effettuati nella scuola dell'obbligo, è stato pubblicato uno studio retrospettivo condotto negli Stati Uniti, dal quale risulta che le donne che riferiscono di aver partecipato a programmi di prevenzione dell'abuso sessuale da bambine, hanno una probabilità dimezzata di divenire vittime rispetto alle donne che non hanno seguito programmi di prevenzione. (Gibson & Leitenberg 2000); quindi un programma di prevenzione per i minori va ad avere effetti anche su un altro fenomeno tristemente diffuso da sempre, la violenza sulle donne.
Alla luce di queste osservazioni diventa importante promuovere programmi di prevenzione dell'abuso sessuale che forniscano al bambino conoscenze e competenze per non restare vittima di episodi di vittimizzazione. PELLAI ci ricorda ancora come l'attuazione di strategie preventive rispetto a un problema che coinvolge e ha un impatto sulla comunità avviene solo quando la comunità stessa è capace di riconoscerlo, definendone caratteristiche epidemiologiche e strutturando interventi finalizzati alla diagnosi precoce e alla rilevazione dei fattori di rischio.
Il fine della prevenzione primaria è quello di migliorare tutte le competenze genitoriali, familiari, personali, le risorse sociali e le capacità individuali.
Noti sono i fattori di rischio per l'abuso: fattori culturali, socio-familiari, genitoriali, elementi che vanno a costituire il "terreno di coltura" nel quale si sviluppa e sedimenta il fenomeno dell'abuso: una famiglia multiproblematica, una storia di pregresso maltrattamento, un genitore con
una storia di maltrattamento, una famiglia isolata senza familiari di supporto (nonni, zii), un atteggiamento "culturale" verso la violenza intesa come strumento per risolvere i problemi e raggiungere gli obiettivi.
Tra questi fattori di rischio uno dei principali è rappresentato dall' incapacità dei bambini di percepirsi vulnerabili in situazioni a rischio, condizione che permette all'abusante di agire sulla vittima.
La prevenzione primaria ha tra i propri obiettivi appunto quello di aiutare i bambini a discriminare il rischio potenziale intrinseco in situazioni che prevedano una interazione con adulti conosciuti e non, a conoscere il proprio corpo e la sua inviolabilità, a riconoscere i comportamenti sessuali inappropriati, ad apprendere le modalità per fronteggiare un'aggressione subita da conoscenti o estranei, a richiedere aiuto in caso di pericolo.
Gli interventi di prevenzione primaria nell'ambito scolastico sono molto importanti perché permettono di effettuare una prevenzione su larga scala, con l'intento di arrivare progressivamente a coinvolgere tutti i bambini che frequentano la scuola dell'obbligo.
Si sperimenta un modello di intervento di prevenzione primaria basato su uno sforzo cooperativo e integrato da parte di educatori, insegnanti e genitori.
L'esperienza già maturata in progetti europei ci porta a considerare prioritario il coinvolgimento delle classi quarte e quinte della scuola primaria. Queste classi sono ritenute le più significative per il raggiungimento degli obiettivi previsti da questo progetto: I bambini in esse presenti, infatti, appartengono ad una fascia d'età che i dati epidemiologici riferiscono ad alto rischio e contemporaneamente sono soggetti che presentano uno stadio di sviluppo del pensiero e dell'intelligenza emotiva tale da renderli in grado di assimilare in parte anche i concetti
astratti presenti nel curriculum educativo a loro proposto, e di estrapolare messaggi dalle situazioni ed esperienze in esso incluse (Aldridge & Wood, 1997; Tutty, 1992; Elliot et al, 1995). Inoltre, non va trascurato il fatto che in queste classi la programmazione didattica curricolare, in accordo alle indicazioni ministeriali, affronta già temi come la conoscenza del proprio corpo e un primo approccio relativo all'educazione sessuale. I bambini di questa età hanno, tra l'altro, già sviluppata, seppure relativamente, la capacità di esporre le proprie emozioni e i propri pensieri (Goleman, 1998).
L'obiettivo chiave è quello di facilitare i processi di comunicazione, di dialogo, di confronto nell'ambito familiare attraverso il canale scuola, avvicinando gli attori dello scenario scolastico/familiare nella maniera più delicata e rispettosa possibile.
Nella prospettiva di un approccio sistemico l'intera proposta educativa viene prima discussa, elaborata e pianificata dal gruppo di lavoro con gli insegnanti di classe.
In particolare, in ogni classe viene individuato un docente referente che accompagna, monitorizza e segue ogni fase di lavoro. Inoltre è prevista e ritenuta fondamentale la realizzazione di un incontro di approfondimento con tutti i genitori delle classi coinvolte dal progetto, con l'obiettivo di presentare la proposta e di discutere l'intero curriculum educativo, chiarendo insieme agli educatori gli eventuali dubbi al fine di ottenere il loro pieno appoggio all'iniziativa.
È altresì previsto un incontro iniziale con le istituzioni socio sanitarie, ASL, e con gli Uffici di Piano, enti deputati alla tutela dei minori, per coordinare con loro l'iniziativa nella prospettiva di una collaborazione anche attraverso contatti regolari ad ogni step del progetto.
OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO
• Fornire al bambino le conoscenze per riconoscere un abuso sessuale.
• Sviluppare nel bambino capacità critiche affinché sia in grado di reagire di fronte a una situazione di disagio per non restarne vittima.
• imparare a richiedere l'aiuto dei genitori o di adulti di cui si fida
• modificare eventuali comportamenti di eccessiva fiducia verso persone sconosciute e conosciute che si comportano in modo anomalo
Per ogni singolo incontro, inoltre, sono stati individuati gli obiettivi intermedi per portare i bambini ad acquisire delle competenze e a prendere coscienza di alcune situazioni ed esperienze vissute.
ARTICOLAZIONE DEL PROGETTO
Il progetto si snoda in cinque incontri a cadenza settimanale o quindicinale.
Ogni incontro sarà tenuto da operatori appositamente formati, con la supervisione di operatori "anziani", prevede una durata complessiva di due ore e consta di una lezione caratterizzata dai seguenti momenti:
• presentazione dell'incontro;
• riscaldamento;
• due o tre attività pratiche con le rispettive fasi di riflessione;
• recupero dei concetti posti in evidenza;
• rilassamento;
• assegnazione delle attività da svolgere in vista dell'incontro successivo.
MATERIALE NECESSARIO
Ogni bambino dovrà possedere un quaderno grande (non ad anelli) a quadretti per poter raccogliere il materiale fornito durante gli incontri e per poter svolgere le attività proposte per casa. Questo strumento sarà chiamato "Caro diario...".
Al termine di ogni incontro devono essere fornite le consegne per le attività da svolgere in classe (con l'ausilio delle altre insegnanti non direttamente coinvolte nella conduzione di questo curriculum) e a casa, da completare nell'arco di tempo che intercorre tra una lezione e l'altra.
Per ogni classe deve essere disponibile "La scatola delle confidenze", nella quale ogni bambino potrà inserire dei biglietti con domande, dubbi, problemi e aneddoti. I biglietti possono essere indirizzati a una persona precisa (insegnante/conduttore) o al gruppo: posso essere "pubblici" (allora la risposta viene data al gruppo classe) o "privati" (la risposta viene data al singolo bambino in privato, alla fine dell'incontro).
SVOLGIMENTO DEGLI INCONTRI
1° INCONTRO
· Aumentare la conoscenza del proprio corpo e valorizzare le differenze
· Riconoscersi simili e diversi
· Rafforzare l'autostima
2° INCONTRO
· Conoscere e approfondire i cambiamenti del corpo nelle varie fasi dello sviluppo
· Scoprire e analizzare le differenze corporee tra maschio e femmina
3° INCONTRO
· Imparare a rispettare e valorizzare il proprio corpo e quello degli altri
· Capire le differenze tra il "tocco positivo" e il "tocco negativo"
· Incrementare la capacità di dire NO
4° INCONTRO
· Imparare a riconoscere situazioni a rischio;
· Imparare a prevenire le situazioni critiche;
· Imparare a scegliere qual è il comportamento adeguato per affrontare una situazione a rischio;
· capire l'importanza di potersi fidare delle persone che ci vogliono bene;
· fornire informazioni su cos'è una molestia sessuale;
· insegnare le regole di auto-protezione e permettere ai bambini di confrontarsi sul loro valore.
5° INCONTRO
· Identificare le figure di riferimento con cui confidarsi e a cui chiedere aiuto;
· capire l'importanza di raccontare quanto accaduto liberamente, anche se si può provare paura o imbarazzo;
· imparare a dire no quando si coglie una situazione strana;
· capire la differenza tra segreto e sorpresa.
Al termine dei percorso è previsto un incontro finale di discussione e di restituzione per tutti i partecipanti adulti: operatori, insegnanti, genitori.
Il coordinatore scientifico Lions
Dott. Claudio Marcassoli